Creato da bonicaM il 28/12/2005
il Blog di RANDAGIO CLANDESTINO

Area personale

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

FACEBOOK

 
 
 

FACEBOOK

 
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 3
 

Ultime visite al Blog

 
bonicaMeosseagiulio.sacchettiun_uomo_della_follalubopoLolieMiuEylive.BlacknessplatefElemento.ScostanteIltuocognatinomisteropaganoGiuseppeLivioL2Stolen_wordsamorino11lacey_munro
 

Chi può scrivere sul blog

 
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

 

 
« MATTATOIO EUCARISTICOAFORISMA DA PORCILE »

LETTERA DI UN CONDANNATO A MORTE

Post n°232 pubblicato il 24 Gennaio 2017 da bonicaM

 

Fra qualche ora verranno a prenderci. Ci butteranno a volo (l’unico volo senz’ali della mia breve-lunga vita) dentro il carro bestiame, uno sull’altro, stipati e stretti l’uno all’altro come e peggio di come lo siamo stati qui, in questo orribile lager per polli da batteria.

Oggi ci portano finalmente al mattatoio, dopo appena quaranta giorni e quaranta notti di prigionia, dal giorno della nascita a quello finale della catena di smontaggio verso cui siamo destinati. Dico “finalmente” perché vivere in questo lager è stata solo una interminabile agonia, l’esatta e metodica realizzazione dell’idea stessa di “allevamento”, ovvero far nascere una vita per poterla uccidere e trasformarla in “carne”. Fra qualche giorno alcuni di voi che mi state ascoltando (ammesso che qualcuno voglia ascoltare le confessioni ultime di un pollo) – fra qualche giorno, dico, porterete sulla vostra tavola parata a festa il mio cadavere squartato o, peggio ancora, ripieno dei resti di un altro cadavere probabilmente suino, mi seppellirete nei vostri stomaci così poco adatti a digerire cibo da carnivori. Sarà una festa grande, sarà Natale. Il solstizio d’inverno. La festa della nascita del giorno, trasformata in rito infame del massacro quotidiano di qualche miliardo di esseri senzienti, ovvero animali non umani. Un massacro che dura tutto l’anno, anche perché non sarà solo in questa ricorrenza che trasformerete le nostre vite in ricette culinarie, ma continuerete a volervi nutrire dei nostri corpi (della nostra morte) quasi tutti i giorni dell’anno, secondo i dettami della grande dittatura del consumismo carnista. Ed è proprio per soddisfare questa insaziabile voglia di cibarvi della nostra tortura che gli aguzzini detti allevatori ci faranno ancora e sempre crescere in soli quaranta giorni, gonfiando con ormoni d’ogni genere e antibiotici i nostri corpi bambini, dentro un inferno senza luce e senza cielo, se non la luce sempre accesa notte e giorno delle lampade e dei macchinari con cui ci ingozzano a forza di un cibo non richiesto. Pulcini, siamo nient’altro che pulcini trasformati in mostri senz’ali e senza penne, come potrebbero essere i vostri bambini trasformati in una massa informe di centoventi chili alla tenera età di quattro o cinque anni… voi ci chiamate polli, ma sappiate che infilzati nei vostri spiedi dei milioni di girarrosti sparsi sul continente girano sulla fiamma nient’altro che milioni di poveri pulcini gonfi di ormoni e di sofferenze atroci. Ovvero sapete ma preferite non sapere, perché non si può rinunciare alla carne, è chiaro, perché appunto noi non siamo soggetti di vita, ma vi conviene considerarci (pur sapendo di mentire a voi stessi) “cibo”, ovvero un quid reificato in oggetto di consumo. Ed è proprio questa ributtante ipocrisia con la quale giustificate il nostro massacro… questa ipocrisia omicida che vi ha reso necessario nascondere l’orrore dei mattatoi fuori dai centri urbani, affinché nessuno potesse sentire l’urlo disperato degli internati trucidati a forza e magari provare per un istante quel sentimento di compassione, senza di cui nessuna solidarietà tra viventi sarebbe possibile… ripeto, è soprattutto la vergogna delle vostre ipocrite giustificazioni del nostro massacro che oggi suscita il mio profondo disprezzo verso voi umani e le vostre feste assassine con tanto contorno vomitevole di umana bontà. Buon Natale a chi? A noi, miseri polli da batteria? O ai nostri fratelli capponi? O a quelle povere anatre condannate al cenone di fine anno? Oppure alle infelici, infelicissime oche, ingozzate di cibo ventiquattrore su ventiquattro, per essere nient’altro che viventi contenitori di un fegato smisurato, reso più saporito ai vostri palati dalla malattia e dalla sofferenza indescrivibile di noi creature innocenti? O forse l’augurio del crudele buon natale è indirizzato ai milioni di tacchini nati per morire in fretta o alle greggi di agnelli, intruppati per il taglio della gola? Per loro in particolare, ancor più che per me stesso, io oggi maledico il vostro lugubre natale di corpi squartati senza pietà, sotto il ghigno attento del vostro serial killer dalla giubba rossa e dalla lunga barba sporca di sangue. Maledico le vostre luminarie e i vostri riti di una religione che finge amore nell’atto stesso di trucidare milioni di esseri viventi… Ma l’ora è arrivata. E’ ora di tacere: il silenzio delle morti innocenti. Noi non abbiamo diritto alla vita. Noi siamo nient’altro che animali da reddito, peggio dei vostri schiavi di un tempo, peggio di qualsiasi essere umano sfruttato dalle logiche del profitto, perché l’oggetto dello sfruttamento sono i nostri stessi corpi, reificati e offerti in pasto per pochi denari. Il mattatoio ci attende sin dal giorno della nostra nascita. E’ ora di andare! Appena il carro della morte avrà acceso i motori, inizieranno le operazioni di pulizia del lager: cumuli di deiezioni, penne e corpi di quelli che non ce l’hanno fatto a deambulare un corpo troppo pesante per ossa così fragili, lo spreco di vite assolutamente calcolato nella doppia colonna delle contabilità. Io vado finalmente a morire e sarei quasi felice di ciò se non sapessi quale morte atroce mi attende. Non mi resta che augurarvi buon appetito, signori umani! Il vostro umile pollo da batteria sul punto di morire vi porge pure l’augurio della grande festa: Buon Natale. Sì, buon Natale a tutti gli ipocriti e i giusti presunti tali che non conoscono il più elementare senso di pietà per le nostre ingiuste morti. Buon Natale ai credenti in quel dio bambino collocato dentro i presepi dove nessun bue riscalderà col proprio alito il corpicino umano deposto sulla paglia. Non c’è più nessun bovino dall’occhio placido addetto a questo amoroso ufficio. Anche il bue e l’asino sono stati regolarmente condotti al macello. Il vostro dio giace in un deserto privo di amore e di carità. Il vero presepe (il vostro lurido natale) è fatto di agnelli sgozzati sulle soglie insanguinate dei vostri supermercati, di polli infilzati in spiedi infiniti, di ogni specie di animali da reddito destinati non ad omaggiare la sacralità del bambino nella mangiatoia, ma alla morte violenta della catena di smontaggio di un immenso mattatoio in cui anche il vostro dio-bambino sarà stato costretto a nascere e sarà stato allevato per divenire carne da macello per il lavaggio ipocrita delle vostre colpe. Buon Natale, dunque, a tutti voi mandanti killer della nostra morte.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Bonica/trackback.php?msg=13495434

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963