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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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« LA GUERRA AVVIATA DALLA ...LA SINISTRA DELLA GIUNTA... »

8 MARZO: LA FESTA DELLA DONNA !!!????

Post n°733 pubblicato il 08 Marzo 2022 da Caino2007dgl

8 MARZO: LA FESTA DELLA DONNA !!!????

 

Da anni ormai , in occidente, la donna viene celebrata nella giornata dell'8 marzo , di solito , con l'omaggio di un bel mazzo di mimose.

Eppure, tale ricorrenza, forse, pochi sanno , che è legata ad una tragedia avvenuta sul lavoro ove persero la vita molte persone fra cui 100 donne come ricorda la seguente notizia:

L'origine della Giornata internazionale della donna si perde tra molte leggende. La più ricorrente è senza dubbio quella che fa risalire la festa dell'8 marzo alla commemorazione di oltre cento operaie morte nel rogo di un edificio newyorchese l'8 marzo del 1908.

Ecco uno dei tanti link che raccontano come venne stabilita, in seguito, la festa della donna:

Alle origini dell'8 marzo: tutti i come e i perché della giornata internazionale della donna

L’origine della Giornata internazionale della donna si perde tra molte leggende.

La più ricorrente è senza dubbio quella che fa risalire la festa dell’8 marzo alla commemorazione di oltre cento operaie morte nel rogo di un edificio newyorchese l’8 marzo del 1908. Non esiste, però, nessuna traccia documentaristica di questo avvenimento (un incendio simile avviene realmente a New York, tre anni dopo la sua collocazione leggendaria).

In realtà la prima - e ufficiale - giornata della donna viene celebrata nel febbraio del 1909. È il partito socialista americano a proporre, tra il 1908 e il 1909, di istituire una giornata specifica per le lotte delle donne.

Nell’estate del 1910 la questione viene portata all’attenzione del VIII Congresso dell’Internazionale socialista, organizzato a Copenaghen. Fino allo scoppio della prima guerra mondiale, la giornata della donna si tiene in vari paesi europei, oltre agli Stati Uniti, per volontà del movimento operaio e socialista che la festeggerà in date diverse, dedicate ai diritti delle donne e al suffragio femminile.

Dall’8 all’11 marzo 1917 ( 23-26 febbraio secondo il calendario giuliano), la Russia è attraversata da una serie di tumulti e manifestazioni che avrebbero finito per abbattere il secolare dominio dei Romanov. Le prime a scendere in piazza per le strade di Pietrogrado (San Pietroburgo) l’8 marzo 1917 sono le donne. La data sarà quindi unificata all’8 marzo, in ricordo delle donne russe, nel giugno del 1921 durante i lavori della Seconda conferenza delle donne comuniste a Mosca.

Per iniziativa del neonato Pci, la prima giornata della donna in Italia sarà celebrata nel marzo del 1922. La ricorrenza si eclisserà nella clandestinità durante gli anni bui del fascismo, per affermarsi definitivamente dopo la Liberazione.

Nel 1944, nella parte del Paese già liberata dal nazifascismo, su iniziativa del Pci viene costituita l’Udi, Unione delle donne italiane. Negli stessi giorni nell’Italia occupata i grandi scioperi operai danno una forte spallata al regime che crollerà definitivamente meno di un anno dopo.

Raccontava Lina Fibbi: “L’8 marzo 1945 i tedeschi erano inferociti perché erano già in ritirata. (…) era la Giornata internazionale della donna. Allora chiedemmo a Longo se avesse qualche idea e lui disse: “mandiamo le donne sulle tombe dei partigiani caduti e facciamo in modo che si possano riconoscere”. Inventammo così il simbolo dell’8 marzo: la mimosa. E fu Longo a inventare la mimosa! La scelse perché è un fiore che si trova facilmente (…). E quel giorno, quell’8 marzo 1945, al Cimitero monumentale di Milano c’erano moltissime donne, tutte con la mimosa, e i tedeschi erano impazziti perché non potevano dire niente (…) fu un episodio formidabile”.

Un’altra versione dei fatti sostiene in realtà che siano state Teresa Mattei, Teresa Noce e Rita Montagnana a convincere Longo dell’uso della mimosa, mentre il leader comunista avrebbe preferito le violette, già in uso nella Francia del Fronte popolare.

“Mi ricordava - dirà Teresa Mattei - la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente. Ancora oggi a tanti anni di distanza, mi commuovo quando vedo nel giorno della festa della donna tutte le ragazze con un mazzolino di mimosa e penso che tutto il nostro impegno non è stato vano”.

“Può darsi che la mimosa abbia una dop­pia maternità (o paternità…) - scriverà anni dopo Marisa Rodano - o addirittura una maternità molteplice. Ricordo che in una riunione del Comitato direttivo nazionale dell’Udi nelle sale di palazzo Giustiniani, prima provvisoria sede dell’Associazione, forse nella primavera del ’45 (oppure, più probabilmente, in occasione dell’8 marzo 1946, il primo che si celebrava nell’Italia ormai libera) venne discussa l’opportunità di scegliere un fiore per l’8 marzo: rammento che fu la onorevole Giuliana Nenni, che era stata a lungo in esilio in Francia, a proporre che in quella giornata venisse distribuito un fiore. 'Come - disse - a Parigi il primo maggio si distribuiscono i mughetti'”. Si comincia quindi a discutere su quale fiore scegliere.

“Scartammo ovviamente il garofano, già legato al 1° maggio, escludemmo gli anemoni perché troppo costosi. Poi qualcuna di noi, che abitava a Roma e aveva negli occhi in quei giorni i grandi alberi coperti di fiori gialli che crescevano nei giardini e nell’agro romano propose la mimosa. Sembrò una scelta convin­cente, perché, almeno nei dintorni di Roma, fioriva abbondante e poteva esser raccolta sulle piante che crescevano selvatiche. Come si vede sulla mimosa si è molto almanaccato e invece le ragioni della scelta furono essenzialmente pratiche!”.

“Compiuta la scelta - continua il racconto - l’Udi si adoperò per distribuire la mimosa in tutte le possibili sedi. Cominciammo a invitare gli alunni a offrire un mazzo di mimosa alle proprie insegnanti, i negozi a decorare con la mimosa le vetrine, le militanti dell’associazione a distribuire per strada mazzetti di mimosa. Nel 1952, addirittura, convincemmo Giuseppe Di Vittorio (eletto consigliere comunale di Roma) ad andare personalmente in giro per gli uffici comunali a offrire la mimosa alle dipendenti, persuase che neppure le più accanite democristiane avrebbero rifiutato un omaggio che veniva dal Segretario generale della Cgil, noto e stimato anche per le sue battaglie in favore dei lavoratori del pubblico impiego. La scelta infatti ebbe successo”.

Ma non sempre distribuire la mimosa fu pacifico. Negli anni di Scelba la mimosa - considerata un simbolo sovversivo - veniva addirittura sequestrata. Venivano sequestrati i mazzetti, le donne che li regalavano venivano fermate e portate in questura, multate per questua non autorizzata o occupazione non autorizzata di suolo pubblico.

Nel 1959 le parlamentari Pina Palumbo, Luisa Balboni e Giuliana Nenni presenteranno una proposta di legge per rendere la giornata della donna una celebrazione nazionale, ma l’iniziativa cadrà nel vuoto.

Il 16 dicembre 1977 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, con una propria Risoluzione - la 32/142 - inviterà gli Stati membri a dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”.

La scelta cadrà sull’8 marzo, dichiarata giornata internazionale, non festa!, della donna. Una giornata di riflessione - ci auguriamo - sulle conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile, sulla tanta strada percorsa ma anche su quella che rimane da fare.

Perché le donne per i loro diritti lottano tutto l’anno, non solo l’otto marzo. Perché la Resistenza continua. Perché “Non dimenticate mai che basterà una crisi politica, economica o religiosa affinché i diritti delle donne siano messi in discussione. Questi diritti non sono mai acquisiti. Dovrete - dobbiamo! - stare attente alla vostra - alla nostra - vita”. Anche l’8 marzo.

TRATTA DAL SITO WEB: https://www.collettiva.it/copertine/internazionale/2022/03/08/news/alle_origini_dell_8_marzo_tutti_i_come_e_i_perche_della_giornata_internazionale_delle_donne-1930294/

 

Colgo l'occasione di fare i miei più cari auguri, in particolare, a tutte le donne: adulte e bambine ucraine anche se, in questi giorni, sicuramente, non festeggeranno, obtorto collo, questa giornata di festa in quanto impossibilitate a farlo o perchè costrette a scappare letteralmente moltissime con la loro prole per sottrarsi agli assassini dell'Armata russa che sta bombardando da giorni la loro SACRA TERRA ovvero sono state uccise barbaramente dagli stessi militari russi, mentre tentavano di allontanarsi  rapidamente dalle loro case assalite come veri briganti maligni e cattivi dai medesimi militari russi , sotto l'imperio del delinquente VLADIMIR PUTIN.

Non auguro certamente buona festa della donna a tutte le donne mogli , madri o sorelle o nonne dei criminali dell'Armata rossa che hanno deciso di sterminare il popolo ucraino.

E non auguro sicuramente buona festa della donna a tutte le mogli e figlie e madri o sorelle dei criminali comuni o terroristi civili o religiosi  che , pur conoscendo le attività cattive e dannose dei loro congiunti maschi, hanno continuato a stare a loro fianco ed anche ad accoppiarsi con i medesimi per aumentare la schiera di delinquenti nel mondo.

Ed, infine, non auguro buona festa della donna neanche a quelle che appartengono alla cosiddetta sinistra ed allo screditato M5S che, finora, hanno omesso di protestare con forza e decisione contro quei mondi radicali religiosi , per es, come quello islamico od indiano, che hanno svilito ed umiliato per secoli ed anche in questo XXI SECOLO , la donna moglie o sorella o figlia, per motivi assolutamente arbitrari ed incivili.

Che tutte le altre donne del mondo affascinanti o meno che siano , ma serie, corrette ed oneste possano vivere una giornata serena e tranquilla, con la speranza che le brutture causate dall'invasione criminale dei russi dell'UCRAINA possa finire presto e si possa anche ottenere, finalmente, il REDDE RATIONEM contro i loro responsaibli mediante processo penale da instaurare presto davanti alla CORTE PENALE INTERNAZIONALE  dell'AJA per tutti i crimini da loro,finora, consumati e di quelli che sicuramente continueranno pervicacemente a commettere in danno dell'innocente popolo ucraino.

Un augurio speciale forte , profondo e sincero di felice e serena festa della donna lo rivolgo alla mia amatissima moglie MARY che mi ha regalato la gioia di due splendide figlie e che , finora, è stata capace di sopportarmi , continuando ad amarmi, nonostante tutti i miei gravi difetti di uomo imperfetto.

Ed analogo augurio lo rivolgo anche alle mie adorate figlie ILY e CONNY ed anche alla mia meravigliosa nipotina Ginevra.

Cuneo,li 08.03.2022

Rinaldo

 

 

 

 

 
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