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Post n°102 pubblicato il 18 Aprile 2012 da pacatissima
Quando i ricordi sono stati sistemati nel giusto posto, restano lì solo per baluginare iridescenze. Sono chiusa nei ricordi. E’ così piacevole e rilassante ricordare, stabilire trame usando nuove percezioni, nel silenzio assoluto per poterlo fare. Altrimenti le orecchie si drizzano e, malgrado ciò che scelgo, introiettano altro. Il pensiero purificatore Alias L’Angelo Sterminatore si mette in moto non appena superata la soglia. Ci sono cose così silenziose che non si possono ascoltare altrimenti. E garantisco che è un piacere entrare in contatto con loro, sentire persino i visceri che risuonano. Cantici e armonizzazioni fra l’utero e le ovaie. Un tempo ho avvertito lì il contatto fisico e non è che oggi, dopo 30 anni, si sia spostato di molto. Si è solo fatto più presente. Ripetutamente presente e spesso, nel senso di spessore. Gli occhi guardano in basso quando avviene, ma non è lo sguardo ad essere in questione. Più che altro sono le palpebre che si abbassano fino a lasciar passare quella quantità di luce necessaria a mantenere un contatto anche visivo e a non lasciar perdere del tutto il mondo esterno. Riposano le palpebre. E con esse la fronte si spiana. E quando si rialzano lo fanno per poco, lentamente, cariche dei tesori che hanno intravisto, mentre l’iride manda bagliori di luce nuova, tagli incisi da un’ombra che educa.
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