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il Blog di RANDAGIO CLANDESTINO

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VENERDì 30 OTTOBRE 2OO9: SEQUESTRO DEL CENTRO SOCIALE EXSPERIA A CATANIA

Post n°105 pubblicato il 01 Novembre 2009 da bonicaM

 

 

Alle forze dell’ordine e alle classi dirigenti catanesi.

Sono un cittadino di questa città devastata che da otto anni vive in uno dei tanti quartieri sotto controllo della criminalità mafiosa, tra stalle clandestine e proliferazione di arrusti-e-mangia al 70% illegali.

Da otto anni telefono almeno una volta la settimana alle forze dell’ordine catanesi per segnalare movimenti sospetti di calessi alle cinque del mattino, irregolarità d’ogni genere, abusivismo, pressioni illecite in occasione di elezioni politiche davanti al seggio elettorale, ecc. Potrei quasi definirmi, come dicono i ragazzi del carcere minorile per rispetto alle regole dell’omertà, un confidente di questura. Ma alle mie segnalazioni, puntualmente da otto anni, polizia e carabinieri non fanno altro che dichiarare la loro  “impotenza” ad intervenire, vuoi per mancanza di mezzi vuoi per scarsa disponibilità di personale… Dopo otto anni in cui le mie richieste di legalità vengono regolarmente “derise” da chi dovrebbe tutelare i miei diritti costituzionali e umani, alla cinque del mattino di venerdì 30 ottobre forse più di ottanta tutori del disordine catanese tra polizia e carabinieri in assetto di guerra accorrono con grande tempismo nel cuore di un quartiere sotto controllo mafioso per devastare e sequestrare l’unica struttura sociale che da quasi vent’anni contrasta il degrado umano della zona, attuando un’azione violentissima di sgombero dei locali, massacrando a manganellate ragazzi e ragazze a mani alzate e del tutto inermi. Di fronte alle immagini disgustose di una repressione pressoché immotivata compiuta con tanto dispiego di forze e di mezzi, da cittadino di questa città devastata dalla corruzione clientelare e mafiosa, regolarmente costretto  a subire l’illegalità diffusa del territorio (evidentemente col tacito assenso di chi tale illegalità dovrebbe contrastare), non posso che esprimere la mia profonda indignazione e la mia totale sfiducia in quelle forze dell’ordine che operano in maniera così teppistica sui pochi gruppi di volontariato sociale cittadino mentre si dichiarano impotenti a intervenire con la stessa efficacia sulle venti o trenta stalle clandestine del mio quartiere (che di fatto di clandestino hanno solo il nome) e su tutti i siti ben noti di smistamento delle attività criminose. Dalle cinque del mattino del 30 ottobre del 2009 io mi ritrovo ad essere un cittadino senza difese istituzionali, senza tutele contro l’illegalità diffusa di questa mia città ormai semidistrutta  nel suo tessuto urbano e civile e che, paradossalmente, come nelle peggiori fictions dell’America del proibizionismo, deve difendersi anche da quelle forze dell’ordine da cui dovrebbe essere tutelato contro l’illegalità politica e criminale. Pur non essendo fra quei ragazzi che hanno subito fisicamente la violenza dei manganelli, io e tutta quella parte sana della cittadinanza catanese non possiamo che sentire sulla nostra pelle quella stessa violenza e, ciò che fa ancor più male, subiamo il totale abbandono nelle mani di tutti quei mascalzoni che “usano” il territorio a proprio uso e consumo: non solo mafia ma classi dirigenti e poteri forti della Catania bene. E proprio ad alcuni di questi signori che hanno naturalmente plaudito (in quanto probabili mandanti) a questa azione teppistico-istituzionale in nome della legalità, dai vari Gesualdo Campo agli esponenenti di quella destra che hanno rapinato da circa dieci anni un’intera città (portavoce esimio il sig. Pogliese), credo di dover porgere i sentiti ringraziamenti della criminalità mafiosa catanese che vede nella chiusura del centro sociale l’eliminazione di una fastidiosa isola di lotta alla diffusione dello spaccio come unica attività occupazionale per i ragazzi del Corso.  Agli agenti che hanno praticato una violenza così brutale su una parte sana di una città gravemente malata e a chi ha dato ordine di operare senza preavviso il pestaggio di inermi cittadini, mi permetto di dare un consiglio fraterno:  se avete una coscienza civica degna della divisa che indossate e del ruolo costituzionale che dovreste svolgere, almeno una volta in questi giorni, provate a guardarvi allo specchio per chiedervi il perché di tanta violenza gratuita ed esaminare a fondo le reali motivazioni per cui avete scelto di svolgere questo ingrato lavoro che vi obbliga il più delle volte ormai a tutelare un potere sempre più corrotto e illegale contro quei cittadini onesti che protestano anche per il futuro delle vostre famiglie e difendono anche voi dalla devastazione di un’intera città sempre più invivibile per chi resiste all’illegalità.

Senza più rispetto e fiducia nei tutori dell’ordine catanese, vi saluta distintamente un cittadino onesto beffato e violentato da coloro che dovrebbero tutelare il suo impegno per la difesa della legalità e della giustizia sociale.

 

Randagio Clandestino

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