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« INFAME E VILE RETORICA DI GUERRAI NUOVI MOSTRI (DI SEMPR... »

INFAMI E VILI AVVOLTOI

Post n°95 pubblicato il 18 Settembre 2009 da bonicaM
Foto di bonicaM

Il ministro Ignazio La Russa, attuale ministro alla guerra (e non alla difesa come vorrebbe la Costituzione, art. 11), nel suo discorso ufficiale in parlamento per la morte dei sei parà italiani, ha ripetuto l’appellativo di “infami e vigliacchi” come spia del suo profondo sdegno nei confronti dei resistenti afgani che hanno condotto la loro azione di guerra (perché in guerra sono e siamo in quel paese!) contro un esercito occupante. Che la violenza cieca che colpisce egualmente soldati e civili inermi sia da definirsi “infame”, non si può che condividere l’affermazione del ministro, ma estendendola per coerenza ai bombardamenti indiscriminati che da anni vengono praticati in Iraq e in Afghanistan dagli eserciti in “missione umanitaria” fra cui il nostro, come accaduto appena una decina di giorni addietro con il massacro “per errore” di novanta civili afgani. In quella occasione né il nostro ministro della guerra né gli avvoltoi bipartisan che oggi esprimono così grande cordoglio, hanno urlato con sdegno e rabbia che massacrare “per errore” donne e bambini è la più infame e vigliacca delle azioni che mente umana possa concepire: vigliacca, soprattutto, da parte di chi ha dato l’ordine di bombardare e di chi l’ordine ha eseguito da stipendiato della guerra come in un bel videogioco in cui non si rischia certo la vita propria ma solo quella degli altri. Se quindi l’attentato contro i soldati italiani ha qualcosa di infame, l’infamia è quella propria ad ogni azione violenta, per cui il massimo dell’infamia è quella perpetrata da otto anni dalle truppe italiane in Afghanistan a fianco del padrone americano in una missione che ha provocato la morte di qualche migliaio di esseri umani per una causa non certo “pulita”. Al contrario non si può definire vigliacco chi non esita a farsi saltare in aria per quella che lui ritiene la più giusta e sacra delle motivazioni, trascurando purtroppo il dato non secondario che, nel colpire il nemico, si massacrano altri quindici civili afgani, ciò che rende infame l’azione, azione terrorista certamente tanto quanto i bombardamenti “terroristi per errore” sulla popolazione civile effettuati dagli eserciti occupanti. Le parole sdegnate del ministro della guerra La Russa evidenziano pertanto quanto sia “infame e vile” la retorica di guerra usata dal ministro medesimo e da tutti quei politici e giornalisti che sponsorizzano le guerre umanitarie e che sono quindi i mandanti di quelle morti per cui fingono cordoglio e lacrime da coccodrillo. E’ una storia talmente vecchia da risultare stomachevole: il famoso adagio “armiamoci e partite” che gli infami e vigliacchi tromboni di guerra di ogni tempo non si stancano di esibire nei funerali di stato e nelle parate in memoria. Se la guerra è giusta, vadano questi ipocriti declamatori del cordoglio nazionale alla testa delle loro gloriose truppe: sulle loro bare scriveremo le tristi parole “INFAMI E VILI AVVOLTOI”.

 
 
 
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