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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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L'Africa: perchè è ancora sotto sviluppata ?

Post n°564 pubblicato il 01 Novembre 2021 da Caino2007dgl

 

Anche se la seguente relazione para-scientifica sembra smentire il fatto che tutti,nel mondo antropoligico da anni ritengono la più verosimile e che cioè, l'uomo sia nato in Africa, io continuo a chiedermi i motivi per cui  i popoli africani , ancora oggi , vivono in condizioni decisamente diverse e di sottosviluppo rispetto, in particolare, agli altri mondi occidentali ma anche, in una certo misura, a quelli orientali e del nord del mondo.

Eppure, DIO ha fornito a tutta l'umanità lo stesso cervello da potere essere utilizzato per crescere ed evolversi.

Come mai allor gli africani , finora, sono rimasti così indietro incapaci di creare le stesse o condizioni similari di vita sociale civile e culturale a cui sono pervenuti i loro discendenti , in seguito , usciti dal continente africano e stabilitisi nelle varie parti del resto della Terra ?

Quali sono stati gli effettivi impedimenti soggettivi ed oggettivi che hanno impedito uno  sviluppo positivo anche in Africa, analogo e similare  a quello occidentale per esempio, nonostante varie situazioni terribili come varie guerre durate anche anni ed anni ed anche malattie ed epidemie come la peste etcc ?

Chi può rispondermi in modo serio e vero o tentare di farlo efficacemente ?

Al riguardo ricordo che, a differenza di altri continenti , in Africa sono arrivati negli anni passati ed ancora oggi, miliardi e miliardi di finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo industriale e sociale e civile e culturale , soldi spesso intascati nei sistemi di corruzione creati ad hoc dai tanti governanti africani criminali.

E non bisogna neanche scordare che l'Africa ha ottenuto da DIO , tantissime risorse di ogni tipo che solo l'incapacità evidente degli africani, pur avendo un cervello uguale a quello occidentale od orientale odel nord, non hanno saputo o voluto impiegare per il loro benessere sia collettivo che privato.

Ecco la notiza a cui ho fatto cenno sopra:

 

 

 

Veniamo tutti dall’Africa. Questa almeno è la teoria dominante tra i paleoantropologi che cercano di scrivere la storia dell’origine del cosiddetto Homo sapiens, ovvero dell’essere umano moderno. Questa teoria, chiamata Out of Africa, sostiene che l’Homo sapiens più antico sia il cosiddetto Uomo di Kibish, i cui resti trovati in Etiopia sudoccidentale nei pressi del fiume Omo risalgono a circa 200mila anni fa. Da questa zona, ritenuta la culla di un’origine unica dell’uomo, l’Homo sapiens si sarebbe via via sparpagliato con progressive migrazioni fino ad arrivare ad abitare tutto il mondo. Sempre secondo questa teoria, l’uomo così come lo conosciamo sarebbe giunto in Europa solo nel Paleolitico superiore, circa 30mila anni fa, quindi molto dopo la sua comparsa nell’Africa subsahariana.

La teoria Out of Africa

A supporto di questa teoria ci sarebbe poi quella della cosiddetta «Eva mitocondriale». Eseguendo una comparazione sul Dna mitocondriale di campioni appartenenti a diverse etnie, gli scienziati hanno supposto che le sequenze di Dna siano evolute da quella di un antenato comune. Poiché i mitocondri – degli organelli addetti alla respirazione cellulare e dotati di Dna proprio – vengono ereditati solo dalla propria madre, questa supposizione porta alla teoria secondo la quale tutti gli esseri umani avrebbero una linea di discendenza femminile derivante da un’unica donna. Appunto, la Eva mitocondriale che, secondo la filogenia, sarebbe vissuta proprio nell’Africa sudorientale circa 200mila anni fa.

Come ovviamente accade per questioni che riguardano accadimenti di centinaia di migliaia di anni fa, con reperti spesso incompleti e catene evolutive che presentano buchi – i famosi «anelli mancanti» – si resta sempre nel campo delle ipotesi. Eppure questa dell’origine africana dell’uomo sembra diventata più un dogma che una semplice teoria. Più volte il fatidico «veniamo tutti dall’Africa» è stato usato più come slogan che come argomento scientifico. Veniamo tutti dall’Africa, quindi siamo tutti immigrati africani, quindi chi siamo noi per bloccare le migrazioni di massa dal continente africano? E poi ancora, veniamo dall’Africa, quindi in qualche modo siamo, o almeno eravamo, tutti neri. Del resto, per paradosso, il fatto di pensare che tutte le etnie siano un’evoluzione di quella nera subsahariana, che risulterebbe così – a rigor di logica – la meno evoluta, non è una tesi che dispiacerebbe a de Gobineau.

Ma il dogma dell’origine africana per discendenza matrilineare da una «Grande Madre Africana» sembra soprattutto avere una forte valenza simbolica per gli araldi fanatici del politically correct dem, i quali vorrebbero relegare il maschio bianco europeo e la cultura patriarcale europea ai margini fino a farli sparire, come se un eventuale primato temporale di nascita dell’uomo in Africa piuttosto che in Europa o il fatto che gli africani siano nati prima degli europei possano avere effettivamente un valore per depotenziare la centralità storica e culturale europea.

Le nuove scoperte

Ma, al di là delle evidenti falle logiche nei discorsi che derivano da questa teoria, è davvero così sicuro che «veniamo tutti dall’Africa»? Certo, la teoria è ancora la più accreditata negli ambienti accademici, ma sono almeno dieci anni che ogni scoperta in questo campo sembra demolirne le fondamenta.

Nel 2006 una ricerca coordinata dal Cenieh di Burgos – alla quale ha collaborato anche il dipartimento di Biologia animale e dell’uomo della Sapienza – e i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica americana Pnas, è arrivata a risultati che non concordano affatto con la Out of Africa. Il team di scienziati avrebbe raccolto i dati morfologici di circa 3000 denti appartenenti a ominidi del genere Australopithecus e Homo vissuti in un periodo che va da 2 milioni di anni a circa 10mila anni fa. Dai risultati risulterebbe che il popolamento dell’Europa sarebbe stato il frutto non di migrazioni africane, ma di un complicato mix di immigrazioni ed emigrazioni dall’Africa, dall’Asia e dall’Europa stessa. Lo studio proverebbe inoltre che il genere Homo si sarebbe formato anche in Asia ed Europa e non solo in Africa e che quindi l’Homo sapiens sarebbe proprio il frutto di questo mix.

Nell’agosto del 2012 il ritrovamento casuale, da parte di un bambino di 11 anni, dei resti di un mammut di 45mila anni nel golfo siberiano del fiume Yenisej, in pieno circolo polare artico, portò a un’altra sorprendente scoperta, poi divulgata nel gennaio 2016 dalla rivista Science. Lo studio sulle ossa fossili avrebbe infatti evidenziato segni di ferite che dimostrano un’organizzazione di caccia molto avanzata, nonché segni di macellazione e asportazione del grasso. Il che vuol dire – oltre al fatto che il circolo polare artico era abitato dagli Homo sapiens parecchie decine di migliaia di anni prima che giungessero le migrazioni dal Sud subsahariano – che quegli uomini erano anche particolarmente abili nella costruzione di strumenti, nel fabbricare abiti caldi e allestire rifugi per sopravvivere a climi rigidi e ambienti inospitali, tutte caratteristiche che in quei tempi le «popolazioni originarie» provenienti dal Sud non avevano.

Un’origine europea?

Ma le scoperte che avrebbero del tutto demolito la teoria dell’origine africana sono arrivate tutte negli ultimi mesi. Nel maggio scorso un team internazionale di scienziati tra cui Jochen Fuss, Nikolai Spassov, David R. Begun, Madelaine Böhme (firmatari dell’articolo sulla rivista del Plos, il Public Library of Science) avrebbe ritrovato dei fossili di un ominide con denti molto simili a quelli umani che sarebbe vissuto tra la Grecia e la Bulgaria circa 7,2 milioni di anni fa. La creatura, chiamata Graecopithecus Freybergi, è un diretto antenato della specie Homo e presenta molari larghi e smalto denso proprio come negli uomini. La scoperta dimostra che i presunti antenati dell’Homo avevano cominciato a evolversi in Europa già 200mila anni prima che questo avvenisse in Africa e i dati delle ricerche degli scienziati del team supporterebbero il fatto che la divergenza tra scimpanzé e uomo sia avvenuta nel Mediterraneo e non in Africa.

A settembre un’altra clamorosa scoperta fatta dallo scienziato Gerard D. Gierlinski, professore dell’Istituto geologico della Polonia, avvenuta sempre in Grecia, nell’isolotto cretese di Trachilos: una serie di impronte vecchie 5,7 milioni di anni che presentano la classica struttura del piede umano con cinque dita e un calcagno. Si tratterebbe in questo caso di un «ominine», cioè una sottofamiglia degli ominidi che, secondo la teoria evolutiva, si sarebbe scissa differenziandosi in uomini e scimpanzé. Fino a questa scoperta il più antico ominine conosciuto era vecchio di 4,4 milioni di anni: l’Ardipithecus ramidus, i cui fossili trovati in Etiopia sono tuttora tra le prove a supporto della teoria Out of Africa. Ma le impronte dell’antenato africano presentano quattro dita e un alluce che sporge verso l’esterno, come le scimmie. La più antica impronta conosciuta con forma umana con cinque dita e un calcagno era invece vecchia «solo» 3,7 milioni di anni ed era stata rinvenuta a Laetoli, in Tanzania. L’impronta di Trachilos confermerebbe i risultati dello studio sui denti del Grecopithecus: milioni di anni prima che quelli finora considerati gli antenati dell’uomo iniziassero a evolversi in Africa, tra Creta, la Grecia e l’Europa mediterranea erano presenti ominini già differenziati dagli scimpanzé, evoluti, bipedi, eretti e dalla dentatura umana.

Una storia da riscrivere

Infine, nell’ottobre scorso è arrivato quello che sembra essere il colpo definitivo ad Out of Africa: un altro dente di un «primate ominide» trovato in Germania, nella valle del Reno nei pressi della città di Eppelsheim, dall’incredibile età di 9,7 milioni di anni. Per gli esperti il dente avrebbe caratteristiche molto simili a quelle della famosa Lucy, la femmina australopiteco ritrovata in Etiopia nel 1974 che avrebbe fornito una ulteriore «prova» per la teoria dell’origine africana dell’uomo. Il problema è che Lucy ha «appena» 3,2 milioni di anni e la teoria di cui è testimonial prevedrebbe che l’umanità avrebbe iniziato a evolvere proprio da quel ceppo circa 400 mila anni fa, nell’Africa Orientale, per poi approdare in Europa circa 30 mila anni fa. Sempre secondo questa teoria, esseri come il Graecopithecus e l’ominide della valle del Reno non sarebbero dovuti esistere fuori dall’Africa e soprattutto in Europa se non molti milioni di anni più tardi. Storia riscritta e Out of Africa definitivamente abbandonata? Ovviamente no. Come sempre accade, la comunità internazionale degli scienziati è restia a tornare sui suoi passi, soprattutto quando si tratta di un «dogma» dei cui risvolti simbolici e politici abbiamo già parlato. Finora, dopo queste scoperte, la risposta ufficiale è sempre stata molto cauta, variando da «bisogna stare calmi» a «potrebbe essere un caso isolato». Il fatto è che i casi isolati cominciano ad essere un po’ tanti e già molti scienziati e riviste specializzate parlano di «storia dell’uomo totalmente da riscrivere».

 

ELEMENTI PARA SCIENTIFICI RILEVATI DAL SITO WEB: https://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/lalba-delluomo-davvero-veniamo-tutti-dallafrica-117478/

 

Ecco i link che sembrano comprovare la testi più accreditata da cui discende ormai la convinzione antropologica che l'uomo sia nato davvero in Africa e poi diffusosi nel resto del mondo.

Dov'è nato l'Homo sapiens? Forse in Botswana | Wired Italia

 

29 ott 2019 — Dov'è nato il primo essere umano moderno? Secondo quanto sappiamo finora, l'Homo sapiens sarebbe nato in Africa, almeno 200mila anni fa.
9 mar 2013 — "Homo Sapiens": la storia delle origini della specie, della sua evoluzione e di come ha poco alla volta popolato e addomesticato tutto il ...

Per favore chi sa può rispondere ai miei interrogativi sopra specificati ?

Ecco alcuni link che confermano il fatto che l'Africa, a differenza di altri Continenti e Stati, ha veramente ottenuto miliardi e miliardi di dollari per il suo sviluppo, finora, mancato per i motivi scandalosi e vergognosi, sopra da me appena accennati:

24 feb 2020 — L'anno scorso la Banca europea per gli investimenti ha messo a disposizione 3 miliardi di euro di nuovi finanziamenti che sosterranno 10,7 ...

«Cento miliardi per lo sviluppo dell'Africa» - Il Sole 24 ORE
https://www.ilsole24ore.com › art › cento-miliardi-lo-sv...
29 mag 2017 — Oggi l'Africa produce il 75% del cacao ma ha solo il 2% del mercato mondiale del ... Il deficit di finanziamento per soddisfare le esigenze ...
Mancanti: ottenuto ? ‎| Deve includere: ottenuto ?
9 gen 2021 — Tutta questa retorica serviva allora ed è utilizzata oggi per coprire il massacro sistematico del continente africano, ottenuto ...
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11 feb 2021 — Un adulto medio in Africa subsahariana ha oggi circa sei anni di ... anni (per capire quanto sia elevato questo numero pensiamo che in Cina, ...
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19 feb 2020 — “Ci ha colpito la mancanza di una visione complessiva da parte dell'UE”, ... Alcuni parlamentari dicono che hanno ottenuto informazioni ...
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1 giu 2014 — uno dei più grandi e controversi investimenti privati nell'Africa Sub-Sahariana; ha ottenuto finanziamenti da Banca Mondiale attraverso la ...
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di ACDID CELLAMARE · Citato da 3 — 27% dell'export africano, quasi quanto arriva nell'Unione Europea (29%) e negli ... la China National Petroleum Corporation ha ottenuto un contratto simile ...
128 pagine
6 lug 2017 — "Questo nuovo strumento innovativo è un segnale chiaro che l'Unione europea ha intenzioni serie per quanto riguarda la crescita sostenibile ...

Per la realizzazione di questa ricerca, il CRA-SGI ha concluso un accordo di collaborazione con l'Istituto per l'Oriente, che ha ottenuto il finanziamento ...

9 ott 2018 — Incastonato tra Asia e Africa e avamposto verso il Mar Rosso e ... Negli anni successivi DP World ha ottenuto il controllo dei porti di ...

AI POSTERI COMUNQUE L'ARDUA SENTENZA .

Cuneo,li 01.11.2021

Rinaldo

 
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