Ti cerco,
nel buio più profondo,
in un tempo che sembra immobile.
Ti cerco,
strisciando sul pavimento,
scaldandolo col mio calore.
Ti cerco
e non so quale
parte del corpo sia più libera:
legate le mani,
legati i piedi,
serrate le labbra,
bendati gli occhi.
Cerco di orientarmi,
di seguire il Tuo profumo
che mi inebria,
cerco
il rumore del Tuo respiro,
cerco
il lieve ticchettio
del Tuo batter di ciglia.
Ti cerco
e mi sembra di aver percorso
miglia e miglia,
di aver attraversato
infinite distese di ghiaia.
Invece sono ancora qui,
al centro della stanza
a girare su me stessa,
prigioniera dei miei sensi
che imprevisti attori
costruiscono inconsapevoli confini.
Non sono le corde
a impedirmi l'ascesa,
è la volontà di ragione,
è la razionalità
che ancora ordisce
imperturbabili disegni
di causa ed effetto.
Allora cancello ogni pensiero
e solo quando
ogni fiaccola è spenta
ecco che Ti sento.
Abbandonato ogni pretesto
Ti sento,
non odori,
rumori
o sospiri,
ciò che sento
va oltre ogni tangibile effetto.
Così Ti trovo Signore
solo nel momento in cui
ho smesso di cercarTi.
Inviato da: sylvia_m
il 18/05/2008 alle 13:51