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Apollo Errante

Prospettive rovesciate, segni e segnali dell'anima di Roberto Caravella

 
 

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« PAESAGGI INTERIORISTATO DELL'ARTE »

Trema la Terra ma non vacilla il disonore

Post n°41 pubblicato il 10 Aprile 2009 da codadipavone
 

In questo momento sento il dovere di riportare il seguente testo di Gennaro Carotenuto. Credo sia una giusta e sacrosanta prospettiva rovesciata del sempre disatteso plusvalore italiano e il disattento torpore - non soltanto politico - italiano. E' un problema più volte denunciato (in questo blog) dal sottoscritto, unitamente ad una folta schiera di uomini e donne "sani di mente" e dal chiaro intelletto - italiani e non  - che condividono l'ideale di un impegno che nasca dall'intelligenza vera e dal senso di profondo rispetto per la vita ma che si traduca in fatti e non in commenti a posteriori. Non siamo vittime di una politica volgare e mafiosa, siamo tutti responsabili e conniventi perchè lasciamo fare a loro ciò che noi stessi dovremmo fare, non fare o non lasciar fare. In cambio di frasi fatte, luoghi comuni, tante parole (tutte più o meno volgari) interessi da quattro soldi, siamo stati capaci di distruggere un paese fin dentro il suo sistema vitale fonte d'intelligenza e d'onore. Tra breve lasceremo ai nostri figli questa eredità: un esempio, il nostro, di torpore intellettuale, egoismo, egotismo, pura ignoranza, menefreghismo, arte dell'intrigo, della volgarità e della violenza. Le trame politiche riflettono sempre l'inclinazione del suo popolo. Intrighi meschini, rivalse infantili e pericolose, vendette sommarie attuate per il solo gusto di annientare un avversario sia pur valoroso, e assenza totale della volontà diprogredire verso un sano equilibrio curativo dell'onestà, dell'onore e dei principi umani che dovrebbero distinguerci da tutto quanto riteniamo (certamente a torto) inferiore a noi. Ecco il testo.
Caudapavonis

Procurato allarme, prevedere e prevenire terremoti e altre sciagure in
un'Italia contro la scienza
Il paese che cade giù a pezzi anche senza bisogno di un terremoto (a
volte basta un acquazzone come a Sarno), è quello nel quale si dà
all'untore o si denuncia per "procurato allarme" uno scienziato che
aveva previsto con precisione il terremoto in Abruzzo non in un futuro
ipotetico ma qui e ora.
di Gennaro Carotenuto
Forse dovranno dargli il premio Nobel a Giampaolo Giuliani, che
all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare sotto il Gran Sasso ci
lavora, per quel meccanismo che sembra in grado di sentire arrivare i
terremoti qualche ora prima. O almeno ascoltarlo invece di trattarlo
come una Cassandra. Ma forse non poteva andare diversamente in Italia
se meno di una settimana fa, il 31 marzo, San Guido Bertolaso,
un'icona dell'efficientismo bi-partisan, aveva insultato
"quell'imbecille che si diverte a diffondere notizie false".
Forse era impossibile far davvero evacuare l'Aquila come la previsione
di Giuliani (il rivelarsi esatta non è una colpa) induceva a fare. Ma
in un paese oramai anti-scientista sempre e comunque, in pochi oramai
sanno distinguere uno scienziato o una scienziata da una fattucchiera.
In un paese sempre più ignorante, e quindi sempre più superstizioso,
la prevenzione, il preparare la cittadinanza a eventi catastrofici, il
lavorare non per cancellarli con un miracolo, ma per ridurne al minimo
le conseguenze come si fa in paesi più sismici ma anche più civili del
nostro, è sempre più mal visto. Oltretutto costa e non offre quei
dividendi d'immagine, di favori, di clientele che le tragedie
annunciate offrono ai politici dopo che questi hanno già speculato su
deroghe, proroghe, sanatorie, condoni. Meglio una photo-opportunity
(dopo) per un politico, meglio andare a benedire le salme (dopo) per
un cardinale, meglio costruire male (prima) e ricostruire (dopo,
bene?) per il sistema edilizio, meglio condurre una lunga diretta da
"breaking news" (dopo) che realizzare una noiosa inchiesta (prima) per
un giornalista.
Forse sarebbe stato meglio se Bertolaso con Giuliani ci avesse fatto
una chiacchierata (prima) invece di denunciarlo. Questo, come
qualunque scienziato onesto, poneva un problema rompendo uno schema
stantio per offrire una soluzione per risolverne uno più grande. I
terremoti non si possono prevedere, dicono. Chissà, magari in futuro
si potrà come per i segnalatori di fughe di gas e magari il merito
sarà della vituperata ricerca scientifica italiana. Me il prevedere o
meno sposta i termini della questione.
Il problema non è prevedere, è prevenire. Mille cose possono essere
fatte e vengono fatte altrove, ma già, noi italiani dei giapponesi
preferiamo riderne. Ma è meglio spendere soldi, allarmare, per evitare
una tragedia, far rispettare e non derogare norme antisismiche prima,
oppure invocare la fatalità e il destino cinico e baro dopo? E' meglio
fare campagne per insegnare a usare il preservativo o invocare
l'astinenza contro l'AIDS? Meglio un peccatore all'inferno o un santo
vivo? Chi adesso userà il decreto sull'edilizia, il "Piano casa", per
alzare di un piano la propria abitazione (ringraziando il governo) la
renderà più o meno anti-sismica?
In un paese dove oramai tutti gli studiosi sono considerati
azzeccagarbugli, grilli parlanti da schiacciare sulla parete, se non
irrisi come fannulloni e additati tutti come baroni (pure i
ricercatori precari nella vulgata Perotti-Stella) la scienza, lo
studio, è oramai la più negletta delle discipline. Ma per un Giuliani
che aveva avuto l'ardire di predire un terremoto quanti consigli che
dagli studiosi vengono sono ignorati, presi con sufficienza o
addirittura rifiutati? Sono impopolari, fanno spendere, rompono schemi
mentali consolidati, causano problemi con i poteri forti. Quanti
costituzionalisti (scienziati della Costituzione) avevano avvisato che
la legge sulla fecondazione assistita così come concepita era
perlappunto incostituzionale? I politici sono andati avanti per poi
stracciarsi le vesti di fronte l'attentato della Corte Costituzionale
(sic) alla centralità del Parlamento. Come se sostituendo alle regole
civili la volontà d'Oltretevere bastasse portare il santo patrono in
processione per fermare i terremoti o le eruzioni vulcaniche.
Del resto a che serve la ricerca scientifica (è il messaggio) se non a
creare rompiscatole, cassandre, fondamentalisti dell'ambiente, regole,
controlli, tasse, ovvero le cose più invise agli abitanti del paese
del "meno male che Silvio c'è". Magari a volte sbagliano gli
scienziati ma sarebbe il caso di parlare, dare spazio a quelli che
vorrebbero prender precauzioni per tutte quelle radiazioni, quei
pesticidi, quelle polveri sottili che ci attraversano la vita, per le
incipienti centrali nucleari in un paese sismico come l'Italia dove se
vedi un pannello per l'energia solare ti viene ancora voglia di
fotografarlo come una stravaganza. Per l'opportunismo a breve termine
e la grettezza del potere politico ed economico stiamo ritornando al
Sillabo di Pio IX.
Forse la denuncia di Giuliani non poteva essere presa in
considerazione, ma nel paese dove ogni anno che il padreterno mette in
terra, governi di destra e sinistra, approvano un "decreto mille
proroghe" (sic) dove si rinviano, spesso a mai, scadenze
importantissime come quelle per l'applicazione delle norme
antisismiche, è mille volte meglio evacuare l'Aquila a vuoto perché
uno scienziato si sbaglia (prima) piuttosto che la processione di
politici e sciacalli già pronti a lucrare sulla ricostruzione (dopo).
Forse non è questione di prevedere (i terremoti, le alluvioni, le
fughe di gas, le catastrofi nucleari) ma di essere preparati, mettere
il territorio in sicurezza, di essere un popolo in grado di affrontare
il proprio destino con razionalità e non con fatalismo. Più che di
angeli del fango ed eroi che salvano vite scavando a mani nude tra le
pietre abbiamo bisogno (prima) di una merce ormai introvabile:
progresso, progresso scientifico, progresso sociale, progresso
culturale.

 
 
 
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