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IL MISTERO DI GUSTAVO ROL

Post n°16 pubblicato il 18 Luglio 2012 da TapumTapum
Foto di TapumTapum

Erano gli anni Trenta quando, in Germania, il Premio Nobel Albert Einstein passava le sue serate incantato davanti ai prodigi di Gustavo Rol. Un altro Premio Nobel, il grande fisico italiano Enrico Fermi, si era appassionato a tutte le incredibili cose che Rol riusciva a fare. Come loro, negli anni, si sono alternati Pablo Picasso, Salvador Dalì, Benedetto Croce, Gabriele D'Annunzio e molti altri ancora. A quelli che lui chiamava "esperimenti" hanno assistito capi di stato, stelle del cinema, politici famosi. Pare che Hiter l'abbia voluto invano tra i suoi consiglieri, il generale De Gaulle lo raggiungeva spesso per parlare a quattrocchi e lo stesso Mussolini gli ha chiesto un parere, per poi ignorarlo con i risultati che sappiamo.
Rol, nato a Torino il 20 giugno 1903, è sicuramente uno dei personaggi più misteriosi mai esistiti, e se non avesse avuto questi testimoni eccellenti, sarebbe stato sicuramente etichettato come un illusionista.
Chi lo ha conosciuto racconta, ancora oggi, di situazioni prodigiose nate come se niente fosse, di aiuti incredibili dati a chi ne aveva bisogno e, soprattutto, tanta riservatezza, non cercava pubblicità o popolarità, il suo scopo non era trarre benefici economici dai suoi poteri.
Ma quali erano le doti che possedeva: la visione a distanza, ossia la visione di cose che si trovavano in un altro luogo o di ciò che avveniva in un altro luogo; la lettura di libri chiusi; l’osservazione dell'aura energetica che circonda il corpo umano, utile all'identificazione di malattie; visione dell'interno del corpo umano, stimati medici si sono rivolti a lui con successo per affrontare casi clinici complicati; riusciva a spostare a distanza oggetti di qualsiasi genere (telecinesi), a materializzarli e smaterializzarli; prevedeva eventi futuri (precognizione); riusciva a conoscere il passato di una persona (chiaroveggenza); leggeva nel pensiero (telepatia), riusciva a trovarsi in luoghi differenti nello stesso momento (bilocazione),  e molto altro ancora.
Lo stesso Rol, spiegava questi fenomeni e queste sue facoltà, attribuendole alla bontà di Dio. A Dino Buzzati, noto giornalista e scrittore dichiarò: ”Non sono un mago. Non credo nella magia... Tutto quello che io sono e faccio viene di là (indicando con la mano il cielo), noi tutti siamo una parte di Dio... E a chi mi domanda perché faccio certi esperimenti, rispondo: li faccio proprio a confermare la presenza di Dio...”.
Gli scienziati, però, non hanno mai affrontato uno studio serio sul fenomeno Rol, preferendo bollarlo come un abile prestigiatore.
Solo per fare pochi esempi delle sue capacità, durante la seconda guerra mondiale, quando le potenze dell'Asse erano vittoriose su tutti i fronti, e nessuno poteva mai immaginare che quella che appariva ormai una brillante vittoria si sarebbe trasformata poi in una tragica sconfitta per l’Italia e la Germania, Mussolini, conoscendo la fama di Rol, lo volle incontrare. Convocatolo, la domanda del duce fu schietta: ”Mi dicono che voi fate delle previsioni, come andrà la guerra? Parlate pure liberamente”; Rol dopo non poche esitazioni rispose: ”Duce, la guerra è perduta”, ed alla successiva domanda di Mussolini: ”Qual’è la mia sorte?”, la risposta fu: ”Gli italiani la allontaneranno nella primavera del 1945”.
Il duce, naturalmente indispettito da quelle risposte, picchiando un pugno sul tavolo congedò frettolosamente Rol, il quale, agli ufficiali che lo accompagnavano all’esterno, raccontò di aver avuto una visione, indicando con precisione la data della morte di Mussolini, 28 aprile 1945.
Dopo l’8 settembre 1943 Rol metterà in gioco i suoi poteri per salvare molte persone condannate alla fucilazione dai nazi-fascisti. Sembra infatti che Rol, tramite le sue potenzialità telecinetiche, che tanto stupivano gli alti ufficiali tedeschi, sia riuscito ad ottenere la vita di alcuni partigiani in cambio di esperimenti richiesti dagli stessi ufficiali.
Un giorno, a Pinerolo, un comandante tedesco aveva messo al muro un gruppo di presunti partigiani che dovevano essere fucilati. Rol si precipitò a chiederne la liberazione. “Sono innocenti, non hanno commesso niente di male”, diceva. “E lei come fa ad esserne tanto sicuro?”, chiese l’ufficiale. “Alla stessa maniera con cui sono sicuro di conoscere cosa contengono i cassetti della scrivania nella sua casa ad Amburgo”, rispose Rol, e cominciò a descrivere accuratamente con dovizia di particolari gli oggetti presenti nella scrivania, soffermandosi, in particolare, sul contenuto di alcune lettere privatissime. Il tedesco, confuso e spaventato, liberò immediatamente i prigionieri.
Sempre Dino Buzzati, in un articolo sul “Corriere della Sera”, intitolato “L'albergo salvato dal mago”, ci racconta una storia legata all'Hotel du Cap, ad Antibes in Costa Azzurra, dove lo stesso Buzzati era stato ospite: “Monsieur André Sella mi fece entrare nel suo studio degno di un vecchio ammiraglio e mostrandomi gli album coi ricordi dell'Hotel si soffermava sulle facce ed i nomi più famosi d'Europa che erano stati suoi clienti. Sfogliando, ad un certo punto André fermò il dito sul volto di un bellissimo uomo nel fiore della vita. "Giorgio Cini”, disse. “Si ricorda? Settembre 1949... E questo qui è il dottor Rol, il mago di Torino, lei ne avrà sentito parlare, è a lui che devo la vita. Giorgio Cini era qui all'albergo con Merle Oberon, sua fidanzata, doveva partire insieme a me il giorno dopo per Venezia. Ma la sera, a cena, Rol mi toccò un braccio e mi disse: “Quel Cini ha la morte molto vicina”. Io sapevo chi fosse il dottor Rol. Ho avuto paura. Ho trovato un pretesto per non partire... La mattina dopo ho accompagnato Cini all'aeroporto di Nizza. Lo aspettava il pilota personale. Decollaggio perfetto. Mentre mi avviavo all'uscita seguivo l'aereo con gli occhi, così, per istinto. E pochi istanti dopo non vedo staccarsi netta un'ala e l'apparecchio venire giù a piombo? Quando sono arrivato sul posto, era un orrore, nessuno lo avrebbe potuto riconoscere. Poi le scene, lei può immaginare, Merle Oberon come pazza. E io salvo".
Di Gustavo Rol è rimasto poco, oltre alle testimonianze, come abbiamo già visto, di personaggi illustri, sono solamente rimasti i suoi quadri, dipingeva paesaggi e nature morte, e sembra, che in sua assenza, tali dipinti si animassero da soli.
Di recente, alla troupe del programma Voyager, che si è occupato di Gustavo Rol, è accaduto un evento inspiegabile. A Torino, durante le riprese del servizio nella casa dell’esecutore testamentario e caro amico di Rol, Aldo Provera, in una delle stanze, dove erano appesi due quadri dipinti da Rol, e dove quest’ultimo, quando era in vita, ha spesso effettuato moltissimi dei suoi esperimenti, si parlava appunto dei dipinti, ed in particolare di uno dei due dove sono raffigurati una giovane nobildonna francese, Teresa Rovere, antenata del padrone di casa, e suo figlio bambino. Si raccontava che anni prima, quando Rol era ancora in vita, era successa una cosa incredibile, infatti, mentre qualcuno narrava la storia dei due personaggi del dipinto, ed in particolare del bambino che era morto per avvelenamento, all’improvviso, con un grande lampo, il quadro si era staccato dalla parete per poi ritornare repentinamente al suo posto. Rol, come spesso faceva, aveva fatto mettere nella tasca dei presenti un biglietto bianco, in uno di questi, è comparsa poi questa scritta in francese: “Mio figlio non è morto in seguito ad un avvelenamento, ma per una grave infezione intestinale”. La madre, forse, aveva voluto difendere la memoria del bambino e ristabilire una verità cambiata nel tempo.
Mentre si narrava questa strana storia, l'operatore della Rai, Luigi Toninelli, che stava inquadrando il dipinto, mentre si apprestava a terminare le riprese, ha chiamato a gran voce il resto della troupe, infatti il quadro aveva cambiato aspetto, mentre subito prima, Teresa Rovere, che è raffigurata con un'espressione altera, attraverso il mirino della telecamera appariva invece sorridente.
La testimonianza di Luigi Toninelli : ” Mentre eravamo in quella stanza a riprendere, guardavo dentro la loop della telecamera, ad un certo punto ho attirato l’attenzione della troupe, perché si stava verificando una cosa perlomeno inconsueta, la signora del ritratto, all’interno del mio finder, cambiava completamente espressione. Siccome la casa è un po’ particolare pensavo si trattasse di autosuggestione, ho chiamato quindi la troupe per verificare. O era una cosa di suggestione collettiva, o se no era una cosa comunque inspiegabile”.
Anche gli altri componenti, attraverso la telecamera, osservando la differenza di espressione, vista dall'operatore, prontamente hanno inserito nel mirino una macchina fotografica scattando una foto. Nella foto si vede il volto di Teresa della Rovere completamente diverso da quello del dipinto, stava sorridendo.

Gustavo Adolfo Rol, morto nel 1994, ha portato per sempre con sé, il segreto dei suoi poteri.

Di lui è stato detto:

«Gustavo Rol è un uomo che Dio ha mandato fra di noi per renderci migliori»
Franco Zeffirelli.

«Rol sfugge alla nostra possibilità di comprensione. È un mistero»
Cesare Romiti.

«...un individuo dotato di poteri incredibili»
Guido Cernetti.

«... una personalità fra le più sorprendenti del secolo»
Alberto Bevilacqua.

«... è il più indecifrabile e fascinoso enigma in cui mai mi sia imbattuto»
Roberto Gervaso.

«Tra le persone a cui rivolgo una preghiera quando sono in difficoltà c'è anche lui...»
Vittorio Messori.

«All'incredibile Rol, che sarà credibile solamente dopodomani»
Jean Cocteau (dedica).

«Sono rimasto sbalordito, ma niente affatto sgomento: anzi, consolato ed arricchito»
Valentino Bompiani.

«A Gustavo Adolfo Rol che cammina come un illuminato sulla geografia dell'inconoscibile e della relatività»
Pitigrilli (dedica).

«Quell'uomo legge nel pensiero e non possiamo rischiare che i segreti dello Stato francese vengano a conoscenza di estranei»
Charles De Gaulle.

«Al dottor Rol, con ammirazione per il suo lavoro ultra-umanitario»
Vittorio Valletta (dedica).

«Gustavo era un essere meraviglioso che manca a tutti noi e che ci ha lasciato esperienze incredibili, emozioni uniche e straordinarie...»
Valentina Cortese.

«...è l'uomo più sconcertante che io abbia conosciuto. Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l'altrui facoltà di stupirsene»
Federico Fellini.

«Un personaggio... dietro al quale si nascondeva un'entità inafferrabile»
Tullio Kezich.

«Religiosissimo, credo che appartenga al filone dei “santi laici” piemontesi, come Frassati e Savio...»
Nico Orengo.

«Qualcosa di benefico si irraggia sugli altri. È questa la caratteristica immancabile... dei rari uomini arrivati, col superamento di se stessi, a un alto livello spirituale, e di conseguenza all'autentica bontà»
Dino Buzzati. 

 

Gustavo Adolfo Rol, non è stato certamente uno dei soliti ciarlatani, illusionisti e maghi, ma un uomo buono, prima di tutto, e dotato di poteri straordinari e reali.

 

 

 

A sinistra il dipinto, a destra la foto scattata dalla troupe di Voyager, l'espressione del volto è completamente diversa. 

 

 

 
 
 
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