Creato da BlackLight86 il 23/12/2004
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« Filippica liberale | La suggestione del silenzio » |
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(ok, ora ho la vostra attenzione... ma cosa dovevo scrivere? ah giusto...)
serata uggiosa... enfatizzata solo dai monotoni ticchiettii del mio vecchio orologio a parete, mentre una coltre di nebbia sembra avvolgere ciò che rimane del mondo qui fuori...
una di quelle serate che mi fanno venir voglia di poesia... di tuffarmi in quell'oblio artistico che per un attimo può cancellare il monotono grigiore di queste serate...
non fraitendetemi. ho detto che IO ho voglia di poesia. non vale sempre il viceversa, purtroppo. e quando ciò non vale sono costretto a forzare la mia vena, pur di dissetarmi.
forzare l'ispirazione. sembra quasi la più volgare e insulsa forma d'arte che si possa immaginare. senz'altro la più egoistica. ma non è forse l'arte la massima rappresentazione dell'egoismo umano? l'intimo prodotto dell'Ego che viene violentemente messo in mostra, invilito, deturpato della sua intimità?
ma non posso fare a meno di concedermi a quest'inebriante piacere...
ecco, dicevo di non essere ispirato e sono riuscito addirittura a scrivere qualcosa di intelligente. non è una cosa molto comune da parte mia... non sono sicuro di quello che ho scritto, sono così intelligente che neanche io capisco i miei pensieri, ma nel complesso suona sensato... forse sarà l'uso di tutti quei termini aulici... dicevo di aver voglia di poesia? allora ecco cosa faccio: dato che non mi capiterà più di scrivere cose leggibili e allo stesso tempo intelligenti almeno per la prossima decade, stasera i miei versi cannibalizzeranno alcuni termini che ho usato sopra... sempre meglio di niente, e almeno in grado di soddisfare per un attimo questa sete ruggente... ai bloggers, poi, l'ardua sentenza.
~~ Suggestione #2 in si minore ~~
Ascolta.
Risuona questa plumbea solitudine
dei cristallini rintocchi
di un silenzio smarrito...
Uggiosa serata
di languidi sospiri,
di vitree parole taciute,
sospese
in imperturbabile grigiore.
Non fraintendermi:
è lungi da questa penna
la più vaga ispirazione;
in vili e insipidi versetti
si esprime la silente apatia
di un inebriante piacere
ormai consunto e gemente.
Ascolta.
Fulvida aleggia
l'inottemperante preghiera
di un'anima infranta,
solitario grido
di una languida passione
annegata
nel ferale ghigno
dell'oblio.
e stasera c'è anche aria di revival...
riposto una delle mie poesie preferite... anche se risale ormai a svariati eoni addietro, tanto che io stesso stento a riconoscermi...
ah, il suo titolo in principio era il titolo di questo blog.
~~ Catarsi allucinata ~~
Geme solitaria questa follia
Sepolta nei recessi dell'anima;
Langue silenziosa la pudica libidine
Che l'animo stenta a rifiutare.
Sgretola questa folle lucidità
Accecata dal timore del subdolo;
Consuma quest'insana pulsione
Che crudele brucia le mie viscere.
Sei tu che cammini nelle mie notti insonni,
Flebile ombra di mille vaneggiamenti
Sbriciolati da una ragione assopita.
Sei tu che stanca e affaticata
Cerchi un rifugio dal tuo tormento
Per un futuro che ti è stato sottratto, e mai restituito.
Sento ancora il tuo respiro sulla mia pelle
Quando i fantasmi del nostro passato
Tormentano le mie notti insonni:
Vieni e asciuga le mie lacrime....
ora vado davvero... devo avervi davvero annoiato con tutto questo sproloquio da paranoico... con permesso svanisco, augurando a tutti voi una buona serata.
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