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Post n°79 pubblicato il 20 Agosto 2011 da pacatissima
Le avevo chiesto il Nero. Di svilupparlo. E di tornare a lavoro compiuto. E’ entrata a capo chino questa volta e dopo che ha preso il suo posto si è messa a guardare fuori dalle finestre. Una decina di minuti ancora silenziosi. Mi chiede di chiudere le persiane. E di fare lo stesso con la luce. E’ buio pesto. Tutto diventa più udibile. Inizia a parlare, raccontandomi i il suo sogno: “ Salgo nell’ascensore di una casa in costruzione. Accanto a me c’è un uomo. L’ascensore sale in modo paurosamente veloce e dà scossoni così forti da scheggiare il muro. So di stare raggiungendo una donna grassa, vestita di nero, che mi ha detto che noi due siamo venute al mondo nei nostri corpi, ma con le anime scambiate. Ora ci siamo ritrovate e possiamo restituircele. Quando arrivo in alto e la vedo, le riferisco qualcosa sull’uomo che mi è accanto, ma lei mi intima: “ Lascia perdere, non capisce, non parla italiano.” Rispondo: “ Ma come? Ha parlato fin’ora con me in questa lingua!” Lei non dà peso. Mi giro e vedo che l’uomo si è completamente trasformato. E’ un uomo anziano con occhiali, per metà calvo e con un cappello. Cerco di darmi forza dicendo: non impressionarti, questo è un luogo dove accadono cose strane, è normale. Lo lascio velocemente e sono con lei. Terrorizzata la informo: “ Per tutto il tempo in cui l’ascensore saliva ho pensato che non avrei avuto il coraggio di tornare giù da sola. Promettimi che mi accompagnerai nella discesa.” Ma lei continua a non dare molto peso alle mie parole: “C’è altro, vieni! Ora non pensarci, ricordati che, toccandomi, con un lieve gesto d’amore, ci siamo, per incanto, scambiate l’anima. Questo era scritto. Ed ora è il momento. “ Io però non la tocco, sono totalmente aggrappata a lei, volendo essere contenuta nel suo abbraccio di protezione. Guardo la sua veste lucida e nera, tirata sulle sue gambe grosse mentre divento consapevole del fatto che è giunto il momento, ritenuto fra l’altro, dolce e sublime. Non sono in sintonia con questi due aggettivi, sono terrorizzata. Diventa tutto buio. La tocco. So che inavvertitamente le anime si stanno scambiando di nuovo. Faccio delle riflessioni veloci sulle paure che mi hanno accompagnata e che provo tutt’ora sperando, che d’ora in poi, tutto diventi più lieve. Ma sono pensieri velocissimi. Il buio. E col buio mi sveglio. In preda al panico.” Ho ascoltato tutto con gli occhi aperti, nonostante il buio. Ascolto ancora. Sento il rumore della sedia rimossa e i suoi passi incerti dirigersi verso la porta d’uscita. Il cigolio della maniglia, l’ aria spostata, lo sbattere . Non saluta. Mi lascia solo. Nel buio.
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