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Post N° 381

Post n°381 pubblicato il 02 Febbraio 2007 da Melyssa63

Prefazione

immagineA carnevale, cartolerie e negozi specializzati espongono una marea di giochi e di scherzi per ragazzi, sempre piu' nuovi e sofisticati. Ma i piu' venduti rimangono, maschere a parte, le trombette, fisschietti, palloncini che schiacciati nel sedersi da vittime inconsapevoli emettono rumori poco edificanti. E il liquido fetido contenuto in fialette che appestano scuole e case ? Sono gli scherzi di sempre: fastidiosi ma obbligatori. Raccontano la storia millenaria del carnevale di antichi riti e credenze che ancora non hanno perduto il loro profondo significato. I suoni, e gli odori ( storia di Amiens) sopradescritti non sono altro che il ricordo lontano di cio' che la festa carnevalesca voleva intendere. Il diarrioco, il peto non erano cosi' scandalosi in questo periodo: Il carnevale deve mangiare fino a scoppiare, le sue fauci devono incorporare il mondo, per conoscerlo, e quindi dominarlo. Preferiti, saranno gli alimenti che incrementeranno la circolazione delle anime-peto. fagioli, piselli e faveritualmente prescritti alle confraternite carnevalesche. Da qui le pestilenti fialette.
 

I riti del carnevale sono diventati quelli di una società consumistica e non tengono piu' conto di tradizioni religiose. In questo periodo si organizzano viaggi festeggiamneti spettacolari costumi da far indossare ai bambini. Tutto cio' non ricorda in alcun modo le feste tradizionli per il quale il carnevale è nato. La storia del carnevale è presente prevalentemente come riferimento mitico: come precedente da evocare in modo approssimativo nei costumi o nei soggetti dei carri allegorici allestiti in questa occasione.

Ma com'è nato il carnevale ?
Il carnevale come lo conosciamo noi è indiscutibilmente un prodotto del Medioevo.
Il nome ha un origine altomedievale. Il termine ha come concetto la privazione della carne; designa il o i giorni che precedono il principale periodo di penitenza previsto dal cristianesimo: la quaresima. Data l'emminenza di un cosi' lungo periodo di privazioni, che investono tutti i campi, quello alimentare, sessuale, giochi, diventa presto un periodo di durata variabile, da pochi giorni a molte settimane fra gennaio e marzo. In questo periodo si cerca di esaltare tutto cio' che in quaresima non sarà piu' possibile fare: abbondanza alimentare, sospensione di una serie di divieti, in alcuni casi violenza gratuita contro terzi. Oltre a questi modi comportamentali privi di regole prima di affrontare la penitenza, il carnevale assume ben presto per alcune  comunità caratteristiche simili a quelle legate al passaggio dal vecchio al nuovo anno ( Francia ) .

Oltre a lo smodato modo comportamentale tipico di questo periodo, il carnevale, soprattutto in Italia, stimola la nascita di celebrazioni di forma di combattimento rituale, in cui vengono una stessa Città ( quartieri, rioni, come ancor oggi avviene ad esempio nella battaglia delle arance ad Ivrea ), o fra categorie socilai diverse di cittadini, fra nobili, gioco di origine cortese dove è imporatnte dimostrare la propria prodezza. Cosi' durante il carnevale prendono piede le battagliole fra circoscrizioni cittadine in cui i gruppi provenienti da tutta la popolazione si affrontano a colpi di sassi, bastoni, ( oggi sostituiti da manganelli di plastica ) o pugni. Inizialmente questo fenomeno è tollerato dalle autorità locali, ma ben presto verranno regolamentate per ovvie ragioni di ordine pubblico. 
Nel carnevale sono anche legati momenti di passaggio di condizione, soprattutto matrimoni. Rimane a lungo uno dei periodi dell'anno preferiti per sposarsi, anche a causa delle indubbie connessioni con la propiziazione della fertilità.

A partire dal quattrocento, il carnevale subirà una serie di attacchi. Dopo i tentativi di cristianizzazione a opera di moralizzatori come il Savonarole sia la Controriforma, sia le Chiese cercaranno di sopprimere questa festa decisamente troppo pagana. Ma tale festa sopravviverà nelle sue caratteristiche di fondo fino all'età industriale. Saranno le tendenze di questi ultimi decenni la scomparsa di di un vera Quaresima e una cultura che da piu' la stessa importanza alla ritualità o alla festa a farne tramontare il senso originario.
 
 

Mangiare a crepapelle
Come già descritto, il carnevale , destinato ad anticipare e compensare, i rigori della , è il periodio dell'eccesso alimentare . Nelle settimane di penitenza che seguono, fino a Pasqua, non sarà piu' possibile, seguendo i precetti della Chiesa, manfgiare carne e altri alimenti che eccitano i sensi, e anche gli Statuti cittadini, raccogliendo il principio religioso, ordinano di cessare la macellazione delle carni.Ecco allora una concentrazione specialmente nell'ultima settimana di carnevale. dell'alimentazione carnea a tutti i livelli, di festini e banchetti (come giovedi' e sabato grasso, la domenica e il martedi' di carnevale). Il significato di questo fenomeno è in generale la sottolineatura dell'elemento stagionale: si finisce di consumare le scorte dell'ineverno, e con il consumo di beni in grande quantità ci si propiziano abboddanza e fertilità.
 

Maschere
Da sempre le maschere sono connesse al carnevale, tanto da far stabilire una sosrta di fra i due termini. Legata fin dalle sue origini a comportamenti folcloristici già precristiani, la maschera assolve varie funzioni: simbolo delle forze vegetative della natura, mondo animale, mondo dei morti ( dove si rappresenta una personificazione dei defunti della comunità ). In ogni caso la maschera assimila il suo portatore al soggetto di cui prende le fattezze. Per questo motivo la Chiesa la condanna all'rigine perchè spezza la somoglianza fra l'uopmo ed il creatore con il rischio di diventare un idolo diabolico. Inoltre non è neanche tollerata dalle autorità civili, perchè ogni forma di mascheramento rende irriconoscibili gli autori di possibili crimini. Comunque il loro utilizzo viene tollerato in momenti in cui esso sia controllabile com perlappunto il carnevale. Nel tardo medioevo il travestimento e le maschere diventano assai diffusi nei carnevali urbani, e specialmente nelle corti.
 
 
  Storia di carnevale
Ad Amiens, in Francia per tutta la metà del quattrocento, a carnevale viene messo in scena un poema del XIIsecolo il Jeu d'Audigier. La storia rievoca l'esistenza burrascosa di un certo Audigier, nato in un paese dove la gente vive in mezzo agli escrementi. Battezzato in una tinozza in cui sua madre orinava, cresciuto a uova covate e cipolle marce, raggiunge l'età dell'iniziazione quando è giovane uomo e, come ogni cavaliere, parte per il mondo.Fatto prigioniero dalla vecchia Grinberge e vittima delle peggiori sevizie escatologiche. Riesce a scappare, fa ritorno dalla madre e infine prende in moglie una donna perfetta per lui: non per niente la sposa non si era mai lavata in vita sua nè aveva mai usato uno starccio per pulire i pavementi.
  

Gioco di Carnevale - Il volo del Turco
A Venezia il giovedi' grasso si svolgeva un gioco :
un funambolo travestito da orientale, lungo una corda alla quale era legato con un sistema di pulegge partiva dal campanile di p.zza S.Marco e si distendeva fino al centro della loggia del palazzo ducale, dalla parte della piazzetta, dove si affacciva il doge con la sua corte. Al termine del suo volo offriva al principe un mazzo di fiori e una poesia di elogio. Si trattava di un divertimento molto amato dal popolo attratto soprattutto dalla pericolosità dell'impresa. Nell'odierno recupero del carnevale veneziano, è stato tramutato nel volo di una grande colombina posticcia che, a metà della sua corsa, si apre lasciando cadere i coriandoli colorati di cui è ripiena, come buon augurio per l'incipiente inizio della bella stagione.

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Anonimo il 02/02/07 alle 16:17 via WEB
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