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ESSERE SE STESSI
L'aforisma di stasera è questo :
♥♥♥ ...Non essere troppo uguale agli altri... saresti troppo diverso da te stesso...♥♥♥
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IL NOSTRO MERAVIGLIOSO MARE
LA STORIA DEL PEPERONCINO
LA STORIA DEL PEPERONCINO
Nella cucina calabrese è raro trovare un piatto, fresco o conservato, in cui non appaia, il peperoncino. La Calabria è infatti la regione che in Italia consuma più peperoncino ed e anche la regione dove la fantasia dei produttori si è sbizzarrita nella creazione di prodotti che si intrecciano e si sovrappongono con quelli della tradizione.
Il peperoncino piccante, Capsicum frutescens, è un arbusto che cresce molto facilmente nelle regioni tropicali. Produce frutti di forma allungata o arrotondata che diventano rossi maturando, ma non si addolciscono mai.
Il primo a parlarne fu Cristoforo Colombo nel suo diario descrivendo 1’isola di Hispanola nel 1493; e molto probabilmente le isole caraibiche furono la zona originaria di tutte le varietà di peperoncino dopo la colonizzazione delle Americhe. Ma mentre gli europei, dal palato sensibile, si mostrarono piuttosto diffidenti nei confronti di una spezie che incendiava la bocca , gli africani, gli arabi e gli asiatici la accolsero come una vera e propria rivelazione.
Accanto ai prodotti tradizionali, oggi si fabbricano numerosi alimenti a base di peperoncino, come le paste, la grappa, addirittura le confetture ed il gelato, quasi a voler significare che questo piccolo, ma potente frutto, costituisce parte integrante della identità della Calabria.
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LA LEGGENDA DEL FIUME CRATI - CURIOSITA'
Post n°6 pubblicato il 17 Aprile 2013 da Profilo_Calabria
La città di Cosenza sorge alla confluenza dei fiumi Busento e Crati. Conosciamo il percorso di quest’ultimo: attraversa la città bruzia, giunge nella piana di Sibari e sfocia nel Mar Ionio; quello che probabilmente non conosciamo è l’origine del suo nome. Lo storico Eliano (III secolo d.C.) afferma che Khratis sarebbe il nome di un pastore innamorato della più bella capra del suo gregge; un ariete geloso lo uccise mentre dormiva ed il suo corpo fu sepolto nei dintorni e gli abitanti diedero il nome di Khratis al corso d’acqua presso il quale avvenne il fatto. Ma la storia non termina qui, pare infatti che la capra amata, dopo qualche tempo, partorì un bambino dalle gambe caprine ma dall’aspetto umano: ritenuto una divinità, fu adorato come il dio delle foreste e delle valli. Strabone (I secolo a.C.) invece afferma che le acque del Crati rendevano biondi i capelli di chi vi si lavava e rendeva bianco il pelame degli animali che vivevano sulle sue sponde; al contrario del fiume Sibari, che scorreva poco sopra, che conferiva invece un colore scuro
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