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LETTERA POSTUMA A BABBO NATALE

Post n°162 pubblicato il 01 Gennaio 2011 da bonicaM
Foto di bonicaM

Caro infame Babbo Natale,

finalmente ci siamo! Le tue stramaledette “feste” di fine anno volgono ormai al termine, secondo una vecchia tradizione orribilmente imbastardita dal giorno della tua venuta al mondo da una raffinata buonista bottiglia di cocacola.

L’anno vecchio sta per scadere e tu ti appresti ormai a toglierti dalle palle, lasciandoci ancora una volta sommersi da alcune tonnellate di monnezza a base di piatti e bicchieri di plastica, di orribili cartacce da regalo, di rifiuti organici e inorganici, avanzi avvelenati di un consumismo di massa sia materiale che mentale.

Andrete via insieme tu, lurido vecchiaccio capitalista che non hai mai donato niente a nessuno ma rapinato popoli e nazioni della loro identità culturale, e questo orribile decennio di guerre di religione e devastazioni ambientali.

Ancora una volta hai indossato la tua giubba rossococa e sei sceso giù dall’alto dell’alta finanza col tuo sacco pieno di niente: un sacco vuoto per metterci nel sacco, operai studenti immigrati precari e poveri sempre più poveri, specialmente qui, in questo paese chiamato Italia, dove l’anno che volge al termine ci lascia in balia di un regime sempre più corrotto e criminale, con una crescente precarietà, umana prima ancora che sociale, con la cancellazione dei diritti fondamentali del lavoro e con una devastazione ambientale e umana senza precedenti.

Hai massacrato allegramente milioni di poveri animali, castrati, seviziati, torturati in vari modi, capponi, maiali, vitelli e capretti strappati ancora lattanti alle madri, anguille e pesci buttati a cuocere ancora agonizzanti, per il sadico piacere di un’oscena abbuffata natalizia regolarmente benedetta da quella altrettanto oscena istituzione detta chiesa cattolica apostolica romana sempre pronta a svendere un povero cristo per un ricco sostegno di potere e di denaro.

Con la complicità di vescovi, papi e cardinali, ancora una volta hai fatto celebrare al ricco occidente la vera religione del consumismo dentro i templi sfarzosi del dio Mercato e rincoglionito adulti e bambini con i media onnipotenti, tra spot pubblicitari di panettoni buonisti e famigliole sorridenti, oscena provocazione per miliardi di vittime della fame e delle guerre imperialiste nei paesi poveri.

E dopo il miserabile natale ecco finalmente la festa dei coglioni e degli imbecilli bombaroli di fine anno. E’ la festa dei botti, legali o illegali poco importa, ma funzionale comunque a un certo mercato, sempre lui, il dio onnipossente che tutto giustifica e ammette, purché tutto si trasformi in merce, nient’altro che merce, anche quello che fu l’augurio di tempi migliori, una vana speranza mercificata in bombecarta e fuochi d’artificio improvvisati con bilancio finale di morti e feriti.

E’ la guerra di sansilvestro, la guerra insensata dei proiettili vaganti in una lotteria in cui a pigliarla in culo saranno sempre i soliti, tutti coloro a cui fu negato da una sinistra rinnegata anche il diritto alla lotta di classe, anche la prospettiva di un altro mondo possibile.

Poi un’altra abbuffata, perché qui - come dicevano gli intervistati del tg regionale sul menù della festa – qui “purtroppo” si mangia sempre (alla faccia di quei miliardi di esseri umani che “purtroppo” non mangiano mai!) e il sacro PIL forse aumenterà di mezzo punto e allora ci diranno che stiamo tutti bene, gli operai schiavi della globalizzazione economica, gli immigrati espulsi dalla carità cristiana e mandati a morire nei deserti libici, una generazione intera di giovani senza futuro e senza presente (ma anche senza passato, senza più una memoria di classe)… e poi… poi finalmente quella strega della Befana ci regalerà la fine di quest’incubo festaiolo. Benedetta vecchia Befana, alla quale chiediamo che ci porti in dono la tua eliminazione fisica… che ti faccia precipitare dall’alto dei cieli dentro un buco nero così che tu non possa più tornare a rompere le palle a noi con le tue palle scintillanti di ipocrisia festante e i tuoi vomitevoli gingosbells. Insomma, che tu possa crepare una volta per tutte, caro infame Babbo Natale e non tornare mai più! 

Catania 30 dicembre 2010.

 
 
 
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