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riflessioni

Post n°55 pubblicato il 12 Novembre 2009 da miladylady
Foto di miladylady

Il cambiamento, nell’immaginario collettivo, è qualcosa che arriva all’improvviso senza che si abbia fatto nulla, arriva e ci porta quello che desideriamo…chissà…forse speriamo che a suonarci il campanello per una volta non sia il ragazzo che ci riempie la buca di volantini, ma sia George Clooney che ci sorride chiedendoci se la festa è da noi…o Monica Bellucci se chi legge è un uomo.

O forse ci aspettiamo che il biglietto della lotteria acquistato per caso sia foriero di notizie miliardarie, oppure che mentre prendiamo il sole su una affollatissima spiaggia arrivi un affascinante proprietario di yacht e ci inviti a bordo…o ancora che un giorno arrivi la lettera di uno sconosciuto notaio che ci informa che una ancora più sconosciuta parente ci ha lasciato la proprietà di un albergo a cinque stelle alle Mauritius.

Non si pensa, nessuno ce lo ha insegnato, che il cambiamento è frutto del nostro lavoro, fuori, ma soprattutto dentro di noi, frutto della cura con cui scegliamo le nostre letture, le amicizie, le cose che ci sembra giusto fare e quelle che non crediamo adatte a noi, nell’imparare a dire sì ma anche no, l’impegno che mettiamo nel sostenere progetti che non ci appartengono ma che condividiamo, l’amore che mettiamo nel dedicare il nostro tempo ad altri senza aspettative, la forza che spendiamo quando gli eventi sono forti, drammatici, dolorosi e anche se con fatica, con stanchezza, decidiamo che è tempo di tirarsi su le maniche e di fare.

Oggi, mentre leggevo per l’ennesima volta uno dei libri che ritengo preziosi per il mio lavoro, mi ha colpito una frase, letta molte volte, ma solo ora forse compresa fino in fondo.

La frase, scritta al termine di una prefazione a cura di Gloria Steinem è questa: “vorrei che le mie antenate avessero saputo che il loro corpo era sacro. Con l’aiuto di voci straordinarie e di parole sincere come quelle di questo libro, credo che le nonne, le mamme e le loro figlie del futuro guariranno se stesse. E miglioreranno il mondo.”… e io aggiungo… e con l’aiuto di quegli uomini capaci e desiderosi di affiancare queste donne nel cammino.

Il cambiamento fa paura, al punto tale che si rimane in un circolo vizioso di ripetizione sistematica della sofferenza pur di rimanere nel conosciuto…e poi…quando finalmente si intraprende il cammino della propria scoperta e di conseguenza della scoperta dell’altro, dell’apertura, del riconoscimento di sé…ci si sente davvero in cammino per “tornare a casa” e non si rinuncerà più a questa ricchezza infinita, fonte di doni, di scambi, di energie, di emozioni, in una parola: VITA.

Dentro di noi abitano forze misteriose, che gli uomini antichi identificarono con gli dei: sono loro che danno senso alla vita.

Se riduciamo tutto a un calcolo in cui contano solo gli oggetti, l’esistenza naufraga nel non senso.

Ma le energie sconosciute, non hanno smesso di abitarci. Basta affidarsi alla vita.

A un mondo costruito sul fuori, sull’esterno, sull’apparire interessano molto di più le cose da sfoggiare o un po’ di soldi piuttosto che le risorse interne. Eppure nelle risorse interiori sono nascosti gli unici tesori che possediamo. Lì abita il senso della vita.

Le persone vere girano per il mondo con le loro passioni segrete, si riconoscono come diverse da tutti gli altri. Difendono il loro spazio vitale, il loro ESSERE, sono un mistero e sono una benedizione.

Sono gli uomini e le donne che le forze primordiali desiderano incontrare.

 

 
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creatività

 Gran parte dell’arte primordiale sembra essere stata creata dalle donne in un contesto rituale. La metodologia di ricercatori, antropologi, archeologi si basa sulla teoria accettata, ma erronea, che le civiltà arcaiche non potevano, per definizione, avere un concetto centrale astratto di divinità, quindi le statuette femminili non sono state considerate dee bensì semplici rappresentazioni di donne. La complessa opera di Marija Gimbutas e il concetto da lei coniato di archeomitologia ( che indica un metodo multidisciplinare che unisce l’archeologia descrittiva alla mitologia comparata, alla linguistica, al folclore e all’etnologia storica) dovrebbe invalidare per sempre questa teoria così fallace. Tutto richiama alla ciclicità e dunque al femminile, le stagioni,il giorno che oblia nella notte e poi rinasce con l’alba, i modi di dire ( i corsi e ricorsi storici), persino ad una convenzione come il tempo è stata attribuita un’impostazione ciclica (le ore). Invero per creare arte sciamanica la donna deve innanzitutto liberarsi della credenza diffusa, ribadita e stereotipata di non avere “doti artistiche”. Siate creative, vi appartiene!!!
 

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 niña pequeña, chiquita, hermosa, preciosa
Linda niñita quedada así, sentada en la orilla del mar
 y las manos llenas de perlas
 el sol en tu frente y en la sonrisa
 blanca orquidea, alma y paloma
 y la alegría, tú cantas consuelo,
tú cantas esperanza, tú cantas remedios,
espera que un día yo pueda decirte:


"te quiero pequeña, chiquita, preciosa, hermosa.....
 

lo adoro

“Perchè non disegno scarpe da uomo? Perchè non posso usare le paillettes, i tacchi a spillo alti dodici centimetri, i colori fluo” - Stuart Weitzman


 

Blaise pascal

qualsiasi cosa è vera solo in parte,
falsa solo in parte
e il giusto e l'ingiusto si mischiano
e coloro che rispetti possono deluderti,
coloro che disprezzi possono commuoverti
 

il principe ignoto

Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
 guardi le stelle
 che tremano d'amore e di speranza...
 

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