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È così che nascono i nuovi patrioti

Post n°258 pubblicato il 26 Gennaio 2011 da antilega

Una storia tratta dal sito http://www.larena.it. Da leggere con molta attenzione

 

È così che nascono i nuovi patrioti

«Al bareto», scrive la Olga, «sta passando di mano in mano un volantino anonimo ma di fonte caritatevole che dice: "Leghisti, non picchiate i vostri figli se li sorprendete a cantare l'inno di Mameli. Astenetevi". Non a caso, il volantino è stato diffuso dopo che si era saputo che un leghista del bareto, el Fritàia, non si era astenuto di fronte al figlio di otto anni che, finita di cantare la prima strofa dell'inno, stava attaccando con la seconda. Era il compito per casa che gli aveva dato la maestra».
«"Cantare tre volte Fratelli d'Italia" aveva scritto sotto dettatura el Fritaiéta sul suo quaderno. Se avesse saputo che il padre non si sarebbe astenuto, sarebbe andato a fare il compito in cantina, lui, piccolo carbonaro. Come dice il filosofo-psicologo-sociologo Strusa, nelle famiglie dei leghisti, ma all'insaputa di questi, nel centocinquantenario dell'Unità d'Italia, stanno germogliando stuoli di novelli Enrico Toti, Pietro Micca e Silvio Pellico».
«Ma anche le mogli dei leghisti duri, quelli allineati con i loro rappresentanti in Consiglio comunale che al canto dell'inno di Mameli si sentono intorcolare le buèle come gli asburgici di Cecco Beppe, "el nostro Bepìn" come i lo ciàma con simpatia e deferènsa, anche le mogli, dice el Strusa, fanno le carbonare e non solo le carbonare: non sopportano di essere senza patria e, per sentirsi italiane, può capitare che vadano, de scondón, a incontrarsi a Teano col primo italiàn che le incontra».
«Ma il dramma di non avere una patria pesa soprattutto suoi fioléti dei leghisti che, pur di avere una bandiera e un inno, si dichiarano marocchini. A proposito della frase della viceministra leghista Francesca Martini "Non bisogna attorcigliarsi sui festeggiamenti", intendendo per festeggiamenti l'esecuzione dell'inno di Mameli in Consiglio comunale, el politologo Scoatìn dell'università di Cavaión ha commentato che è la prima volta che un parlamentare paragona l'unità d'Italia al palo della lap dèns e che la Storia ne dovrà tenere conto. Che poi i leghisti non si capiscano più tra di loro, e uno sia a favore dei festeggiamenti e l'altro no, el Scoatìn lo spiega col fatto che da quando Bossi non ha più la voce di prima, c'è chi sbaglia a interpretarne il labiale, cioè i movimenti dei labri. In ogni caso, dìgo mi, lassè che i butìni i canta quel che i vol».

 
 
 
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