« IL TRASLOCOIL PACCO »

IN SARTORIA

Post n°27 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da BEASEXY74
 

Sartoria del Corso, ore 11.00.
-Dovrei far stringere alcuni capi. Sa, le solite diete fisarmonica-.
Il commesso mi sorride e annuisce. 30 anni, piuttosto belloccio.
Simpatia tipo comesonobellocomesonoganzo. Castigatore di signore.
Mi intriga però. Vien quasi voglia di punirlo. Quasi quasi….
Mi accomodo in camerino. Mi spoglio e resto in tanga. Tendina strategicamente accostata.
Lui prepara i capi sul bancone e sbircia. Il furbone.
Mi sposto. Contraggo i muscoli delle chiappe ed evidenzio il culo. Uno dei miei punti di forza.
Mi piego e slaccio le scarpe. Con calma. Con metodo. Da troia. Sogghigno. Ora ti sistemo io.
Inizia l’arrappo. Agitazione da infoiamento. Il solito maschio pirla.
Esco e lo fisso. Lui mi guarda e si appoggia al bancone. L’indurimento c’è già e cerca di coprirlo.
Bene. Molto bene. Inizio a provare i pantaloni neri. Si avvicina con in mano il metro. Poggia una mano sul mio fianco e con l’altra misura. Si inginocchia. Mi sfiora.
Fingo di mettermi più comoda. Mi avvicino. Si appoggia. Bene.
Signora l’esterno va bene. Ora misuriamo l’interno gamba.
Allargo leggermente. Muove il metro e le sue dita sfiorano il mio pube. Che paraculo.
Gli dico che il difetto e proprio là. All’inizio dell’attaccatura della coscia.
-Provi a sentire anche lei-. Muove la mano tra il tessuto e la pelle. Con l’altra si appoggia al mio fianco. -E’ vero signora, bisogna stringere e tirare di più-.
Divarico un po’ e lo guardo. Sguardo sornione. Cazzo aspetti!. Non senti come sono bagnata. E’ un’ora che non sposti la mano di lì!.
Mi guarda. Languido. Finalmente. Ecchecazzo!. Te la devono proprio mettere in mano!.
Si alza in piedi. Mi bacia. Mano sul culo e mano sul fianco. Stringe. Trema. Intrecciamo le lingue.
Però. Il ragazzo promette bene.
Ora le mani sono davanti. Strizza una tetta. La lecca. Morde. Tira il capezzolo.
L’Altra mano e sulla figa. Io allargo. Apre le dita e la carezza. E’ bagnata. Fradicia di umori.
Entra con due dita. Le muove. Le immerge. Raccoglie il sapore e se lo porta in bocca.
Lecca con voluttà. Lecchiamo insieme. Succhiamo in due. E continuiamo a fissarci.
Senza vergogna. Lo stronzetto mi ha fatto venire voglia di cazzo.
Continuo a sentirlo mentre si appoggia. Duro. Grosso.
Continuo a fissarlo. Lo so che lo eccita. Lo vedo smaniare.
Inizio a giocare con la sua cerniera. Molto lentamente, Una lentezza esasperante.
Con forza stringe la mia mano e la muove. La cerniera è aperta.
Porta slip neri marca D&G. Nero tamarro.
La cappella spunta fuori. Grossa. Paonazza. Gliela prendo in mano e la libero.
Continuo a guardarlo negli occhi. Ormai è mio.
Gli stringo bene il cazzo. Forte. Ormai gli è diventato duro come marmo.
Geme. Si appoggia al bancone.
Mi inginocchio. Lentamente. Continuando a fissarlo.
Mi prende la testa tra le mani e mi tira a sè. Resisto. Voglio eccitarlo ancora.
Gioco con la punta della lingua. Picchietto sulla cappella. Lecco i suoi umori. Il suo sapore.
Mi piace. Gioco con la lingua intorno al glande. La faccio scorrere.
So di dargli brividi di piacere. Sono troia se voglio.
Impugno tutta l’asta. L’altra mano accoglie le sue palle. Piene. Dure.
Muovo lentamente la mano sul cazzo. Lo guardo negli occhi. E’ ormai cotto.
Le sue gambe tremano. Aumento il ritmo. Muovo veloce la mano. Stringendo e rilasciando.
So che sta impazzendo. Ingoio la cappella è succhio con forza. Aumento ancora più il ritmo.
Gli stringo le palle. Il dolore lo fa indurire di più.
Sento che sta per venire. E’ so anche quello che desidera di più. I suoi occhi parlano.
Inizia a sussultare. Sento i colpi dei suoi reni. Stringo e meno ancora più veloce.
Col suo cazzo in bocca continuo a fissarlo. Anche lui mi guarda. Aspetta il momento sublime.
Vuole vedermi con la bocca piena della sua sborra.
Vuole vederla colare dalle mie labbra.
Arriva. Lo schizzo è caldo. Denso. Lo sento nel palato. Scivola nella mia gola.
Ne arrivano altri. Due. Tre. Mi ha riempito la bocca.
Ora gli do ciò che più vuole.
Ne faccio colare un filo dalle labbra. Muovendo la lingua ne riporto qualche goccia in bocca.
Che troia, sorrido tra me. Adoro esercitare il potere sul cazzo.
Lo lascio lì per terra disfatto.
Uscendo gli sorrido. -Ci vediamo presto. Ho ancora tre paia di pantaloni da sistemare-.

 
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