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Aprile dolce dormire......

Post n°9 pubblicato il 23 Aprile 2006 da tuaregmax
 

E' un vecchio detto ma come tutti i vecchi detti ha un fondo di verità che deriva  da una saggezza popolare antica.

Il dolce dormire d'aprile lo dedico al camerata Enrico Pedenovi che trent'anni fa fu assasinato dalle mani grondanti di sangue dei figli dei traditori,gli stessi  codardi che dopodomani sfileranno con le loro bandiere rosse.

Camerata Enrico spero che tu stia beatamente dormento in quella landa del regno di Odino dove riposano i giusti.

I giovani camerati che hai difeso gratuitamente dalle sgrinfie di una magistratura rossa come la vergogna, non ti dimenticheranno mai!!!!

ONORE AL CAMERATA ENRICO!!!!!

AVV. PEDENOVI   PRESENTE!!!!!

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Commenti al Post:
Bellabimbina
Bellabimbina il 24/04/06 alle 11:03 via WEB
Ciao..perchè non passi dal mio blog?Sto cercando di far conoscere a più persone possibili il MOVIMENTO SEM TERRA..
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aurora.europea
aurora.europea il 24/04/06 alle 12:52 via WEB
..."Quella stessa mattina tre persone, a bordo di una Simca rubata la notte precedente, attendono che Pedenovi sia immerso nella lettura; due di essi scendono, si avvicinano alla macchina, sparano contemporaneamente contro di lui e raggiungono la Simca che si dirige verso piazza Durante". Enrico Pedenovi era un "nemico" semplicemente in quanto esponente missino. Il suo volto e il suo indirizzo erano stati pubblicati da "Lotta continua" su una lista di proscrizione dal significativo titolo di "Pagherete tutto" contente nomi, immagini, indirizzi e abitudini di un centinaio di militanti della destra milanese. Eppure chi ebbe modo di conoscere Pedenovi lo ricorda come uno degli uomini più miti e concilianti, un padre di famiglia onesto e laborioso che non aveva mai inteso la politica come scontro. Allora perché colpire proprio lui? La risposta arriverà molti anni dopo quando, una volta smantellato l'apparato militare di Prima Linea, salteranno fuori anche i suoi assassini. Nel corso del procedimento penale si scoprirà, infatti, che gli autori del delitto, militanti proprio di Lotta Continua che aspiravano a diventare terroristi di Prima Linea, scelsero, tra i molti obiettivi possibili e schedati, quello "più facile". Facile perché Pedenovi era un uomo pacifico e metodico che non adottava precauzioni, che usciva sempre alla stessa ora, senza guardarsi alle spalle. Ma facile anche perché, come dissero gli imputati: "l'omicidio era legittimato", una dichiarazione che Bollati ci spiega ricordando che, in quegli anni, da parte di tutti: "Era comodo additare nei "fascisti" i responsabili di tutti i mali, anche quelli di natura sociale ed economica, che non potevano non pesare sui governi, per distrarre l'attenzione della violenza dalle loro persone. I "fascisti" venivano lasciati in prima linea da soli a fronteggiare il comunismo nella sua peggiore espressione. Dietro quella fragile prima linea molti socialisti e democristiani si creavano un alibi, nel caso in cui quella trincea venisse travolta, esprimendo, anche con il silenzio, il loro consenso alle violenze o, peggio, additando i punti deboli da colpire. Ecco perché Enrico Galmozzi dice davanti ai giudici che si sentiva legittimato alla violenza, soprattutto quella contro i "fascisti" e sino al loro omicidio". Quando la notizia della morte di Pedenovi si diffuse, come è ovvio decine di missini cercarono di recarsi sul luogo del delitto per portare un fiore, per esprimere cordoglio alla famiglia; ma l'intera zona era chiusa, presidiata da un cordone, non già di polizia o carabinieri, bensì di almeno seimila compagni con i volti coperti e le chiavi inglesi. In tutte le strade limitrofe al luogo del delitto gruppi armati di comunisti impedivano a chiunque di avvicinarsi. Ci furono inseguimenti e decine di pestaggi. Chi riuscì a forzare il blocco e ad arrivare sul luogo del delitto, non vi trovò neppure un fiore, né l'ombra di un poliziotto. Rimaneva solo una "anonima" macchia di sangue sull'asfalto per la quale nessuno aveva il coraggio di mostrare pietà, in un grigio squallore figlio della paura e dell'inciviltà, simboli di quegli anni impossibili."... (tratto dal libro "Il delitto Pedenovi" di Benito Bollati (Lasergrafica Polver, Milano, 2001) pubblicato in Onore del venticinquesimo anniversario della morte. Onore al Camerata Enrico Pedenovi! PRESENTEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!
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toorresa
toorresa il 25/03/09 alle 07:40 via WEB
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