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 CORRIERE DELLA SERA

Post n°57 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da Antologia2

Morto a 16 anni Per l'attore non soffriva di autismo: «Migliorò grazie alla Chiesa di Hubbard»

Scientology e la malattia negata: Travolta jr, figlio mai cresciuto

  

La versione della famiglia: soffriva della sindrome di Kawasaki, indotta dall’eccesso di detersivi usati per disinfettare la casa

Un bambino nel corpo di un ragazzone. Avrebbe compiuto diciassette anni ad aprile. Ma lo sguardo, l'espressione, i movimenti, tradivano l'ingenuità ancora infantile. Appare così nell'ultimo, rarissimo, video «rubato» a Parigi lo scorso dicembre e ritrasmesso adesso dalla Cnn, dove un po' spaesato dalle telecamere, la bocca aperta, stringeva la mano del padre, affidandosi totalmente a lui. Jett Travolta, primogenito di Mr Pulp Fiction e Kelly Preston, è morto venerdì mattina dopo aver battuto la testa nella vasca da bagno della villa delle Bahamas mentre era in vacanza con i genitori e la sorellina Ella Bleu, di otto anni. Forse ha avuto un attacco cardiaco, forse una crisi epilettica: questo lo stabilirà l'autopsia disposta dalle autorità per domani. Di Jett, è certo solo che aveva la sindrome di Kawasaki, una malattia che provoca l'infiammazione dei vasi sanguigni nei bambini e che, in forma grave, può causare seri problemi al cuore.

La dinamica dell'incidente è stata ritrattata con il passare delle ore. Il sito Tmz.com, che per primo ha rilanciato la notizia citando fonti locali, ha scritto che Jett era stato visto vivo l'ultima volta giovedì sera, quando stava entrando in bagno. Il ragazzino è stato poi trovato inerte per terra dalle due nannies il mattino dopo alle dieci. La corsa in ambulanza al Rand Memorial Hospital di Freeport è stata inutile: qui i medici non hanno potuto che constatarne il decesso. Questa la cronaca riportata nel bollettino della polizia di Old Bahama Bay. Micheal Ossi, il legale di John Travolta, ha però negato che Jett sia rimasto per tante ore da solo senza aiuto. E ha anche puntualizzato che la morte sarebbe avvenuta due ore dopo il ricovero.

L'esatta sequenza non attenua la tragedia che ha colpito l'attore hollywoodiano e sua moglie. «Il padre è sconvolto, aveva un rapporto molto stretto con il figlio», ha raccontato un altro avvocato, Michael McDermott. «Trascorrevano tantissimo tempo insieme, lo portava sempre con lui, erano molto attaccati», ha aggiunto Obie Wilchombe, membro del Parlamento ed ex ministro del Turismo delle Bahamas. I fan dell'attore di film indimenticabili come La febbre del sabato sera e Grease hanno già creato gruppi commemorativi su Facebook («R.I.P Jett Travolta» ha raccolto oltre 800 adesioni in meno di un giorno). E magari con tempismo imperfetto, qualcuno ha rilanciato alla star una vecchia accusa: «John, perché non hai mai ammesso che tuo figlio era autistico?».

Il sito Hollywood Interrupted ripropone ora una intervista del 10 maggio 2007 a Tim Kenny, gestore di un ristorante a Ocala, in Florida, dove ha casa la famiglia Travolta. «Quando venne da me con sua figlia gli chiesi, da padre a padre di una bambina autistica, se faceva seguire qualche cura particolare a Jett. Lui rispose che cercava di stimolarlo nelle arti. E si offrì di spedirmi un libro di Scientology... Ecco, non posso dire che quel ragazzino abbia subito degli abusi, ma di sicuro Scientology ha una grossa responsabilità nella negligenza con cui è stato curato». Altri familiari di autistici avevano manifestato la loro amarezza sul Sunday Telegraph nel 2007, per il fatto che l'attore, a differenza di altre celebrità come il collega Sylvester Stallone, il campione di football Doug Flutie e la cantante Toni Braxton, non si era mai voluto impegnare nella raccolta fondi o nelle campagne di sensibilizzazione. Sempre l'Hollywood Interrupted nel 2006 ne denunciò l'assenza a Los Angeles all'anteprima del documentario Normal People Scare Me, le persone normali mi spaventano, dedicato all'autismo e prodotto da Joey Travolta, sorella di John. «Scientology — scrisse allora — non permette di riconoscere un disordine neurologico, non concepisce l'idea che si possa trattare con i farmaci. I Travolta hanno sempre spiegato la disabilità del figlio con la Sindrome di Kawasaki, dicendo che a provocarla erano state le tossine ambientali prodotte dai detersivi domestici». John Travolta lo aveva confessato nel 2001 in un'intervista a Larry King: «Jett a due anni quasi morì. Ebbe un attacco terribile, tremava tutto, la febbre alta. Lo portammo all'ospedale e gli diagnosticarono la sindrome. A lungo fui ossessionato dai germi che mio figlio poteva prendere dentro e fuori casa. Grazie a un programma di detossificazione proposto da Scientology le sue condizioni di salute sono molto migliorate». La Chiesa di Ron Hubbard fu tempio e certezza. Anche ora?

Elvira Serra
04 gennaio 2009 

 

 

 

 
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