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ADDIO AMICO FELIX

Post n°7 pubblicato il 13 Settembre 2007 da La_stupida
 
Tag: BESTIE

E' con grande tristezza che gli attivisti della Campagna SPEAK
comunicano la morte di Felix, il macaco prigioniero nei laboratori di
vivisezione dell'Università di Oxford. Felix è stato ucciso dalle stesse
persone che l'hanno tormentato per quasi un anno.
 Qui di seguito, alcuni estratti del comunicato della Campagna SPEAK.
 A quanto pare, Felix è nato in gabbia. E' sempre vissuto in una gabbia e
alla fine ha sofferto in una gabbia prima di essere ucciso, solo, in una
gabbia.
 Le informazioni che ora la Campagna SPEAK ha a disposizione dicono che a
Felix era stata tagliata la parte superiore della scatola cranica, una
procedura nota per essere estremamente dolorosa. Gli erano stati
piantati elettrodi nel cervello, ai quali era stato collegato un
apparecchio fissato sulla testa di Felix. La sua sofferenza deve essere
stata insopportabile, ma lui non aveva nessuno che lo confortasse. Era
circondato solo da una gabbia spoglia. Non aveva compagni che potessero
abbracciarlo per alleviare la sua pena. E' rimasto solo fino al giorno
in cui ai suoi torturatori non serviva più. Quel giorno, l'hanno ucciso.
 Ora Felix è morto, ed è importante che lo dimentichiamo mai. Se volete
piangere, fatelo. Non vergognatevi di piangere per la sua tristissima
vita. Noi di SPEAK abbiamo tutti versato qualche lacrima per il povero
Felix. Abbiamo combattuto per mesi, e non siamo riusciti a salvarlo.
 Ma la lotta non è stata vana: continuerà.
 Ora sappiamo che Felix è stato solo la prima vittima di un progetto di 5
anni che è iniziato nel 2006; un progetto che userà e abuserà di due
macachi l'anno e alla fine li ucciderà. Il progetto durerà ancora 4
anni. Qui il protocollo ufficiale del progetto dell'Università:
 Fin dall'inizio della nostra iniziativa "Lottiamo per Felix" abbiamo
spiegato che Felix, oltre a essere un singolo individuo, era anche un
simbolo. Un simbolo non solo delle migliaia di animali che muoiono alla
Oxford University ogni anno, ma anche delle centinaia di milioni di
esseri che vengono sacrificati per questa pratica fraudolenta e
antiscientifica in tutto il mondo. Abbiamo ancora tutto questo per cui
combattere, e in memoria di Felix dobbiamo, non solo continuare la nostra
lotta, ma raddoppiare il nostro impegno, ed è esattamente quel che
faremo noi della Campagna SPEAK.
 Prima di tutto dobbiamo fermare il progetto che ha ucciso Felix.
Ricordate, altri 8 macachi dovranno soffrire le stesse pene di Felix nei
prossimi 4 anni se non fermiamo i vivisettori della Oxford University.
 Unitevi a noi. La battaglia è ben lungi dall'essere finita. Gli animali
hanno bisogno di voi. Facciamo sì che la memoria di Felix viva in tutti
noi mentre combattiamo per porre fine al crimine della vivisezione.
 La battaglia continua...
 Fonte:
---------------------------------------
 Qui termina il comunicato di SPEAK.
 Riportiamo qui di seguito la bella testimonianza che ci ha inviato
Michele, un attivista italiano che ha partecipato alla grande
manifestazione della Campagna SPEAK tenutasi a Oxford il primo
settembre, per ricordare, ancora una volta, Felix, e che... la battaglia
continua!
 Michele sta organizzando altre due trasferte: il 20 Ottobre ancora ad
Oxford per la Campagna SPEAK, il 15 Novembre a Huntingdon per una
manifestazione contro HLS, organizzata da SHAC.  
----------------------------
 Testimonianza di: Michele
 Una marcia silenziosa, dopo chilometri di rabbia. E' l'immagine che
resta impressa più a lungo al ritorno dalla trasferta ad Oxford per
partecipare alla manifestazione organizzata da SPEAK per chiedere che
sia salvata da un nero destino Felix, la piccola scimmia rinchiusa
proprio lì, nel laboratorio della Oxford University verso il quale il
corteo si dirige dopo essersi fatto silenzioso. Abbiamo percorso la
città di Oxford ripetendo fino allo sfinimento un unico grido "Free
Felix now!", lanciato a squarciagola su una città brulicante di studenti
e turisti, divisa a metà fra clacson suonati in segno di approvazione e
ragazzotti alle finestre con cartelli di insulti.
 Le gole che gridano la libertà di questa vittima innocente della
crudeltà umana sono le più disparate: signore e ragazzi, uomini con il
bastone per camminare e coppie con il sacco a pelo per la notte. Voci
diverse gridano la stessa cosa per le strade dell'anonima Oxford:
gridano la libertà che noi abbiamo e lui non ha, gridano il diritto ad
una vita all'aria libera, gridano il dolore della sofferenza senza motivo.
 Sono i pensieri che scorrono nella testa quando dopo un'ora e mezza di
marcia l'intero corteo composto di un migliaio di persone svolta in una
via a sinistra e si fa completamente silenzioso. Avanza sicuro, con
passo deciso e lento, gli occhi verso quell'edificio attraverso i vetri
del quale sembra di poter scorgere il volto impaurito e triste di Felix,
il cui nome è stato sadicamente assegnato dal suo carnefice in persona.
“Felice”, in latino. Nessuno può vivere felice in una gabbia grande
appena come lui.
 La polizia ha sbarrato la strada: una fila di transenne leggere ci
separa ormai da quaranta poliziotti. Quaranta poliziotti tengono lontani
mille persone dalla libertà di un innocente: la tensione è alta, il
silenzio si fa pesante, un agente riprende tutto con una telecamera
digitale soffermandosi sulle facce dei manifestanti, una ragazza si
appunta preventivamente i numeri delle matricole ricamati sui giubbotti
degli agenti. Ma la situazione non precipita, e mentre Mel al megafono
riassume il nostro dolore è impossibile non rivolgerci ancora a guardare
quel freddo edificio carico di sofferenza.
 La sera, con i ragazzi di SPEAK al circolo sportivo della città: musica
irlandese, cibo vegano, birra ghiacciata, tende e sacchi a pelo. Prima
di far partire la musica viene proiettato un video: Felix è lì, accanto
al suo carnefice, poi le immagini delle manifestazioni, delle proteste,
delle trasmissioni televisive, degli arresti... I brividi sulla pelle,
la sensazione tangibile di avere il dovere di portare anche noi il
piccolo mattone per costruire un altro mondo. Una frase conclude il
filmato: "la lotta continua".
 Già, il nostro cugino piccolo, Felix, è ancora chiuso lì dentro; a
nessuno è permesso aver pace finché lui, e tutti coloro che come lui
sono ancora chiusi in una gabbia senza colpa, non torneranno finalmente
a vedere la luce del sole.

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Commenti al Post:
manniroma
manniroma il 13/09/07 alle 22:18 via WEB
Finalmente ha smesso di soffrire!
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


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Data di creazione: 01/09/2007
 
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