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ELEGIA IN MORTE DEL CAVALIERE SILVIO
Post n°175 pubblicato il 31 Maggio 2011 da bonicaM
Scritto per l’agognata prossima dipartita del Cavaliere Silvio, signore e padrone delle tre Italie (P1, P2 e P3), miseramente trucidato a tradimento dal suo amato popolo all’interno del famigerato Bordello delle Libertà. Al grande statista della truffa mediatica e del facile guadagno oggi dedico, come già fece il mio illustre collega Sandrino Manzoni in morte di Napoleone, un inno funebre addì 30 maggio 2011 in quattro sonetti immortali, di cui due financo “caudati” per meglio elogiare le doti politiche e subumane dell’aspirante duce novello, prima della definitiva caduta in disgrazia post Referendum del 13 di giugno, allorché sarà da vituperato e deriso dai suoi stessi servi e lacché.
1
Oh! Mi rimpiangeranno – Silvio disse Il giorno che lasciò la presidenza Del Consiglio dove imperando visse Vent’anni di fulgore e onnipotenza
Fino alla fine e alla fatale eclisse. - Vi mancherà la mia bella presenza, il mio parlar, ciò che di me si scrisse, le belle donne. Divenuto assenza,
mi cercherete invano in ogni rete nei giornali bugiardi e ingannatori nel tramonto della democrazia.
E del mio verbo avrete fame e sete, mio popolo di telespettatori rimpiangendo la mia Silviocrazia.
2
- E mi rimpiangeranno inconsolati Pagnottisti ruffiani e opportunisti Gli ipocriti collusi e gli affiliati Alle cricche dei soliti affaristi,
la bella Italia degli incriminati assolti sempre, dei contorsionisti della stampa bugiardi o imbavagliati, dei riciclati clerico-fascisti,
la mia Italia puttana e decadente, maestra della cieca persuasione nel gran circo mediatico vincente
su ogni dissenso, ogni opposizione, l’Italia che mi volle presidente per volontà divina e sacra unzione.
3
E mi rimpiangerete amaramente Miei imbecilli amatissimi elettori Quando l’Italia sia sinistramente In mano ai comunisti malfattori…
Rimpiangerete Silvio Presidente I suoi fasti mediatici e splendori Da grande impero, il volto sorridente Del governo dei ladri imbonitori.
Rimpiangerete Silvio e i suoi sodali Ministri della Plebe in Libertà, le leggi personali antisociali
garanti d’ogni illegalità le rendite protette e i capitali liberati dalle fiscalità…
il liberismo assai monopolista di un’Italia ruffiana e pagnottista.
4
Così disse e non disse il Cavaliere Nel giorno dell’amara dimissione Pur bestemmiando la costituzione E congiurando intrighi e trame nere
E possibili azioni d’eversione Per non perdere il suo amato potere il bottino di tutta una nazione assuefatta a pigliarla nel sedere.
In Arcore recluso e in agonia Rimpianse la Certosa e i bei festini Di veline e puttane in allegria
E i bei media con tanti minzolini E il popolo coglione in sua balìa. – Maledetto sii tu infame Fini!
Silvio gridò e poi non disse più… E col poeta noi cantiamo: Ei fu!
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Inviato da: anastomosidisabbia
il 06/08/2015 alle 22:14
Inviato da: RavvedutiIn2
il 29/07/2015 alle 20:40
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il 17/11/2012 alle 18:05
Inviato da: MeNeStrafrego
il 29/09/2012 alle 16:44
Inviato da: MeNeStrafrego
il 29/09/2012 alle 16:42