Creato da Blondiedoll il 07/03/2009

ATTIMI

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BUONA FORTUNA

Post n°10 pubblicato il 25 Marzo 2009 da Blondiedoll

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un augurio, un saluto, spesso un addio.

Chi la brama, chi ce l'ha e non se ne accorge nemmeno.

O forse non vuole vederla...

Chi dice non sia necessaria, basta solo l'impegno.

Ma è davvero così ?

Io continuo a cercare...

Cerco quel qualcosa in  più che ieri non avevo ed oggi ho.

Eppure per domani continuo a cercare...

 

 

 

 

 

 

 

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Commenti al Post:
guidopardo1
guidopardo1 il 25/03/09 alle 12:17 via WEB
L'insoddisfazione è la condizione umana. Si spera di raggiungere mete che serviranno da trampolino per altre speranze e altre mete. Buon proseguimento. Guido
 
 
Blondiedoll
Blondiedoll il 25/03/09 alle 15:17 via WEB
Ed io ne so qualcosa...ogni tanto mi fermo e mi dico "Ora sono veramente soddisfatta...". Inutile dirti quanto dura...
 
tata70z
tata70z il 25/03/09 alle 13:21 via WEB
Io non so cosa cerchino gli uomini: il successo, i soldi, una certa persona,... So per certo, però, che queste sono tutte sfaccettature di un sogno, la felicità. Vivono tutti cercandola, sperando che gli venga incontro o rincorrendola all'infinito. Io penso che non ho voglia di passare la vita a cercare. Preferisco trovare la gioia di ogni giorno, di ogni istante..:-) Buona giornata Blondi
 
 
Blondiedoll
Blondiedoll il 25/03/09 alle 15:18 via WEB
Forse allora dovrei prendere esempio da te, almeno ogni tanto, se ce la faccio. Buona giornata a te!
 
ci_riprovo
ci_riprovo il 26/03/09 alle 23:56 via WEB
riporto pari pari una frsa che ho scritto nel mio blog: "non mi affanno a rincorrere la fortuna anche se penso di vederla poco distante da me, non la rincorro mai, perchè lei a mia insaputa potrebbe correre giusto due passi dietro di me e non mi prenderebbe mai a meno che io non mi fermassi"
 
ci_riprovo
ci_riprovo il 27/03/09 alle 00:01 via WEB
questo non per fare il poeta ma per dire semplicemente che è inutile desiderare fortemente qualcosa quando poi una volta ottenute quella cosa il desidederio di felicità che provavamo piano piano svanisce perchè è nella nostra natura che ogni volta che abbiamo ottenuto ciò che pensavamo di desiderare una volta ottenuto pensiamo subito al sessivo desiderio dimenticandoci del precedente
 
 
Blondiedoll
Blondiedoll il 27/03/09 alle 06:15 via WEB
Hai colto in pieno quello che volevo dire...
 
guidopardo1
guidopardo1 il 27/03/09 alle 11:32 via WEB
Per tutta al sua esistenza, dalla genesi a tuttora, l’umanità ha mostrato un’innegabile capacità a progredire, arrovellandosi nell’inseguimento della suprema affermazione delle sue capacità. La causale in questo progresso va ricercata nell’impossibilità per l’uomo di raggiungere quella che io chiamerò la “estrema soddisfazione”, cioè l’appagamento di ogni esigenza nel modo più completo. Il cammino dell’uomo è caratterizzato dal suo ricercare, dalla sua sete di sapere e questo nella inane speranza di trovare quel che cerca e di apprendere quel che vuol sapere. Sperare è vivere e se non si potesse più sperare rimarrebbe solo la malinconica noia di colui che non ha più nessuno scopo nella vita; scemerebbero tutti gli interessi inerenti ai problemi di carattere esistenziale, personale,sentimentale e sociale; balzerebbe, in modo troppo appariscente al nostro io, l’insignificanza dell’esistenza fine a sé stessa. Quando si spera nella realizzazione di un evento, si riscontrano due possibilità: o si avvera ciò in cui si era riposta la speranza o non si avvera. In quest’ultimo caso è ovvia la frustrazione che scaturisce in colui che sperava, mentre il primo caso si presenta molto più complesso. Nel momento in cui si realizza una nostra aspirazione, ci accorgiamo che non corrisponde pienamente alle nostre aspettative o, pur corrispondendovi, non soddisfa appieno, non basta e ben presto indirizziamo la nostra attenzione, la nostra speranza, verso un’altra meta e ciò sempre nell’illusione che in essa sia risposta la nostra estrema soddisfazione. Ed è per questo motivo che l’uomo si affanna nei preparativi del sabato e durante questi preparativi egli sogna e palpita e trema e si rasserena per poi, subito dopo, preoccuparsi nuovamente; perché sa, più o meno inconsciamente, che la domenica, nel momento stesso che diventerà presente, si rivelerà deludente, vuota, uguale a tutte le altre. E quindi attribuisce al divenire una rilevanza maggiore che non all’essere e vive l’attimo presente in funzione di quello futuro e questa sua proiezione temporale sorge proprio dal bisogno di sfuggire all’insoddisfazione presente. Questa estrema soddisfazione che è lo scopo di tutta una vita, questa estrema soddisfazione che è così utopica, irraggiungibile, imponderabile perché mai è ben identificabile in un oggetto, in una persona, in una situazione, ma è sempre in movimento, sempre mutevole, questa estrema soddisfazione, noi non possiamo conoscerla perché in effetti non esiste, almeno non in questa vita, e quindi noi cerchiamo continuamente qualcosa, continuamente ci illudiamo proprio per distogliere la nostra attenzione da ciò che rappresenta il momento presente: l’affermazione della nostra irrilevante consistenza. E speriamo… E il nostro sperare è una predestinazione. E speriamo per tutta la vita. Fin da quando siamo bambini iniziano le nostre speranze e queste speranze, questi bisogni, crescono con noi. Mentre da bambini sembrava che ci saremmo accontentati del giocattolo, da adulti abbiamo bisogno di comprensione, di amore, di un nuovo sistema di vita, speriamo di cambiare noi stessi, la società, il mondo intero. Daltronde, se non ci fossero queste speranze, queste nuove rampe di lancio, ci si annoierebbe tragicamente, si sprofonderebbe nella più cupa disperazione. La nostra maggiore aspirazione deve essere quella di avere sempre qualcosa in cui potere sperare, di avere sempre qualche scopo. La nostra salvezza è proprio la possibilità che abbiamo di affannarci nel rincorrere queste bolle di sapone: questo pur frustrante inseguimento ha il potere di soggiogare la follia latente in tutti noi.
 
 
Blondiedoll
Blondiedoll il 27/03/09 alle 17:52 via WEB
Wow Guido che commentone..in certi punti mi ha fatto ritornare in mente quando da piccola imparai "Il sabato del villaggio". Era questo il messaggio che Leopardi voleva mandarci....
 
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