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91. ::: LETTERATURA ::: VIDEO - Inaki BIGGI...

Post n°100 pubblicato il 18 Gennaio 2012 da Arkivio21
 

91. ::: LETTERATURA :::

(( VIDEO))

La  formula  Stradivari
- ((
Inaki BIGGI ))



Inaki Biggi
  25/03/2009
Nord pubblica La formula Stradivari:

dodici violini che racchiudono la chiave

per far risuonare il cosmo. O distruggerlo.


www.radioalt.it/radioalt/films.asp?id=BIGGI.wmv

www.radioalt.it/

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"La formula Stradivari":

thriller con violini




Image
Dopo "Il codice Da Vinci"...  
Sarà nelle migliori librerie, a partire da giovedì 26 marzo, il mistery thriller a sfondo storico  "La Formula Stradivari" di Inaki Biggi (ed. Nord). La cui trama, come si evince chiaramente dal titolo, ruota attorno alla figura di Antonio Stradivari, il principe dei liutai, il biglietto da visita di Cremona - capitale mondiale degli strumenti ad arco -nell'intero pianeta.

E proprio all'ombra del Torrazzo si svolge parte della vicenda narrata.

Che ha inizio alla vigilia di Natale

del 1737, in piazza San Domenico

(dove sorgeva la grande chiesa

dei 'frati neri' in cui fu sepolto il grande liutaio,

abbattuta nel 1869 perchè simbolo della Santa

Inquisizione), oggi piazza Roma, sede dei Giardini pubblici.

Campanilisticamente: da leggere!!!


"Seduto su uno sgabello davanti al focolare

della sua bottega, Antonio guardava distratto le fiamme

che crepitavano allegramente. Ancora stentava a credere

di aver portato a termine, dopo oltre mezzo secolo di lavoro,

lo straordinario incarico che gli avevano affidato. Un incarico

che in futuro sarebbe costato così tante vite. Alto,

magro e un po' curvo per le molte ore trascorse

al banco di lavoro, con un viso segnato e ossuto

su cui ricadevano alcuni ciuffi di capellli lisci, il vecchio,

al quale mancavano solo sette anni per raggiungere

il secolo, dimostrava la vitalità di un sessantenne".

Cremona, 1680. In una gelida notte di novembre

un cardinale si presenta alla porta di Antonio Stradivari,

il più grande liutaio del mondo, l'uomo in grado

di creare strumenti perfetti. L'alto prelato consegna

ad Antonio una consistente somma di denaro,

che permetterà al liutaio e ai suoi sei figli di vivere

agiatamente, e una misteriosa ''chiave', chiedendogli

di costruire dodici violini 'dal potere apocalittico'.

accetta e si mette febbrilmente al lavoro, nascondendo

quelle creazioni agli occhi del mondo. Impiegherà

più di cinquant'anni per realizzare i dodici violini.

Nel 1732, il liutaio muore, portando con sè nella tomba

il segreto della 'chiave' e degli strumenti.

Madrid, 2003. Il commissario Herrero è alle prese

un singolare omicidio. Un magnate greco,

ritiratosi in Spagna, è stato brutalmente ucciso

nella sua villa alle porte della città. Sulle prime,

Herrero non ha nessun indizio su cui basare le indagini,

ma poi viene contattato da un rabbino - appena arrivato

nella capitale spagnola da Gerusalemme -, secondo il quale

il killer ha colpito su incarico di un gruppo di ex nazisti,

decisi a impadronirsi di dodici violini, all'interno dei quali

è contenuto un codice che rivelerebbe il mistero

della creazione dell'universo...

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L'autore del romanzo, Inaki Biggi, è nato a San Sebastiàn

(Gipuzkoa) nel 1965. Si è laureato in Psicologia

alla Universidad del Paìs Vasco. Scrive da sempre e,

fin da bambino, la Storia è la sua più grande passione.

Che ha coltivato come autodidatta.

( gigliola reboanigigliola reboani)

www.e-cremonaweb.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2722&Itemid=194

www.e-cremonaweb.it/

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I contenuti

Cremona, 1680. Quando viene convocato

nella cattedrale da un alto prelato,

Stradivari non può immaginare che

la sua vita è ormai segnata. L'uomo, infatti,

consegna al giovane liutaio un'enorme

somma di denaro, che permetterà a lui

ai suoi figli di vivere agiatamente,

e gli rivela un'oscura formula musicale,

di costruire dodici strumenti dal potere divino.

Stradivari impiegherà più di cinquant'anni

completare l'incarico, portando con sé

nella tomba il segreto della formula

e degli strumenti... Madrid, 2003.

magnate greco, ritiratosi in Spagna,

viene brutalmente ucciso nella propria

villa alle porte della città. Sulle prime,

la polizia pensa a un furto finito in tragedia,

ma l'ispettore capo Herrero intuisce subito

che quel caso sarà un rebus di difficile soluzione.

E una prima conferma arriva da Ginevra:

notte del delitto, anche l'appartamento

del nipote della vittima è stato messo a soqquadro.

Cosa cercavano, dunque, gli assassini?

Herrero non ha nessun indizio concreto

cui basare le indagini, finché non viene

contattato da un rabbino - appena arrivato

a Madrid da Gerusalemme -, secondo il quale

l'omicidio del greco è solo l'ultimo di una catena

di crimini e abili depistaggi: fin dalla seconda

guerra mondiale, un gruppo di nazisti

è alla ricerca di dodici strumenti realizzati

da Stradivari, custodi di un codice che rivelerebbe

il mistero della creazione dell'universo...

www.bol.it/libri/La-formula-Stradivari/Inaki-Biggi/ea978884291601/

www.bol.it/libri/

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Intervista a Inaki Biggi

Sherlock Magazine intervista
l'autore di "La formula Stradivari"

 


Inaki Biggi

E’ in libreria dal 26 di marzo il thriller scritto

da Inaki Biggi dal titolo La formula Stradivari

(La formula Stradivarius, 2007).

L’autore è in questi giorni in Italia e Sherlockmagazine

ne ha approfittato per conoscerlo meglio. Inaki Bigg

è al suo esordio in Italia ma  in Spagna

è al suo secondo romanzo.

 

Sm — La formula Stradivari è il suo primo romanzo

che viene tradotto in Italia, il suo nome è in pratica

sconosciuto ai nostri lettori. Può dirci ”chi è”  Inaki Biggi?

Dove e quando è nato, studi fatti, dove vive, cosa ha fatto

sino ad ora e cosa fa ora oltre che a scrivere?

 

 Sono nato a San Sebastian dove tutt’ora vivo

e dove sono sempre stato, lavoro per il municipio.

Ho studiato psicologia e mi sono formato da autodidatta

in campo storico; un campo che mi è servito e mi serve

per la costruzione dei romanzi che scrivo.

 

Sm — Da ragazzo/adolescente le piaceva leggere?

Quali sono state le letture che l’hanno colpita

in modo particolare

 

Ho  sempre letto moltissimo, a casa mia si leggeva molto

e mi è rimasta attaccata questa felice abitudine.

 

Da ragazzo, da adolescente leggevo molti romanzi soprattutto quelli di avventura o romanzi dello stile che poteva scrivere uno Stephem King o   scrittori simili in quel periodo. Successivamente, crescendo sono passato a leggere romanzi di taglio storico e queste erano e sono le mie letture principali nei momenti di tempo libero, poi magari mi dedico a letture più serie quando debbo studiare per qualche ragione specifica.

 

Sm — Come è arrivato alla decisione di “scrivere”?  

 

 Come dicevo prima, leggevo moltissimo e quando si legge una quantità imponente di romanzi credo che alla fine si finisca per assimilare il modo di gestire gli schemi per costruire un romanzo, in qualche modo riusciamo a capire istintivamente in che modo vada  sviluppato un romanzo.

 

Quindi sono arrivato a un momento della mia vita in cui,

leggendo sempre romanzi scritti da qualcun’altro avevo

l’impressione di leggere un qualcosa che avevo letto più volte.  

Così ho deciso di provare a descrivere io stesso una storia,

a creare la mia storia, con i miei personaggi e con un finale

che si confacesse pienamente a me.

 

Sm — Cosa ha scritto/pubblicato prima di questo romanzo?

 

Prima del presente romanzo ho pubblicato in Spagna

un altro romanzo dal titolo: “Il santuario”. Prima di questi

due lavori avevo scritto racconti brevi e dei racconti

per l’infanzia, ma amo sopratutto cimentarmi con il genere

del romanzo perche penso che mi dia più possibilita

di sviluppare un mondo complesso, un mondo articolato,

un mondo che riflette meglio la realtà. Il racconto è breve

per sua stessa natura quindi impone una sintesi

che in qualche modo è in contrasto con la complessità

che il romanzo permette invece di sviluppare. Il romanzo

quindi è un mondo più libero, se vogliamo, che mi consente

di sviluppare una trama più articolata, di tracciare meglio

la personalità, la psicologia dei personaggi.

 

Pertanto preferisco di gran lunga scrivere romanzi

in quanto, ripeto,  il racconto breve necessita

di una sintesi che condensa forse eccessivamente

che si vuole raccontare e quindi si perde un poco

la prospettiva che invece il romanzo consente.

 

Sm — ha avuto difficoltà a trovare un editore per pubblicare

i suoi racconti e i romanzi?

 

Per quanto attiene ai racconti sia quelli brevi

che quelli per ragazzi non sono stati pubblicati

perchè non ho proprio cercato che venissero

pubblicati e per il momento non ho nessuna

intenzione di mandarli a un editore.

 

Il mio primo tentativo di pubblicazione l’ho fatto

con il mio romanzo “Il santuario” ed è lecito pensare,

poichè non ero affatto conosciuto gli inizi, che questi

siano stati molto difficoltosi. Però poi ho avuto la fortuna

di trovare sulla mia strada una agente letteraria

di Barcellona a cui è piaciuto molto il mio romanzo

e ha lottato e non ha mai rinunciato fino a quando

è riuscita a trovare un editore che ha accettato di pubblicarlo.

 

Sono molto grato a entrambi perchè hanno scommesso

su di me e sul mio romanzo; anche perchè scommettere

su di un autore esordiente è sempre un rischio.

 

Sm — E quale è stato il lavoro di ricerca, le basi storiche

su cui ha basato il romanzo? Poi quanto tempo

ci ha messo per scriverlo?

 

In totale ho impiegato due anni, il primo anno

è stato interamente dedicato all’attività di documentazione

anche se va detto che le due cose, in un primo momento,

cioè scrivere e documentarsi alle volte si sovrappongono.

ma sopratutto per la documentazione è stato usato

il primo anno, perchè dovevo ben strutturare il romanzo,

non solo per quel che attiene ai semplici dati e alla loro

veridicità ma anche per vedere in che modo questi dati

potessero incastrarsi fra di loro, incasellarsi fra di loro.

 

Il secondo anno invece è stato completamente

dedicato alla redazione vera  e propria.  Diciamo

che una volta che si ha ben chiaro nella mente ciò

che vuoi scrivere, una volta che hai creato i personaggi,

hai la struttura della trama ecc.  il momento

della redazione e quasi più semplice, fluisce in modo

quasi naturale

 

Sm — Il romanzo storico o il thriller storico ha avuto

una grande espansione. A cosa si può attribuire questo?

 

Io credo che il segreto consista nel saper combinare

nel modo più adeguato possibile l’immaginazione

e la storia reale.

 

Possiamo avere un romanzo che è tutta fiction,

tutta pura narrativa nata esclusivamente

dall’immaginazione dell’autore, che è si coinvolgente,

che può catturare l’attenzione del lettore, tuttavia

io credo che se questo romanzo ha una base per

quanto minima di fatti reali realmente accaduti

questo rappresenti un “plus” per il lettore.  

Non è la stessa cosa parlare di un personaggio

assolutamente fittizio oppure parlare di un personaggio

come Nelson Mandela, giusto per fare un esempio,

primo che mi viene in mente. Quindi anche se la storia

che costruiamo su Nelson Mandela è una storia fittiza

il fatto che il personaggio sia esistito davvero

da una dimensione veramente diversa.

 

Nel caso del mio romanzo ho scelto Stradivari perchè

universalmente noto. Se al posto di parlare di lui avessi

scelto di basare la mia storia su un liutaio sconosciuto

chiamato per esempio Giovanni Arrivederci non sarebbe

stato lo stesso, avrei dovuto introdurre all’inizio il liutaio

al lettori, spiegare per bene chi era e cosa faceva

e sarebbe stato più lontano in qualche modo alieno estraneo

al loro mondo, invece Stradivari in quanto realmente esistito

più vicino, più prossimo.

 

Io credo che il segreto sia proprio la capacità di dosare

sapientementemte immaginazione e storia reale anche

perchè questo ci da la possibilità di farci sentire curiosi

nei confronti della storia magari quella stessa storia

che ci hanno insegnato a scuola e che ci annoiava

terribilmente.

 

Sm — Sotto il nazismo esisteva veramente un istituto

che studiava la possibilita’ di appropriarsi dell’arca

dell’alleanza, la lancia di Longino, il Santo Graal ecc. ecc.

 

Tutto questo è assolutamente vero, documentato

e descritto ed è storia. I nazisti avevano un istituto

chiamato  Enerve che serviva a studiare gli avi,

e degli avi studiavano il linguaggio, le rune, i misteri 

che erano  in qualche modo associati appunto ai loro avi,

ovvero alla razza ariana quando era pura secondo loro.

 

Questo istituto è stato potenziato fino al punto

che passò  a dipendere direttamente dal secondo di Hitler,

Himmler che era il responsabile diretto dell’istituto Enerve

e questo la dice lunga sull’importanza che questo istituto

ricopriva per i nazisti. Tra le varie ricerche ne ha portato

avanti alcune che potranno sembrare assurde o da favola.

Siamo abituati a vedere il film con Indiana Jones 

che contende ai nazisti il ritrovamento dell’Arca dell’Alleanza

perchè i nazisti pensavano che chi fosse riuscito a mettere

le mani sull’Arca avrebbe avuto il potere assoluto, in grado

di dominare il mondo, quindi per quanto tutto ciò sembri

strano è tutto vero. Ma non solamente l’Arca dell’Alleanza,

il Santo Graal o

la Lancia di Longino, non solo quello ma anche il Tibet,

sono andati in Tibet alla ricerca di quelli che per loro erano

i cugini lontani di una razza intraterrena di una civiltà

che secondo loro si sarebbe potuta sviluppare sotto

la superficie terrestre e sarebbe emersa alla superficie

attraverso il Tibet. Tutte queste ricerche sono assolutamente

documentate.

 

Sm — Nel romanzo si parla della teoria della musica

delle sfere (Pitagora) cosa è?

 

Pitagora credeva che gli astri fossero pianeti piuttosto

che stelle e che nel loro movimento di rotazione su se stessi

emettessero un suono anzi per meglio dire una musica

assolutamente ascoltabile, assolutamente percepibile  

che però noi non percepiamo in quanto da quando siamo

concepiti, da quando ci siamo sviluppati come specie,

questa musica, questo suono è sempre stato presente

e  siamo talmente assuefatti a questo suono

che non lo sentiamo più.

 

Lo stesso succederebbe con il sangue che circola

nelle nostre vene e circolando emette un suono

ma anche in questo caso,  per fare una similitudine,

siccome siamo nati insieme a questo suono che ci è

sempre stato dal momento in cui prendiamo forma

nell’utero materno non lo percepiamo affatto e quindi

per Pitagora questa musica emessa dalle sfere 

in quanto corpi celesti è una musica celeste che può

variare in funzione delle dimensioni del corpo

che la genera nonchè dal titpo di rotazione e rivoluzione

che esegue l’astro.

 

 Sm — Il suo prossimo romanzo? Di cosa parlerà?

Sarà un altro thriller?

R— Sarà un romanzo decisamente storico più romanzo

storico che non thriller storico come la “Formula Stradivari”.

L’ambientazione temporale è più o meno l’860 (non 1860),

i personaggi e le situazioni per ovvi motivi saranno

completamente diversi però non voglio dire niente

di più perchè sono un poco superstizioso e ritengo

sia meglio non parlare troppo dei progetti che sono

in cantiere ma non sono ancora sicuri

Sm — Nel romanzo, Martha nel finale lei benchè ferita

si salva. L’ha lasciata in vita per riprendere poi con un sequel?


Non ci sarà un secondo romanzo, un seguito

a questo romanzo. Non amo i seguiti. Il romanzo

è finito. Credo che i personaggi siano stati sfruttati

a dovere e se ci dovesse essere lo spazio per una ripresa,

una nuova avventura si tratterebbe eventualmente

dell’ispettore Herrera il personaggio che fra tutti

è quello meno legato alla vicenda specifica.

Autore: Pino Cottogni - Data: 2 aprile 2009


www.sherlockmagazine.it/notizie/3528/

 
 
 
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