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Pensavo che Avatar fosse un film troppo da BlockBuster per essere recensito in questa sede, poi però l'ho visto., ed ho cambiato idea. Non credo che sia tutta questa rivoluzione del tridimensionale, quanto un'opera normale fatta con eccezionale buon gusto. Intanto sappiamo che James Cameron, regista, non ha mai sbagliato un film a memoria d'uomo. Persino “Titanic”, che a me non è piaciuto affatto, si deve considerare, per quel genere, un buon film. Poi si può discutere sulla scelta delle canzoni per i titoli di coda, Celine Dion ci ha scassato i timpani per anni, entrando nell'immaginario collettivo, ed ora Cameron tristemente si ripete con Leona Lewis, per la quale non si nota una differenza apprezzabile rispetto alla Dion, anche perchè i produttori della canzone (James Horner e Simon Franglen) sono i medesimi, col medesimo stile.Molti hanno ravvisato in Avatar una non originalissima storia, accostata prima a Pocahontas e ad altre simili. In effetti la storia parla di colonizzazione, i rimandi ai nativi americani si sprecano, compresi quelli all'attualità della politica americana antiterrorismo. Insomma, Avatar è come uno standard del Blues, suonato divinamente, con tocco personale. La sceneggiatura è priva di buchi, coerente, fluida, supportata da dialoghi impeccabili, ritmo ottimale, momenti commoventi, divertenti, avventurosi e romantici al punto giusto. La computer grafica è eccellente, mai fastidiosa, senza dare mai l'effetto “artificiale” tipico delle rotazioni 3D o del motion capture, il Mecha Design è molto curato, anche se non particolarmente innovativo, mentre ai limiti dell'eccezionale rimane tutta la parte creativa. Il linguaggio degli indigeni, la creazione di animali fantastici, e soprattutto il grande immaginario che supporta il paesaggio e le specie floristiche lascia a bocca aperta. Tutto questo accostato a grandi classici dell'ecologia come “Gaia”, l'unione tra tutti le creature e cose del genere, senza mai scendere nel banale, neanche di striscio.
Due parole sull'effetto 3D. La scelta è parca e interessante, non puntare sull'uscita degli oggetti dallo schermo verso lo spettatore, ma applicare l'alta definizione digitale alla profondità di campo. Il risultato è eccellente, e forse da questo punto di vista potrà fare scuola. Probabilmente il film rimane splendido anche nella sua versione 2D, ma questa scelta, di fino, è forse il vero futuro di questa tecnologia, poiché non snatura l'arte cinematografica ma la eleva ad esperienza più completa.
Non è possibile trovare un difetto a questo film, Cameron colpisce ancora.
T.
Nota di assoluto merito all'immortale Sigourney Weaver, e a Michelle Rodriguez che rievoca con il suo personaggio la mia soldatessa preferita di Aliens...
Hank
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HAGAKURE
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.
Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
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LA MORTE E IL BUSHIDO
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.