ArteNet
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Illustrazione di Davide Bonazzi
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LE MADONNE DI VITALE DA BOLOGNAMuseo Civico Medievale Le Madonne di Vitale. Pittura e devozione a Bologna nel Trecento Vitale da Bologna Dall' anno della sua morte, il 1360 circa, a oggi, Vitale da Bologna ha avuto due mostre e una sola monografia, firmata da Cesare Gnudi. Il nostro Museo Civico Medievale gli dedica ora una «mostra dossier» che raccoglie tutte le madonne che ha dipinto nella sua carriera, o quasi. Ne mancano in realtà due, una conservata ai Musei Vaticani, che per questioni economiche Massimo Medica, direttore del Medievale, non ha potuto chiedere in prestito ma che, tiene a farlo notare, «probabilmente ci avrebbero concesso», e una di una collezione privata bolognese che, invece, ha negato il prestito. Nella mostra che apre oggi alle 18 nelle sale di via Manzoni, e resta allestita fino al 20 febbraio (martedì-venerdì: 9-15; sabato, domenica e festivi infrasettimanali: 1018,30) si ritrovano un po' le origini della bolognesità, spiega Eugenio Riccomini, presidente dell' Istituzione Musei. «Prima di Vitale non esisteva una scuola bolognese così come prima di Giotto non ne esisteva una fiorentina. Nella pittura di Vitale sono contenute le due caratteristiche che poi rimarranno nei secoli nella nostra arte e che sono anche gli elementi distintivi della bolognesità. Da una parte la dolcezza del disegno e dall' altra la sgrammaticatura e quello spirito un po' rock, che gli fa dipingere angeli che sembrano scatenati in danze vorticose o un bambino in braccio alla Madonna che torce il busto quasi che volesse scappare». Esposte ci sono tutte le tipologie di dipinti devozionali in uso a Bologna nel Trecento. Dalle piccole tavolette per la preghiera personale che i monaci portavano sempre con sé, all' affresco «pro animae» della «Madonna del ricamo» della Fondazione Carisbo, dai dipinti da stanza che ornavano le case trecentesche, alle grandi tavole realizzate per le chiese come «La Madonna dei denti», che apre la mostra. Ma questa non è solo l' occasione per vedere unite insieme le Madonne di Vitale fra le quali, va fatto notare, c' è anche, ospite speciale, la «Madonna con bambino, Santa Caterina e una Santa martire» che arriva dal Museo Poldi Pezzoli di Milano. E' l' occasione per sottolineare, ancora una volta, come debbano lavorare «i musei al tempo della crisi», per ringraziare gli sponsor «senza i quali non sarebbe più possibile fare le mostre» e tutti coloro che hanno collaborato. Per primi i giovani studiosi e ricercatori ai quali si devono alcune recentissime scoperte scientifiche. Al fianco della «Madonna dei denti», una grande tavola datata 1345 del Museo Davia Bargellini, sono esposte altre due opere che fino a poco tempo fa si credevano appartenere allo stesso polittico. I recenti studi sull' iconografia hanno invece aperto all' ipotesi che provengano da un altro polittico cui manca la parte costitutiva, risalente all' ultima produzione del pittore. Altra recente scoperta è l a committenza della «Madonna col Bambino e donatore» del museo di Viterbo. Gli studi sulle sfumature cromatiche delle vesti della figura rappresentata, hanno mostrato che non si tratta di un cardinale benedettino ma francescano, indicando come committente il cardinale Pastuer de Sarrats.
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Bologna, 27 luglio 2008
Margherita
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