Ti hanno coperto il volto
Con quel casco da vile anonimato…
Sottopagato schiavo di violenza
A difesa del grande dis-ordine
Di mercanti e banchieri
Macellai di speranza e di futuro
Ti hanno detto che puoi picchiare duro
Su quelle teste calde - fossero pure bambini
E donne e anziani scesi per strada
Contro le grandi opere
E le piccole solite meschine
Elemosine
Di un misero lavoro salariato…
Sei ancora tu – il solito squadrista
Poliziotto tutore del dis-ordine
Ancora e sempre addestrato
Al gioco criminale
D’assetto antisommossa
Ancora e sempre addestrato
Al disprezzo di chi manifesta il dissenso
Contro i soprusi dei forti
Ancora e sempre addestrato
Anche a sparare sulla folla inerme
Dai gipponi scelbiani della Celere
In quegli anni cinquanta in bianco in nero
Fino ai colori schizzati con arte omicida
Rosso sangue sui muri della Diaz
Fino ai pestaggi di ieri
Un qualsiasi giorno di novembre
Di quest’anno in cui nulla è cambiato
Della vecchia faccenda criminale
Di te, teppista in divisa
che nascondi la tua vigliaccheria
nell’anonimato garantito dall’alto
del potere, lo stesso che fa piovere
lacrimogeni e lacrime di sangue
sulla ribellione di chi non si rassegna
a vivere in un mondo sottomesso
al profitto e alla lurida finanza.
(Randagio Clandestino)
Inviato da: anastomosidisabbia
il 06/08/2015 alle 22:14
Inviato da: RavvedutiIn2
il 29/07/2015 alle 20:40
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il 17/11/2012 alle 18:05
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il 29/09/2012 alle 16:44
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il 29/09/2012 alle 16:42