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il Blog di RANDAGIO CLANDESTINO

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APPUNTI DI FINE ANNO DAL FRONTE DI GUERRA URBANA.

Post n°197 pubblicato il 01 Gennaio 2012 da bonicaM
Foto di bonicaM

 

 

Il solito bollettino di guerra. Gli stessi titoli di sempre su giornali e tv. Nauseante. Come il ripetersi all’infinito, anno dopo anno, giorno dopo giorno, delle stesse identiche violenze e azioni criminali dei soliti noti (o ignoti, fa lo stesso). Calici in alto: euforia… ma per che cosa? Per un’entità fittizia, un numero, una speranza disperata: l’anno nuovo. Ma nuovo di che? Di un numero su un calendario? Nuovo come tutte le cose vecchie spacciate per nuove? Nuovo come le belle vecchie parole di chi detiene il potere – qualsiasi potere? In alto i calici e stappa e vinci? Vittoria dei perdenti… vittoria di chi perde un occhio o una mano, così, per pura idiozia o bisogno indotto di fare bum come ai tempi del boom economico, quando a fine anno cominciarono ad esplodere i mortaretti del benessere e dai balconi volavano giù per strada a mezzanotte oggetti e mobili dichiarati vecchi nella nuova logica criminale dell’usa e getta? Buon anno, auguri… detto da una massa che non riesce a far niente di meglio che reiterare, reiterare il nulla di quel vecchio benessere divenuto carne e sangue, unica ragione di vita, unico valore né di scambio né d’uso, ma solo vuoto valore privo di qualsiasi valore che non sia l’idiozia criminale dei botti di fine anno – botti di fine vita, almeno per un emerito imbecille romano de roma e un povero disgraziato fatto fuori in maniera doppiamente idiota (oltre che delinquenziale) di quella napoli troppo decantata proprio nei suoi aspetti più marcatamente violenti e logori luoghi comuni. L’anno vecchio se ne va… diceva la vecchia filastrocca imparata a memoria mezzo secolo addietro. L’anno vecchio se ne va e mai più ritornerà… Nulla di più falso. Da cinquant’anni mi tocca festeggiare l’arrivo dello stesso vecchio anno di ogni anno imbellettato come anno nuovo (il cavaliere deve avere imparato da lui, da quell’anno vecchio, spacciato per nuovo da media e illusioni pop). L’anno vecchio se ne va – ovvero finge di andarsene, esce dalla porta per rientrare dalla finestra… ma le mani amputate, gli arti amputati, i pezzi di vita vera amputati come la vita preziosa di decine e decine di cani e gatti impazziti per la grande guerra degli imbecilli umanoidi – quelli sono andati via davvero e non torneranno mai più, mentre ritorneranno fra dodici mesi gli stessi botti di fine anno e di fine vita e solo qualche giorno prima sindaci e opinionisti condanneranno quei botti, ma solo per gioco, solo per dire il contrario di ciò che vietano: che c’è da capire, che c’è da comprendere, bisogna pure sfogarsi almeno alla fine dell’anno, perché la vera guerra non è mai finita, da quel remoto anno in cui un Caino volle augurare a se stesso l’arrivo di un anno nuovo eliminando un Abele, il quale non amava i botti, perché pensava che l’unica cosa veramente nuova sarebbe stata la riconquista del paradiso perduto, che però non stava più alle loro spalle ma laggiù, dietro l’angolo, se solo tutti l’avessero voluto…  L'anno vecchio se ne va... ma solo per finta. Noi brindiamo in mezzo ai botti, pur sapendo che è tutta una pessima commedia in cui l’anno vecchio ha smesso di andar via da tanti anni e fingendosi nuovo ripete sulla scena della vita le stesse identiche nefandezze, la stessa identica banalità del male.

 

 
 
 
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