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Libertà di diffamazione?

Post n°4 pubblicato il 02 Novembre 2007 da Soul_Edge
 

Oggi, leggendo il Corriere della sera, ho notato subito una notizia particolare. A pagina 12, scritto dal giornalista Valentino, c'è un articolo riguardante una setta religiosa americana condannata per diffamazione. Questa fantomatica setta, che conta 75 fedeli, si chiama Westboro Baptist Church di Topeka ed è guidata dal Reverendo Fred Phelps, si è presentata il 10/03/2006 Nel Maryland fuori dalla St. John Catholic Church di Westminister a fare un picchettaggio. La cosa scandalosa è che il picchettaggio è stato fatto perchè nella chiesa appena citata si celebravano i funerali di Matthew Snyder, caporale Marine morto in Iraq come tantissimi altri suoi connazionali. Solo che il caporale in questione aveva qualcosa che alla setta non andava tanto giù: era omosessuale. Di conseguenza al Reverendo Phelps è sembrato molto razionale e moralmente accettabile andare al suo funerale ed esporre cartelli che recitavano slogan come "Grazie Dio per i soldati morti" e "Dio odia le checche" (come vedete nella foto...) mentre i familiari piangevano un parente morto in guerra. D'altronde non è la prima volta che la fantomatica Westboro Baptist si esibisce in oscenità simili, pare infatti che abbiano iniziato a picchettare i funerali dei gay e dei morti di Aids, poi, successivamente l'invasione dell'Iraq, abbiano trovato nuovo terreno fertile nei funerali dei soldati americani, colpevoli non di fare stragi in Iraq semmai, ma di fare stragi a letto. Con il sesso sbagliato però. E' tuttavia la prima volta che questa setta omofobica si scotta le mani: Albert Snyder, il padre del marine diffamato al suo funerale, ha citato in giudizio Phelps e i suoi seguaci e ieri una corte federale di Baltimora ha condannato la setta a pagare la "modica" cifra di 11 milioni di dollari alla famiglia di Snyder per diffamazione e violazione intenzionale della privacy.

Qua da noi una sentenza simile probabilmente non susciterebbe nessuna reazione contraria, nemmeno negli ambienti più religiosi, ma negli States, ed è questa la cosa veramente scandalosa, a suscitare polemiche non è tanto il fatto che un gruppo di imbecilli in nome di un ipotetico Dio omofobo siano andati a gettare fango su un poveretto durante il suo funerale, quanto il fatto che, anche secondo i più eminenti studiosi del diritto costituzionale come Eugene Voloch, la condanna violerebbe il primo emendamento della Costituzione Americana che tutela la libertà di espressione. In base a questo il Reverendo Phelps ha presentato ricorso, peraltro certo di vincerlo e ribaltare la sentenza. Come infatti dichiara la figlia, Shirley Phelps-Roper, probabilmente farneticando: "Questa sentenza non vale nulla, Dio non smetterà di uccidere i vostri soldati, non smetterà di gettare la sua collera in questa nazione, l'America è già condannata". Per esempi di collera divina questi fanatici, oltre ai militari morti in una guerra, considerano anche catastrofi naturali come gli uragani che ogni anno colpiscono più zone dell'America (e che sono un puro fenomeno atmosferico, completamente prevedibile).

Ora bisognerà vedere se il ricorso effettuato riuscirà davvero nel suo intento, ovvero quello sporcare il concetto di "libertà di espressione", fondamentale per una qualsiasi Democrazia, includendoci dentro anche fatti che con la libertà di espressione c'entrano ben poco, ma che hanno tutta l'aria invece di un insulto vero e proprio. Peraltro operato in grande stile. Mi auguro di no..

 
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Commenti al Post:
jacopo147
jacopo147 il 02/11/07 alle 14:21 via WEB
se la sentenza verrà o meno ribaltata dipenderà solo dalla volontà politica. la libertà di espressione nel mondo anglosassone finisce dove inizia la privacy e il rispetto altrui. io non posso andare da uno seduto sul cesso a dirgli "sai che puzzi stronzo?" perchè sto si esprimendo la mia opinione, ma è una opinione con insulto(quindi illegale) e nel dichiararla violo apertamente la sua privacy(è seduto sul cesso, quindi compie in casa sua un atto privato, la stesa cosa vale ad un funerale). se dipendesse solo dalla legge la sentenza di risarcimento verrebbe semplicemente confermata e forse anche aumentata. in più se non erro ci sono leggi che proteggono i morti dal vilipendio (dio odia le checche" sottointende che il soldato fosse una "checca" il che è vilipendio, in più il soldato è un rappresentante delle forze armate, quindi con i loro cartelli e slogan stavano di riflesso offendendo l'esercito. cosa grave in america, un giudice bastardo potrebbe tenerne conto. ma tutto dipende solo dalla volontà politica. in più aggiungerei che gli usa sono condannati si, ma dai loro atti di politica internazionale e dagli idioti come sti tizi della setta che in essi sono nati e prosperano.
(Rispondi)
 
 
Soul_Edge
Soul_Edge il 02/11/07 alle 19:31 via WEB
Tutto giustissimo, concordo, ma ti riporto quello che avrebbe detto il professor Voloch, che ho già citato sopra: "Penso che un opinione vada protetta anche quando è causa di pubblica preoccupazione, perfino quando è straordinariamente rude e oltraggiosa". In fondo, per molti costituzionalisti, la libertà di espressione va intesa nel modo più amplio possibile, anche quando l'opinione espressa è non solo stupida ma pure offensiva. Spero proprio che il ricorso fallisca, anche perchè, se così non fosse, si creerebbe un pericoloso precedente che consentirebbe a questi esaltati di sputare sulle tombe quanto gli pare e piace.
(Rispondi)
 
 
 
jacopo147
jacopo147 il 02/11/07 alle 19:59 via WEB
se sarà così almeno anche noi potremo sputare sulle loro, magra consolazione, sopratutto se pensi che da lì nasce una escalation :(
(Rispondi)
 
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