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Blu, Cosa pesa di più

Post n°4 pubblicato il 09 Giugno 2016 da ArtRing
 
Foto di ArtRing

In Bolivia, precisamente in Cochabamba si trova l’opera di Blu Cosa pesa di più che occupa l’intera parete di un edificio nel Paseo de las Artes, tra le vie Tarapacá e Jordán. In questa occasione Blu ha realizzato una mano, che per alcuni rappresenterebbe la giustizia boliviana o semplicemente la mano dei potenti che sostiene una gigantesca bilancia. Da un lato c’è un peso boliviano, che è la moneta ufficiale e che corrisponde 0,13 euro e dall’altro un gruppo di persone identificate con una cholita, un lavoratore e un bambino. Nell’ombra si può scorgere il profilo di altre figure che quindi rappresenterebbero l’intero popolo. Il messaggio è più che chiaro: la bilancia pende dal lato del denaro che quindi conta di più della popolazione boliviana.

 

Blu è un artista conosciuto per il suo impegno sociale. La lotta alle disuguaglianze, l’accusa al capitalismo e alla società moderna sono il punto di partenza del suo lavoro. Non è un caso che nel dicembre scorso cancellò due tra i suoi più famosi murales in Curvystrasse, Berlino. In questo suo gesto c’è un segno di protesta al processo di gentrificazione che aveva caratterizzato l’area, prima spazio libero occupato da senzatetto, rifugiati politici, istituzioni culturali e artistiche e locali notturni e poi venduto all’investitore Artur Suesskind per la costruzione di 250 appartamenti e un supermercato. La cancellazione delle sue opere vuole essere una dichiarazione di lotta alla speculazione edilizia e un manifesto dedicato alla città a combattere per preservare la propria fisionomia.

 

In Sudamerica Blu affronta la tematica sociale allineandosi ai problemi del luogo in cui lavora. In Messico realizza un’enorme bandiera, ma nella sua opera i colori del paese sono il verde rappresentato dai dollari, il bianco dalla cocaina e il rosso dal sangue. L’intera scena è occupata da soldati segnalando come lo stato abbia il controllo del traffico della droga e quindi le mani sporche di sangue.

 

Se in Messico per Blu la problematica è legata alla droga, in Bolivia la sua denuncia si rivolge al governo che è maggiormente interessato al guadagno economico piuttosto che al benessere della sua popolazione. La scelta di dipingere su una parete di mattoni non è casuale, la maggior parte degli edifici in La Paz sono lasciati senza intonaco e osservando la città dall’alto spicca il colore rosso di questo materiale, apparentemente dovuto alla mancanza di risorse economiche. Nell’opera, il disegno appare frastagliato a causa dell’assenza di una superficie liscia come base, questo fa sì che il volto delle persone sia poco distinguibile e quindi risultino prive di identità. L’uso dell’ombra rende il disegno più realistico, creando un’atmosfera di sospensione e sottolineando come si tratti di un momento importante di giudizio. Si può individuare una contraddizione, la moneta cita il motto nazionale la union es la fuerza ma questo non cambia che la popolazione unita posta su una bilancia valga meno del dio denaro.Blu anche in questo caso ha voluto esprimere il suo punto di vista sulla situazione politica. L’arrivo al potere di Evo Morales aveva significato per la popolazione un grande cambiamento, finalmente Bolivia aveva un presidente del popolo che si faceva carico della questione indigena, dei lavoratori e della classe sociale più debole. Nel 2014 quando Blu realizza la sua opera in occasione del BAU (Bienal de Arte Urbano) di Cochabamba, Evo Morales ha otto anni di governo alle spalle. L’aumento del traffico di droga e della criminalità ha reso Bolivia il secondo paese più corrotto dell’America Latina. La brama di potere economico ha portato alla costruzione dell’autostrada Beni-Cochabamba, distruggendo parte del parco Tipnis, riserva ecologica e forestale situata al centro del Paese e alla conseguente repressione delle comunità indigene in marcia verso La Paz. La creazione del fondo indigeno destinato allo sviluppo delle organizzazioni sindacali e contadine in Bolivia era diventato lo strumento per arricchire le casse private di alcuni rappresentanti del governo. Inoltre la gestione di potere, che aveva portato alla modifica della legge costituzionale e quindi alla conseguente possibilità di ottenere il suo terzo mandato, ha trasformato Morales nel presidente che ha governato per più tempo senza alcuna interruzione. E’ in questo scenario che si deve leggere l’opera di Blu, realizzata nel 2014, appena un anno prima del referendum per la rielezione di Evo Morales che terminò con la vittoria dello stesso. Blu si interroga e ci interroga su cosa pesa di più tra il popolo e i soldi per il governo boliviano, dandoci la risposta ma nello stesso tempo non escludendo la possibilità di cambiare l’oscillazione della bilancia, aumentando il “peso” che la popolazione ha all’interno della società.

 

Federica Cupelli

 
 
 
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