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ANCORA SUL CASO WELBY

Post n°37 pubblicato il 27 Dicembre 2006 da bonicaM

In un articolo di Paola Ricci Sindoni apparso sull’Avvenire, in risposta alle reazioni di molti cattolici indignati dal rifiuto della chiesa a concedere i funerali religiosi alla salma di Welby, leggo con disgusto una serie di considerazioni di bassa politica che dovrebbero giustificare il comportamento sadico del Vaticano dettato dalla necessità di “non darla vinta” a quei mascalzoni dei radicali che hanno strumentalizzato eccetera eccetera. Giustificazioni da “ragion di stato” che confermano ulteriormente la natura temporale del potere ecclesiastico e l’assenza di umanità propria di ogni struttura di potere. A scanso di equivoci, la Sindoni, apre l’articolo con una premessa di condanna dell’emotività che offuscherebbe la razionalità necessaria a valutare gli eventi:
“Non conviene mai fidarsi, anche da credenti, delle proprie reazioni immediate quando si è in piena tempesta emotiva, enfatizzata - è il caso di Welby - da una massacrante campagna massmediatica e da un'indegna strumentalizzazione politica”.
Tutto vero. Ma c'è un reazione non immediata, non passionale, non succube di una strumentalizzazione oscena come quella attuata dai radicali sul caso Welby ecc. - c'è una reazione che nasce da una pacata riflessione e analisi sulle contraddizioni della chiesa cattolica e di quella struttura di potere che è il Vaticano, una struttura di potere costruita sulla parola di Cristo e che di quella parola nel corso dei secoli ha rovesciato regolarmente l'etica e la "politica"... c'è, dunque, una reazione pacata che dovrebbe essere attiva in ogni cattolico che si reputi anche cristiano... Non si può benedire con solenni funerali religiosi i grandi criminali di ieri e di oggi (Pinochet) e rifiutare questi stessi funerali a un uomo che sceglie di morire "secondo natura" (rifiutando, lui sì cristianamente, il prolungamento innaturale della vita mediante uno strumento meccanico che umilia e offende la dignità stessa della morte). Le parole di papa Ratzinger sono ancora una volta intrise di ipocrisia, quella ipocrisia dei Farisei che Cristo condannava pubblicamente senza reticenza alcuna. E non è assolutamente accettabile che tale comportamento venga giustificato mediante sottili considerazioni politiche e d'immagine che distorcono ulteriormente la realtà dei fatti. Per combattere l'INTEGRALISMO pseudolaico dei radicali non serve il vecchio e ipocrita integralismo della chiesa cattolica, ma l'affermazione concreta della pietas cristiana e dell'amore evangelico... E a fare queste riflessioni "cristiane" è un laico che crede fermamente nel valore delle religioni, ma che è costretto dai fatti a individuare nelle istituzioni religiose una secolare negazione del significato spirituale più profondo delle religioni stesse.

 
 
 
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