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La dignità dell'uomo
“L'uomo rimane uomo con tutta la sua dignità, anche quando è un embrione o in stato di coma”: lo ha affermato stamani Papa Ratzinger.
Come dargli torto! Peccato però, che si insista sempre e soltanto su questi due punti cardine della pre/vita e vita umana, scordandosi il percorso che li lega. La vita.
Io mi sarei stancata di questi teorici della vita altrui. È facile parlare della dignità del malato, quando si sa che si morirà nel proprio letto, accuditi e riveriti da una schiera di medici servitori, e pigolanti confratelli immersi nella preghiera. Più difficile è pretendere la dignità per il comune malato mortale.
Si facesse un giro, santità, tra i parenti dei malati di alzheimer, per esempio, entrasse in punta di piedi nel dolore altrui, quello della solitudine, quello dell’impossibilità di poter pagare l’assistenza migliore. Entrasse nella vita di chi riesce solo ad avere una preghiera da lanciare verso qualcosa che forse persino rifiuta di chiamare Dio, quella speranza di voler vedere arrivare la morte a portarsi via la vita di una persona amata, alla quale non è nemmeno stato contemplato di poter offrire dignità.
Si facesse paladino veramente della dignità della vita, rinunciando ai privilegi, ed essendo Cristo in terra. Andasse laddove piccoli embrioni cresciuti di qualche anno, vengono dilaniati dalle bombe intelligenti, contaminati dai residui di armi intelligentissime. La smettesse di delegare agli uomini di buona volontà, che in silenzio e umilmente, davvero cercano di dare da mangiare a chi ha fame, e da bere a chi ha sete, e medicine scadute agli ammalati, e aiuti umanitari che altro non sono che i resti della società dell’opulenza.
Tornasse lui ad avere quel tanto di dignità che gli permetta di estraniarsi da una farsa politica ed elettorale, che vede intrepido sostenitore, nientemeno che giuliano ferrara, del quale ancora attendiamo gli esiti delle analisi del sangue, o una denuncia penale per aver distrutto la vita di una donna che già dalla vita non aveva ricevuto doni.
Si preoccupasse la santità, di far sì che i nostri figli non debbano essere abortiti nell’età dell’innocenza, quando la vita è davvero gioia e spensieratezza, abusati dagli uomini, venduti, o vivisezionati, per dare ancora vita a chi, col danaro può permettersi di comprare i pezzi per viver bene qualche anno in più.
Leggo ancora:
“Manipolazioni genetiche; esperimenti sulla persona; inquinamento ambientale; droga; ingiustizia sociale; sperequazioni sociali; causare povertà; ricchezza eccessiva...”. Si allunga la lista dei peccati mortali condannati dalla Chiesa cattolica.
Che non si debba confessare, santità?
Rita Pani (APOLIDE)
da: guevina.blog.espresso.repubblica.it/resistenza/
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il 23/10/2016 alle 13:55
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il 18/10/2010 alle 22:21
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il 03/07/2010 alle 18:02
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il 13/06/2010 alle 12:37
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