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Post n°44 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da citazioni_bellisssss
Oltre la crisi - A chi serve il mio lavoro? L’idea ce l’avevamo da un po’. Per essere precisi, da prima che si arrivasse al crac di questi giorni. Si parlava molto di Alitalia e mutui subprime, ma la parola “recessione” si diceva ancora sottovoce, tra grafici in ribasso e tabelle a tinte fosche. Chiaro, in quei numeri si parlava di tagli. Tanti, e dolorosi. Ma la sensazione, nettissima, è che non si considerassero poi tanto le persone nascoste dietro quelle cifre. Insomma, che si parlasse dell’economia mettendo tra parentesi chi la fa: l’uomo. Ovvero, bisogni, domande, desideri. Voglia di costruire e realizzarsi. Come? Lavorando. Ecco, proprio quella era l’impressione: che il lavoro rischiasse di essere il grande dimenticato degli ultimi anni. Non tanto - e non solo - come “posti di” e stipendi in forse, ma proprio come espressione di sé e del proprio rapporto con la realtà. Come possibilità di crescere. Di conoscere e conoscersi di più, impegnandosi con quella che don Giussani, una volta, definì «un’energia che cambia le cose secondo un disegno» e che per molti di noi è diventata solo una zavorra, un cartellino da timbrare, una parentesi fra i weekend in cui “si vive”.
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