Creato da Artemide.75 il 02/03/2010
Scrivere per se stessa e per gli altri

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

krull3650leonardo.deluiseborsoni0antoniociancio2000CORTO_MALTESE1dgltizianocorsettigiusi.cerronebeppe72778max.giampaoloalessandro.giroantenna51critulumlucianocanestrariGAIA.Lstefanofedeli
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Malika Ayane - Ricomincio da qui

 

Noemi - Per tutta la vita

 

Fotografie - Claudio Baglioni

 

 

Nina Zilli - 50 mila

 

 

« Torta allo zenzero: prof...Odore di Mondello »

I profughi dello yacht

Post n°52 pubblicato il 01 Agosto 2010 da Artemide.75
 
Foto di Artemide.75

 

"Ai lettori che vivono con preoccupazione la crisi economica vorremmo segnalare un dramma nel dramma. Quello di Elisabetta Gregoraci, moglie di Flavio Briatore e mamma del di lui erede, Falco Nathan. «Al mio piccolo manca lo yacht», è il grido di dolore che la donna ha affidato a un settimanale. «Da quando siamo stati costretti ad abbandonare la barca, il bambino piange spesso, non è più sereno come prima». Segue un racconto dettagliato e crudele: dopo la nascita del pargolo, la famiglia Briatore è costretta ad accamparsi su uno yacht con 12 persone di equipaggio e 63 metri di parquet. Una sistemazione di fortuna, in attesa che finiscano i lavori della nuova abitazione, che sorgerà in località defilata: Montecarlo. Ma ecco sopraggiungere i finanzieri a sirene spiegate, con l'accusa di contrabbando e frode fiscale. I profughi dello yacht devono scendere a terra e riparare in un attico di Londra, dove il clima è meno mite e il pavimento neanche ondeggia.

Siamo sicuri che milioni di donne si immedesimeranno nell'incubo della signora Briatore. È tale il terrore che i loro figli possano soffrire il trauma della perdita dello yacht che hanno preferito abituarli fin da subito a condizioni di vita meno precarie: una culla ricavata nella stanzetta della nonna. Da parte nostra - oltre a offrire al piccolo Falco Nathan la più incondizionata solidarietà per i decenni a venire - ci domandiamo se la sua mamma abbia una minima percezione della realtà che la circonda. Ma forse sullo yacht si captava soltanto il Tg1."

Giuntami via mail, l'autore è anonimo. Ma come vorrei averla scritto io questo testo!!!

Ma non si vergogna questa qui  a lagnarsi di una cosa del genere? ma ha minimamente presente cosa subiscono e patiscono i bambini dell'Africa, dell'Asia sudorientale e dei paesi dell'America Latina? Chi muore di fame e di dissenteria, chi viene arruolato come bambino-soldato, chi costretto a prostituirsi, chi è schiavo in fabbriche malsane... e questa mi parla di trauma da panfilo!

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963