Bolina news

Questo è il mio primo post su questo blog al quale mi è stato chiesto di dare un contributo. Nello spirito che lo anima, ho deciso di scrivere qualcosa di veramente pungente, una di quelle cose di cui, almeno dalle mie parti, non si parla tanto: un po' per abitutidine, un po' perché prima o poi ci sono caduti in molti.
Si tratta di una parola semplice, dal significato chiaro e inequivocabile: CLIENTELLISMO.
Il Dizionario della lingua italiana del prof. Tullio De Mauro (esimio linguista) definisce questa parola come un "sistema di rapporti tra persone fondato su favoritismi e benefici personali che si instaura, spec. in ambito politico, tra cittadini e personaggi influenti al fine di ottenere reciproci vantaggi". In tutt'Italia, questo sistema, alimentato anche dalla microframmentazione dei partiti politici, è conosciuto e accettato da tutti e tocca, purtroppo, nella mia terra, degli apici di cui non è bene andare fieri. È di oggi la notizia che il Governatore della Regione Siciliana è stato oggetto di alcune discussioni intercettate dai Carabinieri nell'ambito del processo per le talpe alla dda (Dipartimento distrettuale antimafia). Ovviamente, io ritengo che il Governatore sia innocente, fino a prova contraria, come d'altronde garantito dalla nostra Costituzione, e mi auguro sia innocente, non fosse altro per la cattiva luce che getterebbe ancora sui siciliani.
Ma veniamo a quella parolina, clientelismo. La politica e la mafia, convivono in Sicilia dal periodo fascista come un'unica grande famiglia. Attenzione, non voglio dire che tutti i politici siciliani siano mafiosi, non lo credo e non intendo neppure sostenere che la mafia abbia occupato poltrone di comandi nella nostra isola. Dico soltanto che, a causa dei rapporti clientelari che permetto a una data formazione politica di ottenere la maggioranza dei consensi, grazie all'influenza che la malavita organizzata può avere sulla popolazione (per via delle minacce che essa perpetra sui più deboli), molte sono le armi che i capi mafia o i capi mandamento hanno per potere far leva sulle scelte della politica. Appalti di opere pubbliche, forniture ecc. cadono spesso nelle mani sbagliate, di ditte che magari non sono in grado di offrire elevati standard qualitativi nello svolgimento del lavoro, solo perché un determinato politico ha ottenuto la sua poltrona grazie all'intervento di questo o quel mafioso influente.
Purtroppo, questa cecità, non consente ai politici siciliani di potere esercitare liberamente il proprio mandato e rappresenta la zavorra che tiene la Sicilia ferma alla sbarra della corsa per lo sviluppo.
Molto spesso si sente dire ai TG che la lotta tra Stato e Mafia (tutte le mafie) ha portato i suoi frutti: non si sente parlare di clamorosi gesti contro le istituzioni. Non ci può essere idiozia più grande. Quando la mafia tace, vuol dire che i suoi affari vanno bene, più che bene e, così, non ha necessità di azioni eclatanti. I media dovrebbero invece porre la loro attenzione su fenomeni latenti che sono sintomo del fatto che la mafia ancora è fortemente radicata, soprattutto nei quartieri più degradati, ma non solo. La mafia è un atteggiamento mentale, una cultura che, malauguratamente, si è deformata negli anni in atteggiamento criminale. Non mi soffermerò qui nei dettagli sulla storia del fenomeno mafia in Sicilia, non è il post adatto.
Voglio solo dire che se non saltano in aria negozi è perché tutti i negozianti o quasi pagano il pizzo a questo o a quel mandamento mafioso, se diminuiscono o rimangono stazionari i furti di autoradio o di automobili è perché gli automobilisti pagano la gabella ai posteggiatori abusivi (1€ per la scheda e 0,50€ o 1€ per il posteggiatore, a seconda della zona), se non viene minacciato nessun politico o quasi pesta i piedi alle "persone sbagliate".
Io sono cresciuto nella Palermo degli attentati ala Giudice Falcone e al Giudice Borsellino, alle loro scorte. Ho visto la disperazione delle loro mogli, ho sentito maestre, professori e genitori ribellarsi a questa cultura perversa, poi ho sentito anche cadere il velo dell'indifferenza, solo poche associazioni si battono davvero per i diritti civili, contro tutte le mafie, tutte le prevaricazioni.
Se tutti facessero la loro parte, allora, forse non ci sarebbe bisogno di parlarne davvero.
Scrivo questo post, per scuotere le coscienze, soprattutto di quei politici che per la pura sete di potere che li anima, fanno accordi sottobanco con esponenti della criminalità e lasciano pagare a noi cittadini la scelleratezza delle loro scelte avventate e prive di lungimiranza, nonché di amore per la loro terra, che soffre inerme sulle piaghe delle loro azioni clientelari e compiacenti.