Creato da Le.Arabe.Felici il 03/11/2005
Riteniamo lo scambismo semplice tradimento ad amministrazione controllata e il bang bussing il modo ideale per un viaggio di piacere

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I colori del PensieRo

Post n°2810 pubblicato il 03 Novembre 2006 da Le.Arabe.Felici
Foto di Le.Arabe.Felici

Le etichette, a nostro avviso, dovrebbero fare bella mostra di loro su capi di abbigliamento o sugli arrosti precotti che si vendono al supermercato: in quest’ultimo caso, la massaia attenta può scoprire tutti i segreti del pezzo di carne che sta per comprare, la provenienza, la qualità, il tipo di alimentazione che il bovino ha avuto in vita ed a quanti anni è stato macellato. Ha un senso, comunque. Ma dare etichette ad un pensiero, scavando con morbosità nel privato di chi lo ha espresso per farlo diventare eterno è assolutamente sciocco e privo di qualsiasi pratica utilità. Già nel momento in cui si giudica di destra o di sinistra chi di quelle parole è stato latore se ne svilisce il contenuto intrinseco. E’ come giudicare un dono dal pacchetto. E’ come ascoltare un bellissimo disco storcendo il naso sulle discutibili scelte nei colori della copertina. Perché mostrare idiosincrasie nei confronti di un pensiero oggettivamente nobile se chi lo ha reso vivo era fascista o comunista piuttosto che omosessuale o eterosessuale? Quello è contorno, è privato, non ci deve e non ci può interessare, perché assolutamente avulso dalla libertà espressa nei connotati di ciò che noi viviamo con l’arte che respiriamo. C’è il sospetto che la società di oggi , retta saldamente sulle bieche logiche del mercato, voglia etichettare tutto alimentando la morbosa curiosità delle persone nello scavare torbidamente nel privato del proprio prossimo per bearsi della propria apparente normalità durante le pigre domeniche passate a guardare i salotti di Costanzo. Lo sforzo, reale, per noi, dovrebbe essere esclusivamente quello di crogiolarsi ed abbandonarsi in un’estasi pànica  con l’unica cosa che c’è rimasta di veramente libero, democratico e , soprattutto, senza colori: il pensiero, appunto. 

 
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