ArteNet
ArteNet nasce dal desiderio di condividere l'interesse per l'arte intesa nel suo significato più ampio: dalle arti figurative alla musica, al cinema, al teatro e ai libri, nella convinzione che, come scrive Brecht, “tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere”.
Illustrazione di Davide Bonazzi
Messaggi di Luglio 2009
PER NON DIMENTICARE 2 AGOSTO 2009 Programma della giornata domenica 2 agosto
ore 11.00 - Primo Binario - Stazione di Bologna: deposizione di corone al cippo che ricorda il sacrificio del ferroviere Silver Sirotti deceduto nella strage del treno Italicus ore 11.15 - Chiesa di San Benedetto - Via dell'Indipendenza, 64: Santa Messa, celebra S.E. Mons. Ernesto Vecchi, Vescovo ausiliare Chiesa di Bologna ore 21.15 - Piazza Maggiore: Al termine proiezione del film "FADE TO BLANK" - 02081980 - regia di Filippo Porcelli, durata 10'
video da LA STORIA SIAMO NOI in You Tube VIDEO DA LA REPUBBLICA Bologna "La strage del 2 agosto? Furono le Brigate rosse"
Giordano Bruno |
Ieri sera, nel parco antistante il
Mario Perrotta racconta l'emigrazione italiana nelle miniere di carbone del Belgio attraverso un'epopea popolare, fatta di uomini scambiati con sacchi di carbone, di paesi abitati solo da donne, di lettere cariche di invenzioni per non svelare le condizioni umilianti di quel lavoro, di mogli che rispondono a quelle lettere con le parole dettate dall'unico uomo rimasto in paese: il postino. E' lui che racconta tutto quello che ha visto e sentito come può, ricostruendo uno spaccato amaro e ironico di un'Italia uscita dalla guerra e pronta ad affrontare il boom economico. Spettacolo della Compagnia del Teatro dell'Argine.
Il testo completo di ITALIANI CÍNCALI! in www.vorrei.org Marcinelle (Belgio), 1956
262 minatori, di cui 136 italiani morirono in un incendio di gas grisù in una miniera di carbone. Gli operai italiani erano stati inviati in Belgio nel quadro di un accordo che portava vantaggi economici ad entrambi i governi. |
Ringrazio vivamente il signor Adler Bolelli, la Biblioteca Lame e il Museo Archeologico di Bologna per l'interessante iniziativa: una visita a porte chiuse guidata magistralmente dall'archeologa dr.ssa Laura Minarini alla mostra POTERE E SPLENDORE. GLI ANTICHI PICENI A MATELICA
La mostra raccoglie gli eccezionali frutti di scoperte recenti nelle necropoli della comunità picena di Matelica (MC), risalenti al VII secolo a.C., riuniti assieme dopo complessi restauri. La cospicua mole di dati venuti alla luce contribuisce ad una migliore conoscenza dell'archeologia italica preromana, non solo locale. La mostra e il suo catalogo si propongono di far comprendere tutti gli aspetti socio-economici e di cultura materiale di queste antiche comunità dell'alta valle dell'Esino, che dovevano trarre il loro benessere e la loro ricchezza dallo sfruttamento delle ampie risorse agricole e pastorali del territorio, nonché dal controllo delle direttrici viarie transappenniniche dall'Adriatico al Tirreno.
Calice a corolla in ceramica sovradipinta: da Matelica, loc. Passo Gabella, Tomba 1. (Foto Giorgio Filippini) Oinochoe composta da uovo di struzzo, elementi in legno e avorio: da Matelica, loc. Passo Gabella, tomba 1. (Foto Giovanni Lattanzi)
Spada in ferro con impugnatura in avorio decorata con inserti in ambra e bronzo: da Matelica, loc. Crocifisso, Tomba 182. (Foto Giovanni Lattanzi) Elementi ornitomorfi fittili pertinenti ad olle: da Matelica, loc. Passo Gabella, Tomba 1. (Foto Giorgio Filippini) Scudo in bronzo decorato a sbalzo (fronte): da Matelica, loc. Brecce, Tomba 77. (Foto Giorgio Filippini) Cista in bronzo decorata a sbalzo: da Matelica, loc. Passo Gabella, Tomba 1. (Foto Giorgio Filippini)
Visite guidate gratuite con il biglietto d'ingresso alla mostra in occasione dell'apertura serale straordinaria (dalle 18.30 alle 22.30)
Primo e secondo video da YouTube Altri video in FABRIANOPOLI ARTICOLI E APPROFONDIMENTI I Piceni da Matelica a Bologna di Flavia Molinari I Piceni di Federico Uncini in FABRIANO STORICA Presentazione della mostra in ARCHEOLOGIA VIVA Presentazione della mostra in CULTURA MARCHE I Piceni in WIKIPEDIA I Piceni in Encarta Alessandro Naso I Piceni. Storia e archeologia delle Marche in epoca preromana, Longanesi, 2000 Potere e splendore. Gli antichi piceni a Matelica
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Post n°413 pubblicato il 27 Luglio 2009 da Margherita2411
DOMENICA 26 LUGLIO 2009 Greve in Chianti, crocevia commerciale Il più antico nucleo abitato da cui ebbe origine il centro di Greve viene individuato sull'attuale collina di San Francesco, citata in un documento dell'XI secolo per una donazione di S. Bernardo degli Uberti al Monastero di San Salvi. In seguito fu sede di un antico ospedale e, dalla fine del Quattrocento, ospitò un piccolo insediamento monastico dell'Ordine Francescano (da cui prese il nome), trasformato oggi nella sede del Museo d'Arte Sacra. (dal sito del COMUNE) MUSEO D'ARTE SACRA DI SAN FRANCESCO Il museo è allestito nei locali dell'ex convento di San Francesco. Nell'oratorio al piano terra si trova l'opera più importante della collezione: la grande terracotta policroma raffigurante il Compianto sul Cristo morto, attribuita alla bottega di Benedetto di Santi Buglioni. Il museo ospita un'importante raccolta di dipinti, sculture, paramenti e arredi sacri che testimoniano la rilevanza storica e la vitalità artistica del territorio di Greve in Chianti. Tra le varie opere si segnalano in particolare una Madonna col Bambino fra i Santi Bartolomeo e Francesco di Francesco Granacci, e un raro pezzo cinquecentesco in vetro dipinto raffigurante San Silvestro papa benedicente, oltre all'Assunzione della Vergine, già attribuita a Jacopo Vignali. Bicci di Lorenzo - Vergine in trono e santi Il dipinto proviene dalla chiesetta di S. Martino a Uzzano, e probabilmente venne commissionato da Niccolò da Uzzano a Bicci di Lorenzo, pittore che aveva già lavorato per lui in S. Lucia dei Magnoli a Firenze. La tavola fu trafugata nel 1979 e fortunosamente ritrovata prima che varcasse la frontiera. Databile tra il terzo e il quarto decennio del Quattrocento, il dipinto rappresenta la Madonna in trono col Bambino e due coppie di Santi, nei quali possiamo riconoscere San Martino, San Giovanni Evangelista, San Giovanni Battista e un altro Santo di problematica identificazione; nella cuspide è rappresentata la Crocifissione.
Il Ciborio in terracotta invetriata con quattro Angeli adoranti e festoni di frutta è attribuito alla bottega di Santi di Michele Buglioni. |
VENERDI' 24 LUGLIO ORE 21.10 (lo scorso venerdì, sebbene annunciato, non andò in onda. Speriamo che stasera sia la volta buona!) Un attacco alla Chiesa dell'epoca, riferimenti alla cultura ebraica, richiami alla "fratellanza" delle religioni: è il segreto che, secondo un nuovo studio, cela l'opera di Michelangelo. Un "ENIGMA" perfetto per Augias. Michelangelo Buonarroti, dipingendo la Cappella Sistina, nascose tra gli affreschi numerosi simboli della cultura ebraica e del neoplatonismo. Lo sostiene lo studioso americano Roy Doliner, autore, con il rabbino Benjamin Blech, del libro "I segreti della Sistina. Il messaggio proibito di Michelangelo", (Rizzoli, pp. 397, 22 euro), nella puntata di questa settimana di ENIGMA di Corrado Augias. (da IL VENERDI' di Repubblica del 10 luglio, pag. 131) |
Post n°410 pubblicato il 22 Luglio 2009 da Margherita2411
Mercoledì 22 luglio La conferenza è un'occasione per conoscere i risultati più recenti dell'avvincente ritrovamento di pitture murali di Nicolò dell'Abate (1510-1571) nella Rocca di Scandiano. Il recupero della Rocca ha riportato alla luce, nella saletta che la critica ha correttamente individuato come il Camerino del Paradiso, le tracce pittoriche decorate con la raffigurazione delle Nozze di Psiche nella volta e con figure di musicanti nei peducci di sostegno. Contrariamente a quanto è stato affermato dagli inizi dell'Ottocento fino a oggi, il saccheggio operato verso la fine del XVIII secolo dal duca di Modena non aveva spogliato completamente la rocca di Scandiano delle pitture dell'artista modenese.
L'evento ha suggerito la realizzazione della mostra "Nicolò dell'Abate alla corte dei Boiardo. Il Paradiso ritrovato", di cui proprio Angelo Mazza è stato il curatore con Massimo Mussini (catalogo pubblicato da Silvana Editore, 2009, 336 p., € 35,00). La mostra, aperta fino all'11 ottobre, presenta - attraverso 80 opere, di cui 53 di Nicolò dell'Abate e della sua bottega - tutte le testimonianze pittoriche e decorative provenienti da quello storico edificio e, nel contempo, dà conto degli interventi recentemente effettuati sui brani di pittura superstiti. |
Grazie a |
Benvenuti in ArteNet!
Timidamente, mi affaccio alla rete con un blog creato per scambiare quattro chiacchiere con altri malati d'arte come me!
Mi auguro che ArteNet offra a tutti l'occasione per esprimere pensieri e opinioni e si configuri come un luogo virtuale in cui trovare informazioni e segnalazioni.
Grazie ai visitatori e a coloro che vorranno dare significato ad ArteNet con i loro contributi personali.
Bologna, 27 luglio 2008
Margherita
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Le cose che il bambino ama rimangono nel regno del cuore fino alla vecchiaia.
La cosa più bella della vita è che la nostra anima rimanga ad
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... non perderti per niente al mondo lo spettacolo d'arte varia di uno innamorato di te
... entra e fatti un bagno caldo c'è un accappatoio azzurro, fuori piove un mondo freddo...
UN RACCONTO DI ERRI DE LUCA
Da Lampedusa uno splendido racconto dello scrittore napoletano sul tema dell'immigrazione.
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Il testo del racconto è in
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