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SITUAZIONE SOCIALE E DEMOCRAZIA - CHE SOLUZIONI CI SONO?
Post n°9 pubblicato il 14 Febbraio 2008 da blog8
Il tempo di questi anni passati sarebbe stato utile se molti si fossero accorti del precipitare di una situazione che continua a precipitare e il cui degenerare non si può fermare certo con le proteste. La rabbia e le proteste servono a poco: forse anche a creare più confusione. Abbiamo sostenuto che occorreva prendere le misure adeguate e ne abbiamo indicate. Ma fondamentalmente é vero che non si può modificare una situazione deteriorata con gli stessi modi di pensare che l'hanno provocata. Che fare? L'idea che forme di democrazia diretta possano consentire col tempo di sviluppare una situazione di miglior coscienza collettiva é certamente utile anche se parziale e va integrata con altri aspetti come il lavoro su di sè, il passaggio da una cultura della delega ad una cultura della responsabilità più accentuata che in passato. Solo provvedimenti istituzionali -come prospettano in tanti- sono insufficienti. La 'matrice' che si trasforma non é fatta di sole istituzioni ma prima di tutto di individui con la loro interiorità (ad esempio con una sensibilità ed un'etica, con una psicologia e una formazione mentale -idee. conoscenze, aspirazioni, progetti, relazioni interpersonali, ecc.), che determinano comportamenti e azioni; e viceversa non si può pensare che idee, concezioni morali e quant'altro si possano modificare solo perchè si fanno delle leggi senza un corrispettivo lavoro soggettivo. Occorre cioé un modo di agire INTEGRALE che dà i quattro aspetti: Individuale (interiore ed esteriore), collettivo (interiore, cioè idee condivise da gruppi sociali o da tutti - e forme materiali istituzionali esteriori in cui si concretizzano o con cui collidono quelle idee diventate collettive condivise). Sul piano politico non si può prescindere da questi (almeno) quattro aspetti e ogni problema per il quale si crede di prescinderne complica ancora di più la situazione come é avvenuto e sta avvenendo sempre più velocemente praticamente con ogni cosa, dalla vita individuale interiore alla vita collettiva familiare e sociale, lavorativa ecc. La Democrazia Diretta intesa come avanzamento e presa di responsabilità diretta di ogni persona consente meglio questo approccio. Pensare a delegare come in passato non è più evidentemente un metodo adeguato (anche se lo pensano, appunto, molti che protestano...), e gli stessi equilibri tra le forme interne alla democrazia italiana costituzionale che prevede sia azione diretta che delegata non sono più adeguati (es. art. 75 sez.II della Costituzione che vieta referendum per trattati internazionali, leggi tributarie, di bilancio, amnistia e indulto). Il pericolo che tra gli aspetti istituzionali e le istanze soggettive (sia individuali che collettive) si arrivi ad un conflitto sempre più aperto é sempre più evidente. Il riequilibrio non può essere definito solo con le forme tradizionali che passano attraverso la delega. I fatti in particolare di questi ultimi anni e ultimi mesi lo dimostrano. Riportiamo quanto abbiamo detto già altre volte e invitiamo ad entrare nel merito delle questioni e anche degli aspetti organizzativi senza i quali non è possibile fare il salto dalla semplice contestazione alla proposta fattiva. -------testo: Che fare?----------- I problemi che si accavallano sia individuali che sociali si ripercuotono sulla serenità e sulle prospettive individuali e sociali. Che fare?
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