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Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 28 Marzo 2009 da counselor63

FALSA SOCIETA'?

 

Ho deciso di pubblicare il commento di un utente del blog (franztravel),fatto al mio post nr. 11 dal titolo “L'opportunità e la libertà di scegliere”, perché trovo interessante il suo intervento, al quale ho già rivolto le mie riflessioni e mi piacerebbe che altrettanto venisse fatto da altri utenti che si troveranno a leggere le righe che seguono.


Commento di franztravel al post nr. 11 L'opportunita e la libertà di scegliere.


"questa società è solo una falsità. la gente siaffida a questi materialismi che distolgono lo sguardo dalla vera vita, che andrebbe vissuta e non buttata. la futilità però distrugge qualsiasi valore, cisi basa sui pregiudizi e sull'apparenza e in questo modo si perde il carattere di esseri umani. la società condanna tutti coloro che pensano alla libertà e al sentimento interno alla persona. la gente ha perso qualsiasi valore e questo è stato raggiunto a causa dell'attaccamento al denaro e al potere. è facile vivere con gli occhi chiusi, ma questo non è vivere, è esistere."


Commento di Massimo Catalucci a franztravel.


Ciao franztravel, grazie innanzitutto della tua attenzione e di aver commentato il mio post. Leggo molta rabbia nelle tue parole, sia nel tuo presente commento che nelle tue pagine blog. E’ vero quando dici che la società in qualche modo crea modelli di riferimento insani, che apparentemente ci fanno credere di vivere in uno stato di benessere totale, che i soldi, il materialismo, sono i simboli accecanti, per i più, di un appagamento (straordinario, non ordinario) totale della persona. Tutto vero. Ma questo, non so se ti è mai capitato di pensarlo, esiste da quando esiste l’uomo. Il bene ed il male fanno parte di questa società e formano un riferimento significativo nello stesso, è qualcosa che fa parte di noi. Certo che poi ognuno ha la sua individuale visione di ciò che è il bene e ciò che èil male. Ognuno elabora in modo strettamente personale ed univoco i segnali che gli arrivano, decodificandoli secondo un suo sistema interpretativo. Forse è per questo motivo che molti di noi, pur considerando obiettivamente, ad esempio, il fumo di una sigaretta come un “male” (vedi la scritta sulle confezioni) per se stessi e per la società, allo stesso tempo non riescono a farne a meno, anzi, spesso mi sento dire da chi fuma che una sigaretta lo rilassa. Ma come è possibile che il veleno rilassi. Ma forse si. È Vero. A lungo andare rilassa “definitivamente”! Al di la di questo ironico esempio, la domanda che ti pongo è, “è solo una questione di intelligenza, o c’entra qualcosa anche l’emotività”?

Credo altresì che ognuno di noi, indistintamente, alla sua nascita, porti con sé gli archetipi dei sani valori umani, siano essi materiali che spirituali (immateriali). Sotto la continua pressione di stimoli esterni questi riferimenti sani vengono minati gettando nella confusione il soggetto che reagisce ad una spinta emotiva proprio verso ciò che gli è avverso. Anch’io in passato me la prendevo con tutto e tutti, additando la società come coscienza collettiva superficiale autodistruttiva, aumentando quella rabbia interna mista ad una forma di impotenza. Poi successivamente ho cominciato a pormi una serie di domande quali:

Ma quando parlo della società, io dove mi posiziono? Non sono anch’io parte integrante della società in cui vivo?

Se non accetto questa società, cosa posso fare per cambiare qualcosa?

Ma è possibile cambiare la società?

Credo che queste stesse domande se le siano fatte in passato, tanto “Hittler” che “Ghandi” (solo per portare degli esempi). La differenza sta nelle risposte. Forse il primo pensava che l’esercizio del potere sugli altri, per mezzo di strumenti distruttivi quali le armi, potesse veramente cambiare il mondo secondo il suo modello interiore di riferimento; ma anche il secondo, pensava di poter cambiare il mondo esercitando il potere dell’amore e della condivisione della carità umana, secondo un suo modello interiore di riferimento.

Ad oggi possiamo dire che ilmondo non è né l’uno né l’altro, ma sicuramente ci sono più persone che approvano e seguono l’esempio di Ghandi (meno male!) piuttosto che quello di Hittler. Ma come dato effettivo possiamo però anche affermare che a tutt’oggi esistono i seguaci sia di uno che dell’altro personaggio e delle loro idee. Quindi c’è chi tra noi ha fatto la sua scelta individuando il bene ed il male, da una o dall’altra parte.

Per quanto mi riguarda e per onor di cronaca, io mi schiero sicuramente dalla parte di Ghandi, non per l’aspetto religioso ma per il suo comportamento umano e umanitario.

Poi, rispondendomi alla domanda,“è possibile cambiare la società?”. Mi sono detto che forse non potrò mai cambiare la società, ma posso sin d’ora rapportarmi ad essa secondo un modello di vita umanitario. Quindi parlerò poco ai miei figli di razzismo, di olocausti, di potere economico, ma concentrerò molto di più la mia e la loro attenzione sulla loro umanità, mettendoli nella condizione di ascoltarsi ed ascoltare, per sapere e conoscere. Certamente non potrò pretendere che vadano verso una direzione specifica. Posso solo informarli. Credo che l’aspetto umanitario nei rapporti tra gli uomini passi attraverso il diritto degli stessi di sapere e di conseguenza conoscere, solo in questo modo si rende l’uomo veramente libero. Poi naturalmente ognuno ha quella vera e democratica possibilità che si chiama “libero arbitrio” e può utilizzarla come meglio crede.

Ora vorrei porti una domanda. Secondo te i mass media mettono più in risalto le bellezze dell’umanità, intese non solo come bellezze naturali ma come capacità sane insite nell’essere umano, o le sue brutture?

Per quanto mi riguarda, i telegiornali possono esser un esempio e una risposta a questa mia domanda. Se non c’è scandalo, sofferenza, non c’è ascolto, non c’è business.

Troppo spesso (questa è una mia visione), assisto a programmi, dibattiti, conferenze, convegni, che mettono in risalto ciò che dobbiamo sconfiggere ciò che non è buono, ma poco risalto viene dato ai tanti aspetti positivi della vita degli uomini.

Queste continue immagini di scandali, prepotenze, potere, ecc.ecc., influiscono molto sugli aspetti psicoemotivi di tutti noi, creando delle insofferenze che possano sfociare, ad esempio, proprio in rabbia verso tutti e tutto, o magari, fatto ancor peggiore, diventare modello di riferimento su cui poggiarci, con la classica frase che spesso  sentiamo pronunciare: tanto il mondo è così e non è possibile cambiarlo, quindi mi adeguo ad esso facendo ciò che fanno tutti. D’altra parte è scontato che, chi ha i soldi può avere tutto quello che vuole dalla vita.

Ma l’esempio è che te, io e molti altri nostri simili, non siamo quei tutti e questo credo che sia l’aspetto positivo e propositivo, oltre che il vero senso di libertà. Forse non cambieremo il mondo, ma abbiamo scoperto che ci siamo e credo che siamo anchei n tanti.

Preferisco concentrarmi su questa visione del mondo, piuttosto che su altre, continuando a pensare e a comportarmi con i miei simili nel rispetto della mia e della loro umanità per vivere ed esistere secondo quei valori in cui credo, e verso i quali mi sembra di capire tu faccia riferimento. E questo mi fa sentire libero.

 

Grazie ancora per la tua attenzione.

 

Massimo Catalucci

 

 

 

Definizioni tratte da: http://www.dizionario-italiano.it 

 

ESISTERE = avere attuale e reale esistenza;

VIVERE = vintr avere vita;  vintr condurre lavita, con riferimento al modo di vivere e ai mezzi di sostentamento; vintr [in sensofigurato] durare; vtr passare, trascorrere; sm modo di vivere;  sm quel che è necessario al vivere.

SOCIETA’ = sf il complesso degli uomini uniti da vincoli naturali eda leggi e convenzioni comuni intese a stabilire rapporti di tranquilla convivenza e di mutua collaborazione; sf associazione di persone che si propongono di collaborare per uno scopo comune; impresa commerciale costituita con capitali comuni da due o più persone; sf ceto, ambiente elegante, mondano; sf compagnia di altre persone.

UMANO =  [u'mano] agg.,s.m;  agg dell'uomo, dell'umanità; agg conforme, adeguato alla persona umana; agg comprensivo,buono

UMANITARIO = [umani'tarjo] agg., s.m.; agg improntato ai migliori sentimenti umani.

 
Rispondi al commento:
counselor63
counselor63 il 26/04/09 alle 20:57 via WEB
Grazie come sempre per la possibilità che mi dai di comunicare con te commentando i miei post. È bellissimo sapere che ti dedichi a progetti, di sviluppo umanitario credo, per i bambini. Anche io lavoro in una progetto dedicato ai giovani che si chiama appunto “Formazione in Valori” ed è offerto ai ragazzi delle scuole dell’obbligo del Municipio XIII del Comune di Roma. Visto, forse abbiamo qualcosa da condividere e questo rafforza il mio pensiero, per cui credo che è molto meglio sapere che ci sono persone come te che fattivamente si animano per scopi umanitari. Sono d’accordo quando dici che siamo in qualche modo “autolesionisti” per effetto di un egoismo accecante e distruttivo, ma non credi che accentuando le brutture del mondo, si porti ancora di più l’attenzione proprio su ciò che non vorremmo? Tutto quello che hai scritto è vero. Lo conosciamo. Lo conoscono tutti. Perché allora non mi parli e non parli agli utenti che ci leggono di ciò che è positivo e propositivo, ad esempio del lavoro che svolgi con i bambini? Che tipo di progetto è? Quali sono gli obiettivi che vuoi raggiungere? Forse parlare di questo, anziché dire le cose che non vanno nel mondo, alimenterebbe da una parte l’attenzione sul fatto che molte persone, come te ad esempio, non pensano solo ad un mondo diverso, ma mettono in atto concretamente azioni di sviluppo per un’umanità migliore divenendo anche sano modello d’esempio e, dall’altra parte, toglierebbe forza ad un messaggio distorto e “antiumanitario”, dandoti la possibilità di evitare la diffusione di modelli che non ti piacciono, che non ci piacciono. Voglio fare un esempio, sperando di far capire meglio il mio messaggio. Non so se ti sei mai trovato a dire o a sentire qualcuno che diceva ad un bambino di “non fare” una determinata cosa, perché magari era anche pericolosa. Ma puntualmente il bambino faceva proprio l’opposto di quello che gli avevamo detto di non fare. Di solito capita proprio questo nella nostra mente, quando ci dicono di non fare qualcosa, noi siamo costretti prima a crearci un’immagine interna di quello che ci viene vietato per poi, subito dopo, cancellarlo. Ciò sta a significare che in qualche modo il messaggio di quello che non dovevamo fare ci è arrivato ugualmente per cui abbiamo messo in atto un processo mentale dove ci siamo visti per un attimo fare proprio quella cosa per cui avevamo ricevuto il veto. Ora, un adulto forse, con la sua maturità, probabilmente riuscirebbe a non farsi condizionare (e non ne sono molto sicuro) e ad evitare l’azione vietata, ma un bambino, un giovane, ancora abbastanza integri, se continuamente gli diciamo ciò che non va fatto, lo proiettiamo spesso in uno scenario opposto a quello che vorremmo che facesse. Questo è anche spiegato dal fatto che molti benpensanti ritengono che il messaggio, ad esempio posto sui pacchetti di sigarette: “il fumo uccide…non fumare in presenza dei bambini”; possa in qualche modo spostare l’attenzione degli uomini, fumatori e non, verso la consapevolezza “profonda”, che si possa respirare aria al posto della nicotina. Non mi sembra che questo intervento pubblicitario contro il fumo abbia penalizzato tanto le multinazionali di vendita del tabacco. Ecco perché continuo a dire che è molto meglio parlare di cosa è possibile fare, anziché soffermarci troppo su quello che è grigio, antiumano, brutto! Questo lo consociamo già! E se come tu dici è uno scenario deprimente ed autolesionista, a che serve metterlo ancora di più in risalto? A me piacerebbe che tu ci parlassi del tuo progetto con i bambini, che forse sposta di più l’attenzione verso quei sani valori a cui probabilmente in molti ci ispiriamo. Cordialmente Massimo Catalucci
 
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