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Bet Midrash

Cultura ebraica

 

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DALLA STORIA AL MITO: LA DISTRUZIONE DI GERUSALEMME IN ALCUNE APOCALISSI DEGLI ANNI 70-135

Post n°42 pubblicato il 21 Aprile 2008 da Angie1970

L' Arco di Tito fu eretto dal senato in onore dell'imperatore Tito per commemorare il trionfo di questi sulla Giudea. Il trionfo sugli ebrei è raffigurato dalla processione con con gli oggetti simbolo, le trombe d'argento ed il candelabro a sette bracci, come parte del bottino dal tempio di Gerusalemme.




Da: "II giudaismo palestinese: dal I secolo a.C. al primo secolo d.C. Atti dell’VIII Congresso internazionale dell’AISG (S. Miniato 5-6-7 novembre 1990), (AISG Testi e studi, 8) Fattoadarte, Bologna 1993".


Nella sua esposizione, Edmondo Lupieri prende le mosse da un articolo di J.Neusner, pubblicato per la prima volta nel 1972 intitolato "Judaism in a Time of Crisis: Four Responses to the Destruction of the Second Temple". In esso l' Autore ha modo di ribadire l' idea a lui cara - per altro condivisa da Lupieri - secondo cui esisteva una pluralità di giudaismi non solo prima del 70, ma anche ma anche a cavallo fra il sec. I e il II, in quel periodo, cioè, di profonde trasformazioni a cui fu costretto il mondo giudaico fra la guerra del 70 e l' ultima sconfitta del 135. Egli ha deciso, per la sua relazione, di non considerare come oggetto d'indagine le tradizioni rabbiniche e di affrontare gli altri testi sulla base di due presupposti metodologici: a) ancora fra il 70 e il 135 esisteva una molteplicità di giudaismi e b) i vari cristianesimi dell' epoca sono ancora lecitamente considerabili essere "sette giudaiche". In tal senso anche l'Apocalisse di Giovanni deve essere considerato il prodotto di un ambiente giudaico settario, di una setta di seguaci di Gesù, ove il termine "setta" non ha alcun significato denigratorio, ma indica semplicemente un gruppo connotato religiosamente e sulla base di tali connotazione distinto da altri gruppi simili.

La sua ricerca ha limiti ben precisi. Intende analizzare quali diversità e quali analogie vi possono essere fra alcune risposte apocalittiche ai problemi generati dalla tragedia del 70; per fare questo, studia il diverso significato che la caduta di Gerusalemme assume in alcuni testi prodotti fra il 70 e il 135, così da raccogliere voci vive e testimonianze dirette sulle discussioni di quegli anni. Per ragioni di semplicità e di tempo Lupieri ha deciso di tralasciare quanto in proposito si potrebbe trarre dall'opera di Flavio Giuseppe o da testi non apocalittici, come anche apocalissi poco esplicite in proposito oppure con tali difficoltà redazionali da renderle poco efficaci come strumenti d' indagine. Egli ha dunque concentrato la sua attenzione su tre testi ben noti, i più espliciti e chiari ai fini della ricerca: 4 Esd, Apc e 2 Bar.

In 4 Esd, l' Autore nota che è stato fatto uso di una speculazione cronografica basata su giubilei di 49 anni, ed è possibile dare un senso preciso alla maggior parte delle varie datazioni contenute nel testo e individuare un unico sistema di calcolo. All'interno di questo schema, le due distruzioni di Gerusalemme hanno luogo entrambe nel sesto millenio; separate da 480 anni. Il regno di Dio eterno arriva in settima posizione. Tutto ciò è in armonia con l' esaltazione giudaica del settimo giorno. Se davvero 4 Esd attende l' irruzione di un regno messianico 30 anni dopo il 70, deve essere stato scritto fra il 70 e il 100 e rappresenta una testimonianza di attesa ravvicinata di un intervento riparatore della provvidenza divina. In 2 Bar, la storia universale è suddivisa in 12 + 2 periodi di tenebra e luce alternati, cioè 6 +1 giornate composte di notte e giorno. Il regno messianico transitorio costituisce la parte luminosa della settimana giornata. Anche in 2 Bar, come nelle tradizioni cristiane, il nuovo eone arriva in ottava posizione, dopo la fine della settimana giornata (il momento più tenebroso della storia umana, la distruzione di Gerusalemme). Questa tenebra, però è provvidenzialmente necessaria affinché, in un futuro sentito come piuttosto lontano, giunga il messia. In Apc, i primi 5 tempi sono in potere di Satana; nel sesto si è manifestato Gesù Cristo; il settimo sarà strappato a Satana da Cristo, che anche sconfiggerà definitivamente l' Avversario all'alba dell'ottavo millennio. E' caratteristica cristiana spostare all'ottavo giorno la gloria del settimo ma Giovanni mostra che non vi sarà alcun ottavo millennio, bensì la gloria eterna della nuova creazione. Il nuovo eone non è numerabile; se lo fosse, entrerebbe nel novero dei tempi della storia umana ormai passata, e quindi ricadrebbe sotto il dominio di Satana. Forse vi è una polemica verso circoli cristiani che esaltavano un ottavo tempo. In tale schema, la caduta di Gerusalemme ha luogo nel sesto millennio della storia che è ancora sotto il potere di Satana.

Nell'Apocalittica degli anni 70-135, dunque, assistiamo ad un fenomeno peculiare: la distruzione di Gerusalemme si trasforma e, da avvenimento storico quale fu, diviene un evento cosmico. Le tre apocalissi esaminate nell'esposizione di Lupieri, ci mostrano come, nel giro di pochi decenni, l' attività mitopoietica umana possa aver fatto uscire dalla storia un avvenimento pur in essa verificatosi per proiettarlo nella dimensione astorica ed eterna del mito.

 
 
 
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MATERIA GIUDAICA, Rivista dell’AISG, L'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo,a periodicità semestrale. 

http://www.humnet.unipi.it/medievistica/aisg/AISG_05Materia/AISG_Materia.html

 

STORIA DEGLI EBREI D'ITALIA

Storia degli Ebrei d'Italia 

Una presenza che dura da 2000 anni in 15 avvincenti capitoli

dal sito Morashà

 

Sorgente di vita è la rubrica televisiva di vita e di cultura ebraica che viene realizzata in collabrazione tra la RAI e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.va in onda a settimane alterne su RAI DUE la domenica sera alle O1,20 circa e viene replicato due volte: la sera successiva alla stessa ora e otto giorni dopo, il lunedì mattina, alle 9,30 circa. Nel corso degli anni SORGENTE DI VITA ha realizzato centinaia di programmi in Italia e all'estero sui più diversi temi. Tra gli altri, la vita e la storia delle comunità in Italia e i loro problemi, aspetti della tradizione ebraica anche legati a temi di attualità, ricorrenze del calendario ebraico, reportage sulle comunità all'estero, inchieste su Israele, antisemitismo, razzismo, neonazismo, tutela dei beni culturali ebraici, dialogo interreligioso.

 

E' l'unica rivista che, accanto a temi generali di cultura ebraica, si occupa degli aspetti storici e culturali che interessano l'ebraismo italiano.La Rassegna ha pubblicato, in particolare, raccolte di articoli sulla cultura sefardita, su quella ashkenazita, sulla letteratura israeliana, sulla poesia ebraica italiana, sul mondo yiddish, sul Risorgimento e minoranze religiose, testimonianze sulla Shoah, e una numerosa documentazione sulla storia dei vari gruppi ebraici in Italia.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

http://www.ucei.it/areeAttivita/rassegnamensiledisrael/RassegnaMensileIsrael.asp

 

MUSICA KLEZMER

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E’ in Renania che quasi mille anni fa nasce il canto popolare yiddish da una tradizione musicale vecchia di 2500 anni.

E’ però intorno al XV secolo che gli Ebrei dell’Europa orientale cominciano a organizzare piccoli gruppi musicali che vagabondano di paese in paese celebrando le varie ricorrenze religiose o sociali. La musica dei klezmer, musicisti ebrei professionisti o semi professionisti, è la musica strumentale tradizionale degli ebrei dell’Europa Orientale di parlata yiddish e le sue origini si perdono nel medioevo.

La parola yiddish klezmer significa letteralmente "musicante" e deriva dall’ebraico antico kli, "strumento" e zemer, "canzone".

I klezmorim (musicanti klezmer) non hanno una formazione musicale qualificata: non esistono infatti conservatori o scuole di musica, ma i musicanti imparano a suonare gli uni dagli altri.La loro passione li porta a comporre anche arrangiamenti scritti che essi provano e riprovano sino a raggiungere esecuzioni perfette. I membri di questi piccoli gruppi sono dotati di particolare talento e di fertile immaginazione; la musica è per loro contemporaneamente divertimento e virtuosismo. Non godono però di grande considerazione nella società. Considerati quasi dei fannulloni, vengono infatti invitati a suonare in occasioni di feste e di banchetti e non mancano mai ai matrimoni, addirittura impensabili senza di loro, ma il compenso pecuniario è minimo e in genere ricevono solo da mangiare. Per questa ragione, quasi tutti sono costretti a cercare delle occupazioni parallele per poter sbarcare il lunario. Molti di loro sono barbieri, calzolai o sarti e si esercitano quando non hanno clienti o ricevono i clienti quando non si esercitano.

I klezmorim sono ingaggiati nelle ricorrenze tipiche del culto ebraico la Simcha Torà (inizio e fine del ciclo annuale con lettura della Torà), la benedizione di una nuova Torà, la prima notte di Channukka (festa delle luci) e il Purim, festa che celebra la storia di Ester. Le orchestrine dei klezmorim suonano anche negli ostelli, nelle case da ballo, nei cortili e, quando si sviluppa il teatro yiddish alla fine del XIX secolo, i klezmorim trovano un ulteriore campo di attività.

Per chi non avesse avuto modo di ascoltare questo genere musicale segnalo questo link:

http://www.badeken-di-kallah.de/mp3/05mp3.mp3

 

RICETTE KASHER

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Alla base di ogni pietanza cucinata seguendo lo stile della tradizione ebraica, c'è il rispetto in primo luogo della Kashèrut ovvero l'insieme delle regole alimentari ebraiche, che indica generalmente "l'essere adatto".
Quando un determinato prodotto è chiamato Kashèr - valido, adatto, buono - vuol dire che corrisponde a precisi requisiti di idoneità alle prescrizioni bibliche. Se un cibo è Kashèr significa che può essere consumato poichè è stato preparato nel rispetto delle norme alimentari ebraiche.

ALCUNE RICETTE TRATTE  DAL SITO MORASHA'

 

GIORGIO PERLASCA

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Giorgio Perlasca è mandato come incaricato d'affari con lo status di diplomatico nei paesi dell'Est, a Budapest per comprare carne per l'Esercito italiano.

Quando i tedeschi prendono il potere  i nazisti ungheresi, iniziano le persecuzioni sistematiche, le violenze e le  deportazioni verso i cittadini di religione ebraica. Giorgio Perlasca grazie a un documento che aveva ricevuto al momento del congedo in Spagna trova rifugio presso l'Ambasciata spagnola, in pochi minuti diventa cittadino spagnolo inizia a collaborare con Sanz Briz, l'Ambasciatore spagnolo che assieme alle altre potenze neutrali presenti (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano) sta già rilasciando salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica.

A fine novembre Sanz Briz deve lasciare Budapest, e dal dicembre 1944 al gennaio 1945, per 45 giorni Perlasca come diplomatico regge pressoché da solo l'Ambasciata 
spagnola, organizzando l'incredibile "impostura" che lo porta a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica.

In totale riesce a portare in salvo 5218 ebrei ungheresi.

Dopo l'entrata in Budapest dell'Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero, liberato dopo qualche giorno, e dopo un lungo e avventuroso viaggio per i Balcani e la Turchia  rientra finalmente in Italia. Da eroe solitario diventa un "uomo qualunque": conduce una vita normalissima e chiuso nella sua riservatezza non racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, la sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà

Grazie ad alcune donne ebree ungheresi, ragazzine all'epoca delle persecuzioni, che attraverso il giornale della comunità ebraica di Budapest ricercano notizie del diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale le aveva salvate, la vicenda di Giorgio Perlasca esce dal silenzio. Giorgio Perlasca è morto nel 1992. Sepolto nel cimitero di Maserà (Padova) ha voluto essere sepolto con al fianco delle date un'unica frase: "Giusto tra le Nazioni", in ebraico. 

IL 09 GIUGNO 1988 YAD VASHEM HA RICONOSCIUTO GIORGIO PERLASCA GIUSTO TRA LE NAZIONI .

http://www.lager.it/giorgio_perlasca.html

 
 
 

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