Movimento Antilega

...da un posto non troppo lontano dalle nostre coscienze.

Una storia da un paese dal nome impronunciabile di una lontana regione dell’Ungheria. La crisi galloppante, la disoccupazione a livelli record. Una numerosa presenza di rom la cui integrazione durante il comunismo era facilitata attraverso l’inserimento obbligatorio nel mondo del lavoro.

La crisi che riacutizza l’odio nei confronti degli ultimi, emarginati ai lembi della società civile. Nel villaggio dal nome impronunciabile un quarto della popolazione è rom, chiusa nelle sue case. La loro sopravvivenza garantita attraverso il sussidio statale che, durante la crisi, diventa un privilegio troppo grande da poter essere tollerato.

Una notte di fine inverno, un gruppo di giustizieri si presenta davanti alla casa abitata da una famiglia rom in quel paese dal nome impronunciabile, ed incomincia a lanciare delle molotov. Dalla casa in fiamme esce un uomo dalla faccia da bambino spaventato come il volto del bambino che stringe fra le braccia. I giustizieri prendono i fucili e sparano. Per terra restano morti Robert Csorba poco più che ventenne con quel viso da bambino ed il figlio Robert  Csorba di cinque anni con quel viso che non diventerà mai adulto. Stesso nome, stesso destino segnato dall’odio verso i diversi, i rom che rubano il lavoro, che vivono alle spalle dei nostri sacrifici.

Il padre dal viso da bambino ed il figlio sono stati assassinato dagli uomini della Magyar Garda, ronde di cittadini che in nome della sicurezza e della giustizia scorazzano per le provincie dell’Ungheria. Il più delle volte disarmati, ma qualche volta una molotov ed un fucile possono tornare utili.

Una storia amara e cruda da un paese dal nome impronunciabile di una lontana regione dell’Ungheria, da un posto non troppo lontano dalle nostre coscienze.