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BORSA E FINANZA

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IL MESE NERO DEGLI INDICI MONDIALI

Post n°76 pubblicato il 18 Agosto 2007 da ciro_economist

Una reazione a catena.La crisi dei mercati azionari mondiali, partita dal settore finanziario, siè rapidamente estesa a tutti i comparti che per le loro attività fanno massiccio ricorso al credito. Dallo scorso 19 luglio, massimo storico del Dow Jones oltre i 14mila punti, l'indice delle blue chip Usa ha perso il 7,13%.Hanno fatto peggio Tokyo (-15,69%) e Parigi (-11,57%), mentre a Milano l'S&P/Mib ha contenuto le perdite all' 8,09%.

«Il primo settore a fare le spese della crisi è stato quello bancario – ha commentato con Radiocor Mario Spreafico, direttore investimenti Italia di Citigroup – dato che tutto ruota attorno all'indebitamento e al bisogno di finanziamenti». Ma a cascata le vendite hanno investito materie prime, costruzioni ed energia. In controtendenza titoli che fanno storia a sè, come una sorprendente Alitalia, in crescita del 7% sulle attese per la privatizzazione.

Banche e assicurazioni
«Il settore finanziario – sottolinea Alessandro Fugnoli, capo analista di Abaxbank – è stato colpitoindiscriminatamente dalle vendite a causa dell'incertezza del mercato ».Il sottoindice Dj Stoxx Banche ha perso l'8,12%,il comparto assicurativo ha ceduto il 7,83% e quello dei servizi finanziari il 13,32%.A pesare, spiega Guglielmo Marco Opipari, capo del centro studi Rasbank, «non sono stati tanto i mutui subprime, ma l'effetto che la crisi ha avuto nel far crescere il prezzo di tutte le attività rischiose ».Sono stati quindi penalizzati anche titoli come Unicredit (-6,4%) e Ubi Banca (-2,5%) che secondo Nicola Pegoraro, direttore investimenti di Carige Asset Management, «restano molto interessanti, tanto più oggi che il calo delle quotazioni ne ha ridotto il prezzo».

Energia
L'accresciuta avversione al rischio, che secondo Fugnoli ha portato molti investitori a «smontare le posizioni rialziste sul petrolio e sui titoli petroliferi per fare cassa» ha pesato su tutto il comparto. In quattro settimane il sottoindice Dj Stoxx Oil & Gas ha perso così il 13,5%. Tra i titoli, spiccano il -14,5% di Eni e il -13,4% di Total, prestazioni, nota Fugnoli, alimentate anche dai timori per una rallentamento dell'economia e per «il conseguente calo della domanda di energia». «C'è stata poca differenziazione tra i settori – osserva Davide Boglietti, gestore azionario di Anima sgr – e i petroliferi, che pesano molto sui listini, hanno perso terreno con il resto del mercato».

Immobiliari e costruzioni
«Sono società che fanno massiccio ricorso all'indebitamento e hanno patito la crisi sul mercato del credito», sottolinea Spreafico. Il sottoindice Stoxx ha perso il 13,47%, mentre in Italia, ad esempio, Impregilo è scivolata del 26,21%, Italcementi del 19,8% e Buzzi Unicem del 16,1 per cento.

Auto
A livello europeo, maglia nera del comparto è Fiat (-22,7%) che in seguito a realizzi ha più che doppiato le perdite del settore (-10,61%), in cui spicca al contrario il +21,12% messo a segno da Volkswagen. Negli Stati Uniti, General Motors ha ceduto il 13,71%, mentre a Parigi Renault è scivolata del 17,62%. Ha invece contenuto le perdite a -7,61% Peugeot.

Chi ha resistito
Se la crisi ha colpito tutti e indistintamente, alcuni sono riusciti almeno a limitare i danni. Le tlc hanno perso il 4,61%, gli alimentari il 4,77% e le utilities il 6,14%, tutti settori che si sono presi così la loro rivincita dopo che, nota Pegoraro, «all'inizio dell'anno sembravano non essere di moda». «Se cerco un titolo difensivo – chiosa Gianluca Follador, gestore azionario di Bipiemme Gestioni – guardo a società come Nestlé (+2,8%) che in questo momento si trova in una situazione eccezionale».

Le prospettive
Un mese di rosso sui mercati ha convinto la Federal Reserve che la crisi dei mutui subprime può estendersi all'economia reale. La convinzione che nei prossimi mesi gli istituti centrali si muovano nuovamente a sostegno dei mercati spinge gli esperti a pensare che entro la fine dell'anno gli indici si riporteranno sui livelli toccati a metà luglio. Prima tuttavia, avverte Pegoraro, bisognerà attraversare ancora «due o tre mesi difficili dal punto di vista della liquidità ».

 
 
 
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S&P/Mib +2.09
Nasdaq +2.20
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Parigi +1.86
Londra +3.50
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Valute:
Euro-Dollaro 1.3474
Euro-Sterlina 0.6799

 

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