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 viaggio nella memoria

Post n°7 pubblicato il 17 Gennaio 2009 da miladylady


È come un viaggio nella memoria, la memoria altrui, eppure.. una memoria in cui ritrovo echi, emozioni, sensazioni…come se mi appartenesse, e in fondo è così.

La storia sentita, vissuta, raccontata acquista contenuti, spessori, valori che nessun libro potrà mai darti.

Mentre ascolto mi scopro ignorante, attraverso il racconto scopro di non sapere.
Presto attenzione silenziosa, immobile, rapita, quasi trattengo il respiro, quasi temo che anche solo un respiro più profondo o il gesto di ravvivare i capelli possano spezzare il momento, interrompere il filo del ricordo, annullare questa sorta di trance che permea chi racconta, racconta a me, ma è irrilevante che sia io, sono un interlocutore neutro, io o un altro farebbe poca differenza, forse nessuna, l’importante è che ascolti, ecco..questa è forse la mia opportunità in questo momento, ascolto, in un silenzio riverente, sacro, solenne, ascoltando con il corpo proteso, con lo sguardo attento, bevendo le parole, rispettando i silenzi, le pause, ascoltando anch’essi, percependo che sono pregni di ricordi, di emozioni…forse il pudore delle lacrime versate, forse così private da non poter essere narrate.


Il racconto si snoda attraverso l’Italia e non solo, famiglie divise, padri al fronte, madri che si inventavano di tutto per garantire un po’ di cibo ai propri figli…
Trasferimenti non voluti ma inevitabili, ragazzi capofamiglia a 11 anni che si assumevano il compito con enorme serietà, con grande senso di responsabilità, bambine che a 7, 8 anni davano un aiuto alle madri nell’allevare i bimbi più piccoli e nel gestire le incombenze domestiche( dure e faticose), andavano a scuola e poi a fare pratica presso qualche sarta, per imparare a cucire guadagnando ogni tanto qualche piccolo pezzo di stoffa che sono certa riuscivano a valorizzare al massimo, a trasformare in qualcosa di bello, perché la voglia di fare, l’energia, la fiducia, la speranza accompagnava la lotta per la sopravvivenza, era Vita quello per cui si lottava.

Ascolto queste persone, intorno agli ottant’anni, hanno affrontato due guerre, provato dolori immensi, perso congiunti e amici, perso le loro case, patito la fame, e ora con problemi di salute più o meno gravi, eppure…hanno intatta la capacità di stupirsi, di gioire, un profondo apprezzamento per la vita, per le piccole cose che hanno, che ricevono, sanno dire grazie con il cuore, con gli occhi, con il sorriso, un rispetto totale per la vita in quanto Vita.

F. non si è mai sposata, non ha figli, ha una maculopatia che l’ha resa quasi cieca da un occhio, eppure…mi dà gioia ogni nostro incontro, la sua curiosità per tutto, l’interesse per ciò che non conosce, l’entusiasmo con cui vuole sperimentare piatti e sapori che non conosce, fiera di aver imparato ad usare il pc, utilizza internet per fare ricerche sugli argomenti che non conosce o che conosce poco, usa la posta elettronica….il suo pc necessitava di una pulizia, l’ho fatta io, si è segnata tutti i passaggi, e vuole che glieli rispiego, vuole imparare….ha 81 anni.
L., vuole assolutamente che lo chiami L. e non anteponga il signor.
Vive da solo, è vedovo, due figli di cui una si è persa nei meandri dei silenzi e delle incomprensioni, non hanno più contatti da tempo.

Cammina con grande fatica, con le stampelle, nei giorni scorsi gli hanno detto che non può più camminare, siamo andati insieme a ordinare la sedia a rotelle; volevo andare sola, ha insistito per accompagnarmi, quasi come se fosse un addio all’esterno, una necessità di salutare ciò che scorre fuori dalla sua casa.

È un po’ triste,sentire che giorno dopo giorno, velocemente, la sua autonomia diminuisce gli fa avere momenti in cui la voce gli si incrina, perde energia, ma è un attimo, sorride sempre, cucina piatti elaborati ( fantastica la sua caponata ), legge, legge tantissimo, appassionato di vecchi film, suona la chitarra….ha 82 anni.
I racconti a volte si ripetono eppure non sono mai uguali, ogni volta si arricchiscono di particolari, ogni volta un dettaglio nuovo, sto attentissima per non perdermi nulla, loro parlano, tacciono a volte, io ascolto e poi improvvisamente ci accorgiamo che sono trascorse ore.

Sono volate, non mi sono accorta dello scorrere del tempo, in questi casi ci si accorge davvero di quanto il tempo sia solo una convenzione sociale, serve a chi, riempiendo la propria vita di nulla, deve dimostrare al mondo di “non avere tempo”.

Arriva il momento in cui mi accomiato, mi ringraziano e io mi commuovo ogni volta, sono io che devo ringraziare loro per quello che mi han dato, per come sono, per gli insegnamenti di cui, senza parere, sono colmi i loro racconti, per l’esempio che viene dal loro approccio alla vita, in cui la parola Vita ha davvero un significato Sacro.

Si scusano quasi, mi dicono che a volte trascorrono intere giornate senza scambiare una parola con nessuno e che quindi avere l’opportunità di parlare li rende egoisti, sorrido, se questo è egoismo, evviva l’egoismo.


Penso..., penso a come si vive oggi, penso all’incapacità di affrontare cambiamenti, all’indecisione che permea ogni azione, ammesso che si arrivi all’azione, a quanto tempo si spreca, a quanta vita ci si fa scorrere addosso, all’apatia, all’inerzia, all’abulia emozionale, ai problemi con il cibo, al ricorso alle sostanze psicotrope per sentirsi “forti”, alla paura a fare qualcosa di nuovo ( anche solo una strada che ci è estranea o assaggiare un cibo ignoto) a quanto superfluo riempie le nostre case e all’indispensabile che manca nei nostri cuori – penso che non c’è maggior insulto alla vita che vivere come zombi, involucri esterni, disconnessi, anoressici emozionali.

Eppure…trovare un po’ di tempo per curare la Vita, per parlare con le persone (davvero, vis a vis), per lasciare che le emozioni ( e non le idealizzazioni) si riattivino e la vita riprenda a scorrere vera dentro di noi, e con essa la curiosità, quella autentica, quella suscitata dall’entusiasmo e non dalla frustrazione, la curiosità per quello che non conosciamo, per scoprirlo e approfondirlo, l’entusiasmo per nuove e vecchie esperienze, da riscoprire, la fiducia negli eventi, possono solo essere una forza.


L’energia che scorre nel corpo finalmente riscoperto e usato, “scollato” dalle eterne postazioni statiche e finalmente rispettato.

Il sorriso che scalda il cuore, l’anima, trasfonde amore, permea la vita…proviamoci.

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creatività

 Gran parte dell’arte primordiale sembra essere stata creata dalle donne in un contesto rituale. La metodologia di ricercatori, antropologi, archeologi si basa sulla teoria accettata, ma erronea, che le civiltà arcaiche non potevano, per definizione, avere un concetto centrale astratto di divinità, quindi le statuette femminili non sono state considerate dee bensì semplici rappresentazioni di donne. La complessa opera di Marija Gimbutas e il concetto da lei coniato di archeomitologia ( che indica un metodo multidisciplinare che unisce l’archeologia descrittiva alla mitologia comparata, alla linguistica, al folclore e all’etnologia storica) dovrebbe invalidare per sempre questa teoria così fallace. Tutto richiama alla ciclicità e dunque al femminile, le stagioni,il giorno che oblia nella notte e poi rinasce con l’alba, i modi di dire ( i corsi e ricorsi storici), persino ad una convenzione come il tempo è stata attribuita un’impostazione ciclica (le ore). Invero per creare arte sciamanica la donna deve innanzitutto liberarsi della credenza diffusa, ribadita e stereotipata di non avere “doti artistiche”. Siate creative, vi appartiene!!!
 

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 y la alegría, tú cantas consuelo,
tú cantas esperanza, tú cantas remedios,
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"te quiero pequeña, chiquita, preciosa, hermosa.....
 

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“Perchè non disegno scarpe da uomo? Perchè non posso usare le paillettes, i tacchi a spillo alti dodici centimetri, i colori fluo” - Stuart Weitzman


 

Blaise pascal

qualsiasi cosa è vera solo in parte,
falsa solo in parte
e il giusto e l'ingiusto si mischiano
e coloro che rispetti possono deluderti,
coloro che disprezzi possono commuoverti
 

il principe ignoto

Tu pure, o Principessa,
nella tua fredda stanza
 guardi le stelle
 che tremano d'amore e di speranza...
 

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