Navigare fra le idee

GLI OCCHI FREDDI DELLA NOTTE - VI PUNTATA

   I minuti, uno dopo l’altro, guizzarono via veloci. L’uomo che non aveva mai perso d’occhio l’orologio sul comò, all’approssimarsi della mezzanotte cominciò a dare segni di nervosismo. Qualche minuto più tardi s’alzò ed entrò nel bagno. Norma assistette impotente ai preparativi per la partenza. Con tristezza da clown lo osservò mentre si rivestiva. Robert si guardò allo specchio e si accorse di avere tracce di rossetto sul viso e sul collo. Prese un batuffolo di ovatta e cominciò a strofinare l’uno e l’altro. La cosa lo metteva di buon umore. Si girò verso di lei per mostrare il suo compiacimento, ma la donna, a causa dei barbiturici, era passata dalla veglia al sonno senza accorgersene. «Meglio così» pensò lui con una punta di perfidia. «A volte le sue domande sono davvero imbarazzanti». Si chinò per darle l’ultimo bacio e le lanciò ancora un’occhiata prima di richiudere la porta dietro di sè. «Non troverò mai» - ammise a fatica - «il coraggio di dirle ciò che penso...».
Robert salutò Eunice che aspettava al piano sottostante e s’avviò con passo svelto sul vialetto del giardino. L’autista-guardia del corpo, appena lo vide sbucare sul marciapiede, accese il motore dell’auto.
Eunice, dopo la partenza di Robert, lasciò Norma e ritornò alla sua abitazione, che distava non più di una quindicina di minuti d’auto. Mise in moto la macchina ben felice d’essere giunta alla fine di una giornata snervante: l’arrivo dell’uomo la metteva sempre in agitazione.
Il fatto di guidare per le strade di Palm Springs in piena notte non le creava grandi problemi. Brentwood era un quartiere abitato da gente danarosa che pagava poliziotti privati per avere pace e tranquillità. Negli ultimi vent’anni non erano accaduti né fatti di cronaca nera né banali episodi di microcriminalità. Ecco perché quando Eunice, la mattina precedente, non aveva trovato la pochette dove teneva il suo denaro e le chiavi di Norma, aveva pensato ad un semplice smarrimento. Per la prima volta in cinque anni, era stata costretta a svegliare la padrona di mattino presto. Ci volle del tempo prima che lei scendesse ad aprirle la porta. La sera stessa dello smarrimento un poliziotto portò a casa di Eunice la pochette che qualcuno con molta diligenza aveva consegnato al distretto di polizia. Eunice, quando riebbe indietro le sue cose, rimproverò la sua sbadataggine. Aveva riavuto proprio tutto, denaro compreso, cos’altro importava?
Norma dormiva il suo sonno senza sogni, mentre la notte orfana di luna viaggiava con lentezza inesorabile incontro al giorno. Verso le tre del mattino una Cadillac nera si fermò all’incrocio fra il vialone, su cui si affacciava la sua villetta, e una via secondaria. Alla guida dell’auto c’era ‘Mugsy’ Tortorella, un italo-americano dalla faccia rotonda. Accanto a lui, sul sedile del passeggero, sedeva invece, ‘Needle’ Gianola, un uomo magrissimo, anch’egli di origine italiana. Entrambi erano di pelle e capelli scuri. Needle scese dalla macchina e con incedere lento s’avviò sul marciapiede in direzione della casa di Norma, intanto che Mugsy parcheggiava l’auto alle sue spalle. Il tacco degli stivaletti da cow boy che indossava produceva un rumore metallico a contatto dell’asfalto.

FINE SESTA PUNTATA