« IL PACCOMA TU SEI TU »

LA VETTA DEL PIACERE

Post n°29 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da BEASEXY74
 

 

... ancora pochi mesi, e lo Chalet di zia Elga sarebbe stato venduto, decisi così di trascorrerci un mese da sola. Entusiasta scesi dal treno e trascinandomi due pesanti valigie giunsi a destinazione, era rimasto tutto come quando da ragazzina ci trascorrevo con mia sorella Sofia il periodo estivo - mille ricordi raffiorarono nella mia mente. Entrando non mi persi d'animo. Igienizzai i servizi e la cucina, diedi aria alle camere, aspirai la polvere e preparai il letto con lenzuola profumate di gelsomino. Anche se stanca, mi sentivo bene dentro e quell'aria pulita era un vera toccasana per me che ero giunta stressattissima dalla vita di città. Ad un tratto sentì il tintinnio della campana posta sulla porta d'ingresso, mentre una voce di donna mi chiedeva il permesso d'entrare ... "avanti!" risposi chiedendomi chi potesse essere, ero del resto arrivata da sole poche ore e rimasi sorpresa nel vedere Miranda, una ragazzina che spesso giocava con noi davanti a casa. "Ti ho vista arrivare ed ero più che certa che fossi tu!" mi disse "ho così pensato di preparati una cosa che adoravi per poi portartela insieme al mio saluto" Ci abbracciamo allungo, per poi scambiarci davanti a quelle deliziose fette di strudel una serie di chicchiere veloci, con la premessa che ci saremmo viste il più possibile. Miranda, non aveva figli, da alcuni anni era separata e da quanto potevo capire non amava parlare del suo ex marito, era però sempre la solita burlona, sempre con la battuta pronta e mille cose da fare. Insieme ogni giorno andavamo in paese e a turno mangiavamo in casa mia o sua, ricordando mia zia, sua nonna e le situazioni vissute insieme, era bello rivivere quelle emozioni, era piacevole stare in sua compagnia, rivedere vecchie foto e parlare ore ed ore di noi. Una sera però, mentre ero a cena da lei, prese a piovere come non mai, la vidi farsi seria, e immediatamente mi ricordai che era sempre stata terrorizzata dai temporali, "mica avrai ancora paura dei tuoni?" chiesi sghignazzando e scherzando aggiunsi, "vuoi che resto a dormire qui?" "mi faresti un vero regalo!" "la paura dei temporali è qualcosa di inspiegabile ..." poco dopo eravamo sul letto a parlare ancora di noi, e il vederla più serena, mi fece sentire importante, parlando parlando lei prese finalmente sonno ed io notando che il temporale si era allontanato, decisi di salire in mansarda e godermi come quando ero bambina dalla finestrella il cielo ... Era proprio bello il mondo da lassù, mi faceva sentire leggera e spensierata, fumai qualche sigaretta, dicendomi che pure io avrei dovuto coricarmi e dormire qualche ora, mi alzai così per tornare a letto, ma il mio sguardo cadde, su un vecchio baule socchiuso, mi avvicinai, e aprendolo mi ritrovai davanti a foto, pagine di giornali, libri e lettere ... Sapevo che non avrei dovuto, ma la mia curiosità mi impedì di comportarmi correttamente, aprì così una lettera a caso ... "Luce dei miei occhi, mio unico e vero amore ..." la lessi tutta di un fiato, rimandendo di pietra nel vedere che portava la firma di Rebecca, presi allora un'altra lettera, e poi un'altra ancora, inizavano tutte allo stesso modo e si concludevano con il solito "un bacio sulle tue labbra, tua Rebecca" lettere affetuose, piene di sentimento, che facevano intendere qualcosa, ma che lasciavano in me diversi dubbi, sino a quando in una lessi ... "non riesco a dimenticare le tue mani su di me, le tue dita che mi penetrano, il profumo della tua pelle, i nostri orgasmi, se solo loro sapessero di noi, sarebbe la fine ..." ora tutto mi era finalmente chiaro, Rebecca la nostra amichetta di allora era stata l'amante del marito di Miranda, continuai incuriosita a leggere, chiedendomi quanto male avesse fatto a Miranda scoprire che la sua migliore amica la stava tradendo con il suo uomo, dicendomi che se fosse capitato a me, l'avrei strangolata. Ecco perché non voleva parlarmi di lui, ecco perché non mi aveva menzionato Rebecca, decisi così che avrei letto un'altra lettera per poi richiudere quel baule senza mai più riaprirlo, ancora una volta iniziava con la solita "Luce dei miei occhi, mio unico e vero amore ..." qualcosa però questa volta, era diverso e proseguendo la lettura, mi accorsi che avevo frainteso, non era il marito di Miranda il destinatario di quelle passionali lettere, ma lei! Sorrisi, mai e poi mai avrei creduto fosse omosessuale e scendendo silenziosamente le scale, pensai che entrare in quel letto ora mi sarebbe suonato diverso, non che mi scandalizzasse, ma i miei occhi di certo sino allora non l'avevano certo mai guardata in quel modo. Alzai le coperte, mi misi sotto, ma i miei pensieri non riuscirono ad arrestarsi, la osservavo dormire e allo stesso tempo la immaginavo mentre faceva all'amore con Rebecca, decisi di sbirciare il suo corpo sotto le lenzuola, e ritando la mia mano più volte a pochi centimetri dalla sua pelle. "cosa mi sta succedendo?" pensai tra me e me, ma nel vederla darmi la schiena, decisi di sfiorarla, non fece una piega, dormiva come un ghiro, lenta allora sollevai la camicia da notte, scoprendo le sue gambe, le accarezzai, ritraendo la mano velocemente nel sentirla muovere ... ma poi pochi istanti dopo, mi ritrovai ad alzare ancora di più quel tessuto di cotone, sfiorai le sue natiche, erano sode, lisce come quelle di una bambina, e pensai che aveva veramente un bel culo, la tentazione di continuare fu tanta, ma la paura di essere scoperta prese il sopravvento, decisi così di girarmi dall'altra parte e provare a dormire, consapevole che tutto quello mi aveva eccittata tantissimo. La mia mano intanto aveva preso a sfiorarmi il seno, mentre mordicchiavo nervosaemente le mie labbra, la voglia, il desiderio avevano preso strada dentro di me, iniziai così a toccarmi lentamente tra le gambe, quando ad un tratto lei si girò e si appoggiò di peso sul mio corpo. Cercai di scrollarmela da sopra, quando ad un tratto, mi sussurrò "Hai letto le mie lettere vero?" girai il mio viso verso di lei, dicendole "non dovevo lo so, ma è stato più forte di me, perdonami!" con tono malinconico mi disse "fa nulla!" poi si avvicinò al mio viso baciandomi delicatamente sulla fronte, baci per poi fece scendere lentamente, sino a raggiungere le mie labbra, bacio su bacio, la sua lingua prese ad intrecciarsi con la mia, mentre le mie mani presero a slacciarle i laccetti intrecciati sul suo petto, presto mi ritrovai con il suo seno tra le mani, mentre le sue mani accarezzavano energicamente i miei fianchi, le sfilai la camicia da notte, mentre lei sollevò la mia oltre il pelo, ponendo una sua gamba tra le mie, "lasciati andare!" "sarò bello vedrai" mi disse dirigendosi con il viso tra i miei peli, le sue dita raggiunsero le mie umide labbra per poi penetrarmi con un paio di dita mentre passava la sua lingua tra la mia fessura eccitata, la sua lingua, la sua bocca erano decisamente sublimi sul mio sesso e nel vedermi innarcare prese con più forza a fottermi con le dita, aggiungendone non contenta una terza, succhiò la mia clitoride sino a farmi godere, per poi girarsi e offrirmi la sua natura depilata sul viso. "ti prego, fammi godere, leccami ..." la mia lingua prese a percorrerla, sfiorai il suo cazzino con la punta della mia ruvida lingua, percorsi le sue labbra aperte e ricolme di umori, per poi proseguire e soffermarmi sul suo bucchetto, mentre con le unghie graffiavo le sue natiche. Le piaceva, lo sentivo, percepivo, vedevo. "manca qualcosa vero?" mi disse con voce goduriosa ... rovistò sotto il materasso, prese un vibratore non piccolissimo, lo leccò, me lo vece succhiare per poi con decisione infilarmelo dentro. "Ti sembra più normale così?" mi chiese con una voce tremolante e ricolma di godimento e nel sentirmi mugolare, lo affondò ancor di più aumentandone la velocità, venni più volte, ripetutamente - Era giunto il momento che fossi io ad occuparmi delle sue voglie, raggiunsi le sue mani sfilandomi il fallo ... "Girati Miranda, offriti a me" - lei allora si inginocchiò, porgendo il suo corpo contro la testata del letto, lasciando che i miei seni sfiorassero la sua schiena, le mie mani pizzicassero i suoi seni, le scostai i capelli sul collo e la mordicchiai delicatamente, mentre la mia mano prese a farsi strada tra le sue gambe, la mia lingua persorse la sua schiena, il suo culo, ritrovandomi ancora una volta tra le sue labbra vissute e insazziabili, le mordicchiai, tirai con i denti, notando che ogni mio gesto era da lei apprezzato, per poi senza fermarmi, iniziare a fotterla con lo stesso vibratore che poco prima aveva scopato me, era aperta, bagnatissima e sentirla godere, mi eccitava speventosamente, continuai facendola godere numerose volte, per poi fermarmi e posizionarmi sotto di lei, il mio pelo ora sfiorava e strofinava il suo pube depilato, le nostre clitoridi duellavano una contro l'altra come se fossero da sempre abituate a muoversi così, godemmo ancora una volta, ed una volta ancora, sino ad abbandonarci stremate tra quelle lenzuola che odoravano dei nostri odori e sapori, dormimmo abbracciate come se fossimo le migliori delle amanti per poi riprendere al nostro rispeveglio, e cotinuare così sino al giorno della mia partenza, partenza che poi risultò l'inizio di molteplici nostri incontri, fatti certe volte di sole poche ore, ore che però ci permettevano di continuare a desiderarci, volerci, cercarci ... e amarci.

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