Creato da briganti.migranti il 28/09/2010

BRIGANTI MIGRANTI

IN MARCIA PER L'ALTRO SUD

 

7° GIORNO DI MARCIA: ALTAMURA-POTENZA

Post n°26 pubblicato il 20 Ottobre 2010 da briganti.migranti

Manco a dirlo… Piove!

Carlo, Tiziana e Rosa ci preparano un’abbondante colazione e addirittura il pranzo da portarci in viaggio. Una sola parola: MERAVIGLIOSI!

“Eravam nella radura, sulla Murgia d’Altamura…” è l’inizio della canzone dei Folkabbestia “Alla Luciana”, la lumaca innamorata che viene strappata al suo amore da un contadino che sopraggiunse chino chino e che poi se la cucinò.

Ma oggi, ad Altamura, come per miracolo, la Luciana è rinata e ce la troviamo sulla porta d’ingresso.

Per evitare che la canzone che ci piace così tanto cambi, Giovanni Cienfuegos la raccoglie e, nemmeno tanto chino chino, la lancia lontano nell’erba oscura, dove potrebbe passare un contadino chino chino.

La pioggia ci costringe a prendere Francesco (il nostro furgone) per cercare la stazione ferroviaria. Il navigatore (o navigatrice visto che ha una voce femminile e alla quale dovremmo trovare un nome) al solito ci prende per il culo. Chiediamo informazioni ad un postino (chino chino) che ci indica che la stazione è alle nostre spalle, all’inizio del senso unico da cui siamo venuti. E Peppe: “Ah, ok. Allora devo tornare indietro davanti”… e giù risate e sfottò.

Sulla strada per Potenza quelli che Giovanni Cienfuegos chiama branchi di nebbia, insieme alla pioggia che cade più fitta, ci impediscono di godere appieno del panorama. Passiamo da Gravina, la città tristemente nota alle cronache per la vicenda dei fratellini morti in fondo al pozzo, e magicamente incrociamo via Teano. Capiamo di essere sulla strada giusta.

Poco dopo ci fermiamo per comprare dei maglioncini più pesanti per fronteggiare il freddo potentino. Nel mentre che aspettiamo Giovanni che è andato a comprare i vestiti giusti per continuare a conquistare le teen-agers che comprano il suo libro, Giovanni Cienfuegos, ricollegandosi a Giovanni l’autore di Elisewin (per chi non lo sapesse) racconta di un fico e di un chicco d’uva che devono attraversare la strada. Guardano a destra e a sinistra prima di attraversare, ma ingannati da una visuale non troppo limpida, quando decidono di attraversare l’uva passa e il fico secco.

Su una montagna desolata, sotto la pioggia e con un vento gelido che taglia la pelle, incrociamo un uomo che marcia in senso contrario al nostro. Il bastone da lontano ci inganna e ce lo fa apparire come un pastore, ma in realtà è un viaggiatore. Decidiamo subito all’unanimità di tornare indietro e visto che è ora di pranzo di invitarlo al caldo del nostro furgone per mangiare con noi. È felice di vederci tornare.

È francese, proviene da Roma a piedi e non vuole salire a bordo di Francesco. Vuole solo camminare e stare all’aperto, come don Francesco Cassol, da cui ha preso il nome il nostro fido furgone. E come don Francesco non accetta né prosciutto, né formaggio, ma solo il pane. Gliene diamo tre fette e ce ne restituisce una. Solo di quello avevo bisogno. Non ha la tenda, dorme nel sacco a pelo e continuerà a marciare 30km al giorno per i prossimi due mesi, fino a destinazione: Istanbul. Un’incontro straordinario.

Sosta per il pranzo con un pastore bianco maremmano che ci tiene d’occhio. Cienfuegos, per aiutarci nella digestione, narra di un suo amico reggino che sostava con la macchina in zona vietata, quando gli si avvicinò una vigilessa e gli disse: “Sono 70 euro”, “Ok, sali”.

A Potenza fa davvero freddo (8 gradi) e Giovanni lo scrittore non ha un giubbotto. Ci accoglie Pino della CGIL e trascorriamo le successive due ore a cazzeggiare nel furgone, giocando alla guerra chimica, in attesa che apra la sala del complesso monumentale di Sant’Anna dove si terrà l’iniziativa brigante.

Alle 17.00 circa arrivano Pino, Annamaria, Paolo, Gervasio e gli altri. Allestiamo la mostra, sistemiamo il banchetto. Fuori fa freddo. Molto freddo. Ma il clima dentro è familiare e, in anticipo sul ritardo previsto, iniziamo la manifestazione.

Giovanni Maiolo fa anche un collegamento in diretta con una televisione locale e non tratta molto bene Maroni…

Appena finito, accompagnati da Paolo, Mira e Ascanio andiamo alla sede del Quotidiano della Calabria per salutare il nostro ex direttore Paride Leporace. La visita è breve, fugace ma ci fa piacere ritrovarlo.

Nel mentre arriva Pino e tutti insieme appassionatamente ci rechiamo alla volta di casa di Lucia. La villa, fantastica, è posizionata su una collina poco fuori da Potenza. La cena è abbondante e deliziosa, il clima a tavola gioviale e allegro. Continuiamo a fare incontri interessanti.

Siamo stanchi. Molto stanchi. Qualcuno inizia a sonnecchiare a tavola. Ma ancora dobbiamo decidere dove e come trascorrere la notte. Per questioni di praticità e internet decidiamo di accettare l’invito di Mira: andiamo a dormire a casa sua, che sta proprio sopra radio Red... Azione. Mira era una compagna dei Giovani Comunisti, come Ascanio e come Giovanni Maiolo. Ed è stato in quella esperienza che ora sembra così lontana che si sono conosciuti e poi ritrovati nel corso degli anni in varie manifestazioni politiche.

Sistemiamo i bagagli, i sacchi a pelo e mentre Giovanni Maiolo si fa la doccia Peppe e Cienfuegos tentano di finire il diario di questa lunga e piovosa giornata.

Domani, purtroppo, non andremo a Pollica, come previsto inizialmente. Il gruppo di appoggio locale sarà a Torino per un’iniziativa molto importante di Slow Food. Quindi ne approfitteremo per tornare tutti a Reggio Calabria con Francesco e prendere parte alla presentazione del saggio di Peppe, dal titolo CUBA OGGI, bilanci e prospettive di una Rivoluzione, che si terrà alle 17.30 presso l’università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria.

Ovviamente la mattina dopo da Salerno riprenderemo la marcia verso Teano, attraversando l’altro Sud.

Ora ci aspettano il letto di Mira, e i sacchi a pelo e qualche ora di sonno prima della ri-partenza.

Buonanotte a tutt*

 
 
 

IL 6° GIORNO DI MARCIA: DA MATERA AD ALTAMURA

Post n°25 pubblicato il 19 Ottobre 2010 da briganti.migranti

La non pioggia fa notizia.

Stanotte a Matera non ha piovuto e noi siamo contenti. Abbiamo dormito tra i famosi Sassi e le battute si sprecano. Giovanni Maiolo dice di avere dormito come un sasso,

la brigantA Simona, che si unisce a noi solo per oggi in compagnia della sua cagna Bimba, per gli amici e solo per gli amici Idwin, chiede a Giovanni Cienfuegos come ha dormito e lui risponde: “Ero così stanco che avrei dormito anche sui sassi!”. Lasciamo la nostra notturna residenza materana e ci dirigiamo verso piazza Sedile dove ad attenderci per salutarci ci sono Emanuele e Chiara. C’è anche Elisa, che anche per oggi marcia con noi. Compriamo i panini per il pranzo da Arturo. Baci, abbracci, la promessa di rivedersi a Teano e siamo in viaggio. Iniziamo a percorrere la strada ad “alta ferocità” che da Matera porta ad Altamura.

La Murgia è meravigliosa. Marciamo a passo spedito, le nostre gambe ormai sono abituate. Alle 13 circa ci fermiamo per divorare i panini e riposarci un attimo.

La cioccolata rigenerante di Mario Congiusta ci da la carica per riprendere poco dopo la marcia. Bimba è fantastica, anche quando gli altri cani la provocano non fa una piega e risponde agli ordini della bella proprietaria.


In cammino ripensiamo a Matera e a quanto sia fantastico tornarci. Già dalla prima volta è stato come tornare in un posto in cui non eravamo mai stati.

Passando davanti ad un’azienda agrituristica un uomo ci chiede: “Chi siete?”. “Siamo briganti” rispondiamo. E comincia una insolita chiacchierata. Di solito quelli che ci incontrano per strada, tranne qualche eccezione, sono automobilisti incazzati che ci fanculizzano perché camminiamo lungo la strada sulla quale loro sfrecciano. Stavolta invece da parte dell’uomo c’è vera curiosità e profondo interesse. E non è un caso se qualche ora dopo lo incontriamo nel luogo dell’iniziativa politica.


 Poco dopo entriamo ad Altamura con largo anticipo sulla tabella di marcia.

Piero e gli altri ci aspettano in piazza e dopo i saluti di rito ci accompagnano alla masseria Martucci, un tempo rudere dismesso senza arte né parte ed oggi riportata all’antico splendore di struttura ammirata e invidiata: recinzione con muro a secco, giardino fruttato, piante e familiarità ci introducono all’interno della struttura.

Durante il caffè Piero ci racconta la storia di Don Francesco e delle ex basi missilistiche della Murgia.

Da un paio di giorni, i Briganti Migranti si interrogano sulla necessità di dare un nome al pulmino Anpas che li segue e li sostiene durante la marcia. Dopo un primo momento di dibattito e discussione su quale appellativo conferire al provvidenziale automezzo, oggi, dopo aver conosciuto Piero Castoro e Altamura, la decisione è arrivata spontanea e automaticamente condivisa: Francesco.

Il nostro pulmino si chiamerà Francesco. Come quel Francesco don, quel Francesco Cassol, che per otto anni, ogni estate, attraversava a piedi la Murgia. Quel generoso camminatore di pace, che cercava di nutrire la sua anima percorrendo i luoghi meno abitati e lontani dai modelli consumistici, e che ha trovato il 22 agosto scorso, proprio nella Murgia, una morte assurda: Fracensco, parroco della chiesa di San Martino di Longarone, è stato scambiato per un cinghiale e ucciso mentre dormiva nel suo sacco a pelo sotto le stelle.

E non dormiva affatto in un “deserto”, come le cronache hanno riportato, ma presso l’imponente e meraviglioso fenomeno carsico del Pulo di Altamura, uno dei luoghi più frequentati della Murgia, non di rado anche durante le notti d’estate.

Circostanza, quest’ultima, che rende la tragedia ancora più paradossale. Il pacifista più innocente ucciso nel sonno da un colpo di arma da fuoco.

Don Francesco camminava, meditava. Non consumava il superfluo. Rifiutava gli inviti a pranzi e le offerte di alloggi caldi, confortevoli e sicuri. Accettava solo un po’ di pane e un sorso d’acqua. Di nient’altro aveva bisogno quell’uomo, di nient’altro avevano bisogno i suoi compagni di pellegrinaggio.

E a nulla valgono le polemiche sulle responsabilità, su quello che andava fatto e che non si è fatto. La morte di Don Francesco mostra invece, all’ennesima potenza, tutte le contraddizioni di una comunità e, in primo luogo, delle sue istituzioni che non riescono ad affrontare e a risolvere adeguatamente i problemi reali di questo territorio.  

Si moriva di murgia e si muore uccisi sulla murgia, ma anche la murgia sta morendo…
Dare il nome Francesco al nostro pulmino, ci è sembrato doveroso o moralmente imperativo.

Riusciamo intanto a depositare i bagagli nella struttura “Il fornello”, dove ci attendono Carlo, Tiziana e gli altri che si dimostrano estremamente accoglienti dandoci anche, per la prima volta da quando siamo partiti, la possibilità di lavare i vestiti che portiamo addosso da giorni. Ci arriva la notizia da Emanuele che il tg 3 della Basilicata ha fatto un servizio su di noi, richiamandolo perfino nei titoli di testa. Ne siamo felici anche se non riusciamo a vederlo. Ma è già ora di correre nel luogo dell’incontro, che stavolta è un liceo.

Il dibattito è più vivace del solito, con una sala piena di persone interessate e anche di ragazzi e ragazze che abbassano decisamente l’età media delle persone a cui i Briganti parlano di solito.

Dopo la proiezione del corto su Rocco Gatto e gli interventi di Peppe e Giovanni chiedono la parola un’insegnante del liceo che ci ospita, un consigliere regionale pugliese di Sinistra e Libertà e il Segretario provinciale della Cgil.


A termine dibattito Giovanni Maiolo viene scovato alle prese con orde di liceali. Da quando scrive libri d’amore (per chi non lo sapesse è autore di “Elisewin – un amore in viaggio”) trascorre il tempo a fare foto, firmare libri e scrivere dediche.


Prima di rientrare in comunità Piero Castoro ci porta a vedere la magnifica cattedrale voluta da Federico II.


Ad attenderci al rientro, mentre comincia a piovere (tanto per cambiare!), c’è il termo camino acceso

ed una cena straordinariamente buona, da consumarsi rigorosamente con il pane di Altamura.


Intorno alle 23, dopo la foto di gruppo

e pieni di cibo fino a scoppiare è finalmente il momento delle docce, mentre dal cielo viene giù l’impossibile. Ed ora, quasi alle due di notte, Giovanni Cienfuegos dorme della grossa e per la prima volta non collabora con le sue battutacce alla stesura di questo diario, che ne risente in termini di cazzeggio spinto. In corridoio la luce si attiva con le fotocellule e siamo tutti inquietati dal fatto che a volte, anche se in corridoio non c’è assolutamente nessuno, la luce si accende. Saranno gli uomini del corridoio del libro di Giovanni Maiolo o il corpo etereo di Giovanni Cienfuegos che fa un’esperienza di viaggio extracorporeo? Non lo sappiamo, ma ci auguriamo che nessuno si materializzi nel corso della notte. Abbiamo un viaggio da portare a termine e l’altra Italia ci aspetta a Teano!

P.S.: Adelaide ci manchi! Ti vogliamo bene.

 
 
 

I BRIGANTI SI APPELLANO A MARONI: “MINISTRO CI AIUTI, TEMIAMO INFILATRAZIONI DI STRANIERI”

Post n°24 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da briganti.migranti

Ministro ci aiuti! I nostri servizi di intelligence ci hanno segnalato che a Potenza, una delle prossime tappe della nostra marcia, alcuni stranieri si potrebbero infiltrare nella Carovana. Anzi, i servizi danno per certo che Rita, la nostra timida, riservata, pacata Rita, che ha la pelle colore della terra e gli occhi sofferenti di chi in Nigeria è stata perseguitata e torturata e che rischia di non vedersi riconosciuta la protezione umanitaria per cause assurde, possa da un momento all’altro rivelare la sua natura criminale e dar sfogo alla propria indole violenta e facinorosa. Siamo preoccupati Ministro, perché il criminoso comportamento della timida e riservata Rita potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza dei nostri amati connazionali, che vivono in una condizione di frequente erezione mentale. Ministro, ci affidiamo a Lei e alla pubblica forza che lei gestisce, affinché si eviti un simile, tragico scenario.

Ci rivolgiamo a Lei per chiederLe anche di tenere a debita distanza dalla nostra Carovana, la stampa massimalista, i giudici comunisti, i terroni disoccupati, i negri, i rumeni e ormai che ci siamo anche gli indiani e i cinesi.

La Carovana dei Briganti Migranti arriverà a Potenza martedì 19 ottobre alle ore 17.00 circa. In Piazza don Colucci, saremo accolti da tutte quelle realtà locali che sostengono questa grande iniziativa itinerante che confluirà  il 23 ottobre “A Teano, per un nuovo patto tra gli italiani e una nuova Unità”.

Ci appelliamo a Lei, signor Ministro affinché ci permetta di trascorrere in assoluta serenità e tranquillità la manifestazione, tenendo fuori dalla nostra vista e dal nostro udito questi criminali che si ostinano a commettere reati di gravità inaudita: come il reato di esistere.

 

Matera 17 ottobre 2010

 
 
 

5° GIORNO DI MARCIA

Post n°23 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da briganti.migranti

Potremmo fare copia e incolla, ci svegliamo anche stamattina col solito, persistente, diluvio.

Francesca, che nonostante sia domenica si sveglia prima di noi, ci coccola con caffè, toast e crema di nocciola. Intanto Adelaide, la brigantA che si era allontanata per la notte per coprire un turno di volontariato, torna a Cosenza e la raggiungiamo verso le 10 di mattina col furgone Ruggero, in onore del patrono del Brodaglia, che domattina verrà ufficialmente battezzato con un rito speciale (il furgone, non il patrono). Direzione Metaponto. La Calabria scorre sotto le ruote di Ruggero e finalmente ci lasciamo alle spalle il cattivo tempo.

Quando arriviamo al confine tra Calabria e Basilicata

ci fermiamo a scattare la foto di rito sotto un cartello su cui qualche ignoto brigante passato prima di noi ha scritto “Calabria resiste”.


Arriviamo insieme alle compagne che ci accolgono, Angela e Chiara, poi arrivano anche Pio, Elisa ed Emanuele con la sua splendida famiglia e insieme ci dirigiamo ad un piccolo campo di container dove abitano dei sudanesi braccianti.

Prima dormivano per strada, poi le associazioni che ci accolgono, come Legambiente, hanno coinvolto la protezione civile per rimediare mediante i moduli abitativi utilizzati nel periodo del terremoto dell’Irpinia.

Non facciamo in tempo a parlare con nessuno dei sudanesi che arrivano due caporali in macchina, sudanesi anche loro, a verificare chi sono gli estranei che si sono avvicinati al campo. Scambiamo qualche battuta e i due ci rivelano che non vivono nel campo ma pagano un affitto anche abbastanza alto, probabilmente con i soldi che guadagnano sulla spalle di quelli che lavorano nei campi.

Partiamo finalmente per la marcia, col sole stavolta alto nel cielo.

Siamo una decina a marciare, compresi i cani Olga e Lulù. Ci accompagna anche una bellissima bambina in bicicletta.

C’è aria di scampagnata e alcune delle auto che passano sulla strada per Matera ci salutano col clacson.

A distanza di qualche ora la salita diventa impegnativa e per un tratto marciamo sotto la pioggia che cade nonostante il sole.

Elisa dispensa lezioni di botanica, Giovanni canta le canzoni di “Elio e l.s.t.”, Adelaide sta per morire per la fatica. Giovanni M. la consola dicendo che tanto moriremo tutti. Quando finalmente, stanchi per l’attraversamento delle Murge, arriviamo a Matera,

l’accoglienza è molto calorosa e ci fa dimenticare la stanchezza. C’è anche il cameraman di una televisione locale che riprende il nostro arrivo. Con le persone che ci attendono partiamo per una “sfilata”

nel centrocittà tra canti, giocoleria e tricchebballacche

che detta il ritmo del passo dei briganti. Incrociamo il banchetto di Emergency e poi ci spostiamo al circolo “Sui Generis”

per la proiezione

e il dibattito che si rivela molto interessante con interventi stimolanti. Riceviamo anche l’invito a partecipare ad un’assemblea universitaria e ad aggiungere una tappa alla carovana per visitare Laterza.

Il nome Ruggero evidentemente porta sfiga perché in serata becchiamo la prima multa, per pochi minuti di divieto di sosta. È dura la vita del brigante quando lascia le montagne per andare in città…

Adeladide, con nostro sommo dispiacere, ci lascia. Ma non è morta, è solo partita per tornare al lavoro ma con la promessa di raggiungerci a Teano (Ti abbracciamo Adelaide!!!). La cena alla taverna anarchica

riserva una sorpresa musicale. Tra canti, balli e vino

si sono fatte quasi le 2

raccontandovi di questa giornata ormai conclusa e domani ci aspetta un’altra marcia in compagnia di una nuova brigantA, Simona, e della brigantA Elisa, che già oggi ha marciato con noi.

Dai sassi di Matera mandiamo la buonanotte a tutti i briganti che ci leggono.

p.s.: visto che il nome di Ruggero posta sfiga, qualcuno ha altre proposte? Possiamo sempre sbattezzare il furgone e rinominarlo!

 
 
 

DIARIO DEL QUARTO GIORNO DI MARCIA

Post n°22 pubblicato il 16 Ottobre 2010 da briganti.migranti

Il solito diluvio notturno che si è abbattuto sulla tranquillità della vallata di Decollatura, ci ha dilatato i tempi di partenza. Siamo in leggero ritardo. I nuovi briganti giunti da Acri ci stanno aspettando.

Partiamo intorno alle 10:00. Dopo pochi chilometri entriamo a Soveria Mannelli, centro denuclearizzato o nucleo decentralizzato !??!?  Boh!!!

Un anziano signore ci scorge in lontananza. Aspetta incuriosito il nostro arrivo; “Che bandiera state portando?” ci chiede. “Quella dei Briganti”, rispondiamo.

“Ma non tutti i briganti sono stati figure positive. Ci sono stati briganti delinquenti e farabutti, e briganti resistenti e combattenti”. Ci appunta con perplessità.

“La nostra bandiera sventola alta per ricordare e richiamare quei briganti resistenti che si sono ribellati ai soprusi e alle ingiustizie” risponde Peppe!

“Allora io sto con voi, buon viaggio”. “Grazie”.

In paese, in tanti ci riconoscono, ci fermano, ci chiedono, ci sostengono, ci danno forza. Le foglie gialle, le castagne e il ricordo dei castañadores, e la perdurante pioggia ci ricordano costantemente che l’autunno è arrivato. Lungo la statale che porta a Cosenza molta gente in macchina si è accostata al gruppo per incoraggiarci.

Alla mezza la pioggia si fa più insistente e ci costringe a rifugiarci sotto i castagneti in attesa che il furgone di supporto (momentaneamente guidato da Giovanni Maiolo, autore di “Elisewin”) arrivi a prestarci soccorso. Percorriamo un po’ di chilometri col mezzo ci fermiamo con la speranza che la pioggia cessi di cadere e ostacolare la nostra marcia. Attesa vana, il cielo rimane scuro e a tratti scatena con violenza inaudita acquazzoni devastanti.

Alle 15e30 qualche minuto di acqua battente e le strade si allagano, i tombini straripano di inefficienza e disservizi. Fermi davanti alla redazione de “il Quotidiano della Calabria” aspettiamo il direttore.

Per ammazzare il tempo Giovanni Cienfuegos fa il cruciverba. 1 orizzontale: il capo della criminalità organizzata. B…oni? No, non ci sta. S...io B…oni? Ok, ci sta.

25 verticale: Ha una piccola proboscide. Rocco Siffredi.

32 verticale: ha una grande proboscide: Giuseppe Trimarchi (autore del saggio “Cuba Oggi”).

Dopo avere spiegato ai giornalisti le ragioni della nostra Carovana, regaliamo al direttore Matteo Cosenza la maglia dei briganti e dichiariamo la sua redazione territorio liberato dai briganti.

Spesa per la cena, rifornimento carburante (106,50 euro, mega batosta!!!) e la magnifica ospitalità di Francesca e Martizia che ci danno un tetto per la notte

e una cucina per fare sbizzarrire Peppe con i suoi piatti di montagna: penne con pomodorini, mozzarella e pancetta, e per secondo salsiccia piccante al forno con contorno di patate.

Nel mentre compare in tv Pignatone, procuratore capo di Reggio Calabria che afferma che probabilmente la mafia è nata con l’unità d’Italia. In quanto briganti antindranghetisti ci sentiamo ingiustamente tirati in causa visto che, come era già stato dibattuto durante la mattina col cittadino che ci faceva degli appunti, ci richiamiamo a quell’esperienza del brigantaggio che era lotta contro il potere colonizzatore per i diritti delle popolazioni meridionali.

 
 
 

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