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« 'E magnete 'o limone (... |
I posteggiatori sono figure inscindibili dalla storia e dalla cultura di Napoli: per sette secoli menestrelli, musici e cantori hanno vissuto tra il Vesuvio e il mare, spesso viaggiando in paesi lontani per poi tornare ricchi di bei ricordi ma sempre poveri di risorse economiche. Le origini e lo sviluppo della canzone napoletana sono legati a filo doppio con l'arte "di strada" dei posteggiatori, umili e sconosciuti propagatori di poesie e melodie non di rado destinate all'immortalità.La loro arte ha punteggiato i secoli d'oro della canzone di Napoli .Certo i posteggiatori napoletani furono gli strenui rappresentanti di una tradizione che ha un posto incancellabile nella storia delle espressioni poetiche e musicali della cultura popolare dell'Europa mediterranea. (da Mimmo Liguoro I posteggiatori napoletani)
"Signurì buongiorno eccellenze
Con insistenza, all’ apparire della mia presenza
Addò nisciuno me penza,
faccio appello alla vostra indulgenza
E dimostratemi ‘nu poco ‘e benevolenza".
Suonata qualche canzone allegra concludeva la sua esibizione con una esilarante e provocatoria richiesta di pagamento:
"Signure e signurine, ledi e milòrd,
aggiate pacienza cacciate ‘nu sòrd,
pe chi nun tene na lira ‘e spicce:
ci’hanna ascì ‘e bbolle ‘ncopp’’o sasiccio!".
Questo era un atteggiamento tipico da "posteggiatore" prima, durante e dopo una esibizione.
La "Posteggia" potrebbe far risalire la sua origine al greco RAPSODO, ai latini JACULATORES, ai medioevali TROVIERI e MENESTRELLI. Essa è, insomma, l’erede degli antichi cantori girovaghi, che "portavano dalla Corte e dal Castello i canti al popolo dei borghi e delle campagne e, viceversa, i canti del popolo alla Città ed alla Corte”: questa la bella sintesi di Sebastiano di Massa.
Tra i musicisti “ambulanti” del '500 (secolo d'oro di quaesta attività) Masto Roggiero, Cumpà Junno, Muchio, Mase, Ciullo(Giulio)‘o surrentino, Giovanni Leonardo Primavera detto Giallonardo dell’Arpa, Sbruffapappa il più geniale artista del tempo, lo Cecato de Potenza e molti altri.
Ai suonatori di tradizione,il nome di Posteggia, un po' infastidiva: avrebbero senz’altro preferito essere indicati con –i professori-, come fece generosamente Giovanni Gaeta (E.A.Mario) nella sua famosissima canzone “Dduje paravise” (dduje viecchie prufessure 'e mandulino, ecc.), ma la borghesia li ha sempre considerati musicisti di seconda classe.
L’appellativo dato a questi musici erranti e/o ambulanti deriva dal verbo “posteggiare” (nel senso di… tenere il posto) e/o da “posto” (nel senso di… fisso).
"Promesse di matrimonio, i matrimoni stessi, battesimi, compleanni, ricorrenze e promozioni erano le occasioni di lavoro più comuni e remunerative: Conoscenze elementari di musica, stiracchiate melodie sul mandolino e/o flauto, un “filo di voce” bene intonato e tantissimo cuore nelle interpretazioni; questi gli ingredienti necessari alla posteggia.
Aggiungete poi alcuni fattori esterni quali: L’ospitalità della taverna, gli splendidi tramonti, la Luna d’argento, la pace delle campagne soleggiate oppure il fresco della sera, i buoni cibi, l’ottimo vino e… capirete perché nessuna donna, italiana o straniera che fosse, sia mai riuscita a resistere al fascino di Gegè, Pinuccio, Totore, Pascalino; insomma di… Napoli." (POSTEGGIATORI DI NAPOLI di Giulio Iervolino).
Quanta poesia in questa arte – mestiere: “ La canzone è fatta di tre elementi: un mandolino, una chitarra, una voce… non un tenore, o un baritono. Una voce. Un uomo che possa cantare con la stessa naturalezza con la quale respira o parla. Una voce, magari senza portata. Una voce, forse rauca. Ma la voce d’ un uomo che “sente” ; una voce persuasa e persuasiva.
Una chitarra e un mandolino che seguono e commentano, senza particolare bravura. Il posteggiatore viene vicino, e canta un po’ curvo, quasi sottovoce…” queste le commosse parole scritte dal grande Alberto Consiglio .
E' doveroso ricordare alcuni tra i più noti professori (posteggiatori) del secolo scorso:
- Alfonso GRAMEGNA con il suo quintetto fu ospite per molti anni dello Zar Nicola II di Russia.
- Il celebre Giovanni Di FRANCESCO (1852 – 1935) detto “‘o zingariello” fu amico di poeti e compositori napoletani e prediletto da Richard Wagner; venne ricordato e celebrato in composizioni poetiche di Salvatore di Giacomo, e Libero Bovio scrisse apposta per Lui un componimento poetico (1930): “Zingariello, cantatore ‘e Pusilleco, senza voce sapive cantà; cielo e mare, - quanno ‘a notte era doce – cu n’accordo ‘e chitarra facive scetà!”.
- Giuseppe SACCO e Raffaellina PERES DE VERA furono a Lipsia nel 1905;
- Pietro RONCONE e Luigi CALIENNO del complesso Anepeta (1911);
- Raimondo SCHOTTLER e MARANIELLO del Complesso della Rosa(1910);
- Luigi CALIENNO e Raffaele SAVARESE del Complesso Moreno (1917).
- Il FRASCHINI altro tipico posteggiatore, fu anche ricordato da Di Giacomo nel fascicolo “Piedigrotta for ever” del 1901;
- Giuseppe ASSANTE, Giuseppe GALASSO e Giacobbe Di CAPUA composero la posteggia della - Trattoria Pallino - al Vomero nel 1902;
- Alla “Trattoria dell’ Allegria” nel 1905, c’erano: Totonno ‘o barraccaro, Pietro MAZZONE, Giuseppe de MARIA, Raffaele de POMPEIS e Gennaro SPINELLI ;
- presso il Ristorante D’angelo nel 1949, dilettavano il pubblico i posteggiatori: Vincenzo MARMORINO, Giorgio SCHOTTLER, Salvatore dell‘ AVERSANO e Mimì PEDULLA’.
- Sono altresì da ricordare, e con grande affetto, i fratelli (da tutti considerati gemelli per la straordinaria rassomiglianza) Giulio e Raffaele VEZZA conosciutissimi in tutta Napoli per aver partecipato a numerosi film anche con Rondinella e Totò. Erano “fissi” da Salvatore alla Riviera fino a pochi anni or sono; di eccezionale bravura tecnica ed armonica, con soli violino e chitarra sembravano una orchestra intera
- Un singolare rappresentante della categoria fu Eugenio PRAGLIOLA (1907–1989) detto “cucciariello” od anche “Eugenio cu ‘e llente”. Intratteneva il pubblico sugli autobus della provincia, e con fisarmonica e megafono, bombetta ed occhiali senza vetro, divertiva tutti.
Infine voglio ricordare Vincenzo MASULA, ormai ultra ottantenne, che ha dedicato la sua intera vita alla posteggia nei ristoranti di Marechiaro. Abitava in Via Santa Maria in Portico,a due passi da me...
"Ora passa le sue giornate tra i ricordi presso L’Ospizio Marino di Baia Due Frati a Posillipo; la bella presenza, voce da Tenore leggero ed un personale modo di suonare la chitarra erano le sue caratteristiche professionali e non mancavano per certo, garbo ed eleganza al suo modo di porsi al pubblico" (ancora da POSTEGGIATORI DI NAPOLI di Giulio Iervolino).
Il video musicale che inserisco (scusate l'audio ma è una "diretta") vi farà da esempio e se tornerete indietro con la mente di qualche secolo, ad un panorama, ad una trattoria, alle storie raccontate dai nonni, griderete certamente con me "ma quant'è bella Napule!".
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Nickname: fedelecarlo
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Sesso: M Età: 67 Prov: NA |
Inviato da: Jouets en peluche
il 09/08/2013 alle 16:35
Inviato da: angela talu
il 27/05/2013 alle 08:16
Inviato da: pasqualesomma1950
il 28/11/2012 alle 23:12
Inviato da: freddy
il 02/05/2012 alle 22:57
Inviato da: Roberta Marchetti
il 24/08/2011 alle 17:05