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Conti pubblici, le stime del governo: pressione fiscale record nel 2009

Post n°71 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da pierrot2006

Il pil si contrae dell'1,7%, il deficit sale al 3,7%, il debito pubblico al 111,2%

ROMA - Il Pil che si contrae dell'1,7% (ma non è escluso che ci spossa essere un ritocco dell'ultima ora per portarlo al -2% come prevede la Commissione Europea), il deficit che sale al 3,7% e il debito pubblico che aumenta di quasi cinque punti balzando al 111,2% e una pressione fiscale ai livelli record (43,3%) del 2007 durante il governo Prodi. Sono queste le nuove stime 2009 del governo inserite in una bozza dell'aggiornamento del Programma di stabilità italiano. Il documento, secondo quanto si è appreso, sarà portato domani dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti all'esame del Consiglio dei Ministri prima dell'invio alla Commissione Europea di Bruxelles.

"La debolezza della fase congiunturale - è scritto nella bozza della nota informativa che accompagna il nuovo Programma di stabilità - è prevista perdurare nei primi tre trimestri del 2009, con un recupero a partire dall'ultimo trimestre dell'anno. Nel complesso, rispetto alla Relazione Previsionale e Programmatica, le prospettive sono riviste al ribasso per il 2008 e per il 2009, rispettivamente di 0,7 punti e di 2,2 punti percentuali: il pil è atteso registrare una contrazione pari a -0,6% nel 2008 e -1,7% nel 2009. Minore crescita è attesa anche per gli anni seguenti".

La pressione fiscale tornerà quest'anno a livelli record, nonostante un calo del gettito in termini assoluti. La riduzione della crescita economica porterà questo rapporto di nuovo al 43,3%, cioè al picco registrato nel 2007 dal precedente governo. E' questa una delle nuove stime stilate dal governo, previste dalla bozza del Programma di stabilità.
Nella bozza della nota informativa che accompagna il Programma di stabilità, è scritto che il 2009 registrerà un calo del gettito fiscale del 2,2%. Nonostante questo, ci sarà un aumento della pressione fiscale che tornerà dal 43% del 2008 al 43,3% del 2009. Come nel 2007, sarà il livello più alto, se si esclude il 1997, cioè l'anno in cui gli italiani pagarono l'Eurotassa nel quale toccò il 43,7%.

La pressione fiscale, cioè il rapporto tra le tasse incassate e la ricchezza prodotta dal paese, tornerà a scendere sotto la soglia del 43% solo nel 2013 (42,9%) mentre rimarrà al 43,3% nel 2010, al 43,1% nel 2011, al 43,0% nel 2012.

Nella nota informativa del Programma di stabilità si legge che "la crisi economico-finanziaria ha investito tutti i paesi" e che "il governo italiano ha agito tempestivamente, prima di rispondere alle criticità del sistema bancario nazionale, poi per alleviare l'impatto sfavorevole sull'economia e sui cittadini".
Viene così ribadito che "l'economia italiana è relativamente meno esposta rispetto agli altri paesi europei ai rischi specifici della crisi globale. Che la correzione del settore immobiliare sembra minore rispetto ad altri paesi industrializzati, il sistema bancario italiano appare comparativamente meno esposto alla crisi, le famiglie italiane sono meno indebitate rispetto a quelle degli altri Paesi".

Il quadro di finanza pubblica per gli anni 2008-2013, indica che "nonostante l'aggravarsi della crisi economica e il conseguente peggioramento delle condizioni di finanza pubblica, l'indebitamento netto rimane al di sotto del limite del 3% nel 2008, eccede questo limite nel 2009 mentre riprende una tendenza alla diminuzione negli anni successivi".

La tabella dopo il 2,6% del 2008 e del 3,7% del 2009, scende al 3,2% nel 2010, al 2,8% nel 2011, del 2,7% nel 2012, al 2,6% nel 2013. Nel 2009 a pesare sui conti è tra l'altro la previsione di una contrazione del gettito fiscale di 2,2 punti percentuali ma anche di una evoluzione più contenuta dei contributi sociali in linea con l'andamento dell'occupazione. Ma il valore è diverso se si considera l'indebitamento netto corretto per il ciclo, che Bruxelles considera se si è sotto il 3%: sarà al 3% nel 2009, ma poi scenderà al 2,5% nel 2010, e al 2,2% nel 2011.

Più preoccupante l'andamento del debito, che nelle nuove previsioni dal 105,9% del 2008, tornerà a salire per rimanere fermo sopra al sopra il 111% del pil nel triennio 2009-2012 (con il picco del 112,5% il prossimo anno) e poi ridursi lievemente al 101,5%& nel 2013: cioè alla fine del quinquennio considerato il debito sarà quattro punti più alto dell'attuale.

(5 febbraio 2009)

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girola0
girola0 il 28/06/09 alle 04:49 via WEB
Il programma di Governo è un insieme di promesse e valori che un partito esprime all'atto della fondazione, e che determina la linea d'azione dello stesso nelle questioni che esulano il programma ma fanno parte dell' iter legislativo di un Governo. Il programma, chiamato anche programma elettorale nell'omonima fase, in parole povere esprime l'ideologia di un partito.Il programma di governo nasce durante la Rivoluzione Francese: nel 1789 i protopartiti, detti club[1], si trovarono improvvisamente a poter decidere del loro avvenire e di poter governare lo Stato. Nacquero così i primi programmi, poichè i politici del tempo compresero che l'unico modo di accaparrare voti e quindi di avere una rendita lauta e sicura per un certo lasso di tempo fosse quello di stupire i votanti. Uno dei primi esempi di programma fu quello dei Giacobini: il capo dei Giacobini,Robespierre, durante le elezioni lasciò di stucco gli astanti riempendosi la bocca di parole mai pronunciate prima d'ora, che nell'immaginario del citoyen medio suonavano mitiche come il Santo Graal: queste parole erano Libertà ed Uguaglianza.......... La Libertà Una volta eletto Robespierre fece iniziare quell'antico pregiudizio che ancora oggi permane negli strati più bassi della popolazione, che si esprime in quel detto che recita Se il politico promette libertà, preparati alle mazzate. Circa un secolo più tardi, anno più anno meno un Ebreo ed un Protestante, entrambi Tedeschi, entrarono in un bar e chiesero ad un Italiano che passava di lì... decisero che era ora di distaccarsi dal sistema che aveva spadroneggiato nell'occidente, e scrissero un libro intitolato Manifesto del Partito Comunista. Questo libro pur non essendo un vero e proprio programma di governo si prefiggeva di creare un partito fondato sull'uguaglianza instaurata tramite la Dittatura del Proletariato. Nonostante i primi fallimenti, il libro venne riconosciuto come un opera importante e portò ad un altro detto popolare, che recita Quando un politico parla di dittatura del popolo, preparati alle mazzate: difatti nei paesi in cui fu applicato il sapere espresso dai due filosofi si ebbe il maggior numero di dittature mai registrato dal periodo dittatoriale dell'Antica Grecia. Ma lasciamo un attimo il Libro per occuparci di altri programmi elettorali: l'800 non fu particolarmente prodigo di programmi elettorali, dal momento che tutti erano occupati a leggere e a criticare il Manifesto. Nel primo '900 un imbianchino pelato, sempre tedesco[2], si alzò una mattina particolarmente arrabbiato contro rabbino padrone di casa che continuava ad alzargli i soffitto, e quindi scrisse un altro libro chiave dei programmi elettorali: Il Mein kampf. Contemporaneamente in Italia il Manifesto cadde in mani sbagliate, vale a dire in quelle di un romagnolo con manie di grandezza. Nel dopoguerra (ed è la parte che più ci interessa) i politici, consci del fatto che i libri chiave di cui sopra non avrebbero più mosso l'animo delle genti[3], assottigliarono le loro tecniche di accaparramento voti: chi predicava la religione, chi si appellava ancora ad un libro chi ad un altro, chi invece si sentiva un uomo qualunque, chi prometteva libertà. Tutti questi partiti, ad eccezione della formazione dell'uomo qualunque di cui non voglio parlare per pudore, si rifacevano a dei programmi ben definiti che i votanti potevano leggere, scritti su carta. Negli anni '90 un lombardo nano, deciso a portare un'ulteriore svolta al sistema, si candidò senza esprimere un programma, contando sul fatto che nessuno se ne sarebbe mai accorto. E fu così, anche perchè la memoria umana è labile e nessuno si ricordava più i detti dei padri fondatori dell'astensionismo alle urne[4], nonostante il nano maneggione urlasse a squarciagola contro i suoi avversari golpisti negri comunisti e traditori della patria e contro noi popolo italiano con alto indice di gradimento® la parola LIBERTÀ!. Nel 1998 addirittura ad opera di un ex poliziotto analfabeta nacque un partito ugualmente privo di programma, ma formalmente impegnato contro i suoi avversari mafiosi fascisti preggiudicati cocainomani golpisti allo strillo di GIUSTIZIA!. ....esempiuccio..alla italiana...............I giudici costituzionali sono gente SEMPLICE... alla mano....EH....., cordiali. Se hanno un dubbio su una legge, per esempio il Lodo Alfano, invitano a cena Berlusconi, Gianni Letta, Alfano e Vizzini. In una bella sera di maggio hanno fatto bisboccia tutti insieme con i giudici costituzionali Luigi Mazzella e a Paolo Maria Napolitano. Chissà di cosa hanno parlato con papi....... Il 6 ottobre la Corte Costituzionale si pronuncerà sul Lodo Alfano, quello che rende la banda dei quattro più uguale degli altri italiani. Secondo voi cosa decideranni i giudici?
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