Creato da AussieAle il 18/04/2007

Aussie Life

Bagatelle dall'altra parte del globo, cronache di vita australiana

 

 

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L'italiano del New York Times

Post n°111 pubblicato il 16 Dicembre 2007 da AussieAle

Credo che il New York Times abbia la sua parte di ragione.  Un commento va sempre accettato. Quello che mi disgusta è che in fondo, alla gente piace. Deve essere una sensazione mista fra compassione e biasimo. E’ veramente il motivo per cui Grillo ha creato il suo esercito di piccoli guerrieri del diritto. Persone che preferiscono non agire, mandare a Fanculo e unirsi al coro di uno che urla populismo che suona come si stava meglio quando si stava peggio, sprona i politici a fare di più per le persone e le persone a chiedere di più.

Facile, ma orribilmente da paese viziato. E’ vero, la politica in italia è un affare di pochi, lontana dalla gente e sopratutto dai giovani. Però possibile che nella vita della gente la politica abbia un ruolo così importante? Sinceramente, credo si tratti più di qualcosa cui dare la colpa delle proprie insoddisfazioni e frustazioni.

Per anni siamo stati abituati alla stessa politica, la Democrazia Cristiana in 50 anni aveva creato un sistema piatto e stabile... ma il mondo cambia. L’italia ha creato la sua storia in oltre 1000 anni. La prima potenza mondiale, gli Usa, sono diventati il centro del mondo in 500 anni. L’australia è passata da terra di nessuno paese industrializzato in poco più di 200 anni. 20 anni fa la Cina era un problema sociale, ora sta spostando gli scambi economici da sopra l’Atlantico al Pacifico. E noi?

Posto fisso, contratti senza termine, affitti più bassi... Noi siamo a chiedere sicurezze, anzi. Non sicurezze ma protezioni. Sembra quasi che abbiamo deciso di non decidere, che la nostra vita sia in mano a politici che riteniamo strapagati, a capi che a nostro avviso ci sottopagano e mercati che ci devono essere amici.

Italiani, svegliatevi. Il mondo è cambiato. Oggi l’insicurezza fa parte della nostra vita, le rivoluzioni ci sono ogni giorno e bisogna saper vivere nell’incertezza. La vita delle persone è solo nelle mani delle persone. Solo voi potete decidere che fare della vostra vita, capire la fonte di quella che il NYT ha chiamato depressione e cambiare le cose. Manca la voglia di cambiare, ci si aspetta molto di più e si agisce meno, questo è il vero punto debole della nostra nazione.

Al mondo abbiamo una delle storie più gloriose. Molti degli avvenimenti e delle persone che hanno cambiato il mondo hanno a che fare con l’Italia, abbiamo l’intelligenza, abbiamo la creatività, l’ingegno e tutto quanto serve per vivere in un futuro ricco di cambiamenti. Amo l’Italia, di più da quando sono qui perchè capisco quanto le persone ci ammirano.

Ci sono persone che cavalcano le difficoltà e le trasformano in opportunità o nuove vie, decidendo per se e per la propria vita. Persone che agiscono, che sanno (e vogliono) trovare una soluzione. Credo che chiunque abbia ottenuto qualcosa dalla propria vita, abbia accettato le difficoltà che una scelta può comportare.

Se vogliamo lasciarci trasportare dalle correnti non bisogna lamentarsi di dove si va a finire... ma è quello che fa di molti italiani, italiani medi.

 
Rispondi al commento:
JulienSorel85
JulienSorel85 il 16/12/07 alle 13:38 via WEB
Tentare di realizzare le proprie aspirazioni all’interno di un sistema ostile,non meritocratico,basato interamente sulle lobby è qualcosa di abbastanza frustrante per chi ha un minimo d’autocoscienza del valore della propria esistenza. In un sistema quale quello italiano attuale l’unico modo per avere “soddisfazione sociale “è fare come il famoso Rastignac di Balzac:essere disposti a “se manger les uns les autres comme des araignèes dans un pot”.Ora:si è disponibili a far questo?Successo assicurato.I costi pero’ sono alti e sinceramente per quel che mi riguarda il ragnetto nel barattolo non lo faro’ mai.Non mi prostituisco al sistema assecondando i suoi desideri. Oltre a questa le chanches sono altre 2 :abbandonare l’Italia oppure decidere che la Patria è quella che tu chiami casa ,famiglia,persone che ami.Prendere un fucile e mettersi alla porta del prorio orticello. L’italiano medio si è sempre lamentato,perché pretende che le fortune gli caschino addosso.L’italiano “Alto” invece si lamenta perché nonostante tutti gli sforzi che stoicamente puo’ compiere si rende conto di non vivere in una società meritocratica.Non fare i conti con l’Australia:sbagli tutti i presupposti del discorso. Questo non vuol dire arrendersi,anzi.Al grado di entropico incancrenimento del tessuto social-idealistico italiano si puo’ rispondere solo come sempre storicamente si è fatto:prima si distrugge tutto e solo dopo si riedifica.Pretendere di raddrizzare un palazzo completamente storto è impossibile.Ecco perché Grillo qualche merito ce l’ha:perché distrugge.Certo la riedificazione non sarà lui a farla. Dopotutto anche a Sisifo qualche bestemmia sarà pur scappata di bocca.
 
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