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Tommy Wieiringa ci prende e ci catapulta nella città di Lomark, in Olanda, senza tanti preamboli, facendoci seguire le gesta di Fransje, e tramite i suoi occhi quelle di Joe Speedboat, forestiero eccentrico e pieno di iniziative. Joe rappresenta, per una piccola cittadina di periferia, dominata da un'industria di asfalti probabilmente ebraica, atavicamnete interessata da ventate di nazifascismo, una specie di vento del cambiamento. Attorno a lui si concentrano tutti gli accadimenti fuori dallo status quo di un paesotto provinciale. Passiamo quindi con naturalezza da una Parigi-Dakar, a samurai, un naufragio, competizioni internazionali, puttane del secolo e spunti aviatori, senza tanto stupirci o senza farci tante domande. Persino la narrazione di un ragazzo travolto da una tranciaerba riesce a non scendere mai nel patetico, e questo è un grande dono di scrittura che Wieringa ci offre, con uno stile limpido, senza un nodo, senza un intoppo, con un ritmo incredibile che non coglie mai una incertezza. Le uniche pecche sono rilevabili nel finale, probabilmente un po' netto, quasi sbrigativo. D'altronde sarebbe stato difficile concludere degnamente questa superba narrazione, che sembra non voler finire mai lungo le quasi quattrocento pagine dell'edizione "Iperborea", lasciando in realtà più di finale aperto, ma privo del suo motore a scoppio.
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Hank
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HAGAKURE
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.
Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
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LA MORTE E IL BUSHIDO
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.