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Creato da: kookkai il 18/09/2011
TUTTO CIO' CHE CONCERNE L'ACQUA

 

 

Eliodomestico, distillatore d'acqua ad energia solare

Post n°222 pubblicato il 03 Maggio 2013 da kookkai
 

Filtro acqua solare.

Il designer italiano Gabriele Diamanti (@ GabDiamanti) ha inventato Eliodomestico, un eco-distillatore in esecuzione tramite energia solare, per fornire di acqua potabile sicura per le popolazioni dei paesi in via di sviluppo: un modo molto semplice per la produzione di acqua sana e priva di batteri. Eliodomestico è un progetto open source.

Vincitore del a Core77 Design Award 2012 - categoria di impatto sociale; Finalista del concorso al Premio Émile Hermès 2011 .

A volte le idee più semplici sono le migliori. Preoccupato per la mancanza di acqua dolce del mondo in via di sviluppo, il designer Gabriele Diamanti ha cercato una soluzione per desalinizzare l'acqua di mare che era a disposizione di famiglie piuttosto che affidarsi a giganti impianti centralizzati.
Ha anche voluto che fosse qualcosa di poco costoso che potrebbe essere fatto da artigiani locali.
Il risultato è un contenitore di ceramica tuttora chiamata Eliodomestico che opera come un "caffettiera rovesciata".

Il design open-source dell'Eliodomestico è molto semplice. Si compone di due pezzi di ceramica che si trovano uno sopra l'altro. All'interno il pezzo superiore è un contenitore nero nel quale viene versata l'acqua salata. Il sole riscalda il contenitore, trasformando l'acqua in vapore. Come una pentola a pressione, il vapore viene forzato verso il basso da un tubo nel contenitore del pezzo inferiore. Li si condensa contro il coperchio e si raccoglie nel bacino del contenitore.

L'Eliodomestico raccoglie circa cinque litri (1,09 gal) di acqua dolce al giorno e costa per costruirlo circa 50 dollari, ed è totalmente senza costi di gestione. Il bacino del contenitore inferiore è stato progettato per essere trasportato sulla testa, che è una pratica comune nei paesi in via di sviluppo.

Il progetto è stato finalista al Prix Emile Hermès concorso 201, ha ricevuto una menzione speciale al Well-Tech Award 2012 ed è stato il vincitore pro dei Core77 Design Awards 2012, categoria di impatto sociale.

 

 
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Guerre Per L'acqua

Post n°221 pubblicato il 02 Maggio 2013 da kookkai
 

L'Acqua, una risorsa sempre più scarsa a causa dell'esplosione demografica, fino a rappresentare un "casus belli" in varie zone del mondo. Ma il futuro sarà davvero costellato di conflitti per l'acqua? Per i media sì, per gli esperti no. La soluzione è la cooperazione.
I fiumi, da sempre fonte di vita, sono anche fonte di discordia. Si stima che al mondo vi siano oltre 262 bacini fluviali condivisi tra più Stati: 59 in Africa, 52 in Asia, 73 in Europa, 61 in America Latina e Caraibi, e 17 in Nord America; in totale 145 Paesi al mondo hanno almeno un bacino in condominio. E, salvo rare eccezioni, quasi ovunque la domanda è sempre la stessa: a chi appartiene l'acqua?

Quasi sempre le sorgenti di un grande fiume si trovano in un paese diverso rispetto alla foce, gli affluenti si diramano in altri stati ancora mentre lo sfruttamento idrico a monte condiziona enormemente la portata d'acqua a valle. Ciascun Paese, a seconda che si trovi a monte o a valle di corso d'acqua, accorda la sua preferenza ad un criterio diverso per definire la questione. In compenso c'è una letteratura sempre più copiosa sugli episodi di velata o aperta ostilità che nel corso del tempo hanno visti protagonisti Stati rivieraschi.
L'acqua appartiene alla Natura e tocca all'umanità (fino a prova contraria fa anch'essa parte della natura e non ne è padrona) garantirne l'accesso e l'utilizzo razionale, nel rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani. Ma il diritto degli Stati sovrani non e' dello stesso avviso. Attualmente, solo l'Ecuador ha affermato nella propria costituzione la tutela dell'ambiente come bene comune. Nessun altro Stato al mondo ha riconosciuto la tutela della natura come fine ultimo dell'azione generale, al pari, ad esempio, del diritto al lavoro o alla salute.
Al contrario, l'affermazione della sovranità sui corsi d'acqua rimane ancora oggi, nel mondo dell'economia globalizzata, l'espressione piu' forte e autorevole della supremazia statuale, intesa come controllo legittimo di un territorio e dello sfruttamento delle sue risorse. E nessuna risorsa come l'acqua e' in grado di alimentare tensioni o di garantire uno sviluppo armonioso tra Paesi e tra comunità di uomini.
L'ecopolitica, ovvero la governance geopolitica e strategica delle risorse naturali, è sempre stata un dossier sensibile e vulnerabile per la gestione del potere degli Imperi. Lo scenario temuto dagli esperti di "idropolitica", nuova branca della geopolitica, prevede un futuro costellato di guerre per il controllo dell'acqua da far impallidire anche quelli per il petrolio. Non è un caso che si parli già di "acqua in cambio di pace".
I principali fiumi contesi nell'area sono il Nilo, il cui bacino idrografico interessa dieci nazioni dell'Africa Orientale; il Giordano, che attraversa Libano, Siria, Israele, Territori palestinesi; il Tigri e l'Eufrate, che nascono entrambi in Turchia, attraversano il territorio siriano e si congiungono in Iraq prima di sfociare nel Golfo Persico con il nome di al-Shat el-Arab. Con 400 milioni di abitanti, pari al 6% della popolazione mondiale, e circa 200 miliardi di metri cubi di acqua l'anno, Nordafrica e Medio Oriente rappresentano la zona piu' sensibile alla questione acqua a livello planetario: tenendo presente che in media un milione di persone necessitano di due miliardi di metri cubi di acqua l'anno, il fabbisogno idrico della popolazione nordafricano-e' soddisfatto solo per un quarto.

Si prevede che nel 2030 la popolazione mondiale raggiungerà la preoccupante cifra di 8 miliardi di individui, di cui ben 3 miliardi in situazione di grave crisi idrica. 
In realtà, non tutti sono dello stesso avviso. Non pochi specialisti rimarcano che la cooperazione nell'utilizzo delle acque è tutt'altro che impossibile, scansando i minacciosi proclami di quanti profetizzano un futuro apocalittico.
A sostenerlo è soprattutto la World Water Week, dal 1991 la massima assise mondiale dove vengono discussi i problemi più urgenti sull'acqua. La mancanza d'acqua, fu il pensiero predominante, è un problema dovuto alla cattiva gestione della risorsa, a cui è possibile rimediare attraverso una diretta collaborazione tra i paesi interessati.
Tra il 1948 e il 1999, secondo l'UNESCO, si sono registrate 1.831 "interazioni internazionali", compresi 507 conflitti, 96 eventi neutrali o non significativi, e 1.228 importanti istanze di cooperazione, a dimostrazione che nei bacini condivisi la cooperazione è più probabile del conflitto.
Ma allora perché si parla così spesso di "guerre per l'acqua"? Semplicemente perché un conflitto, trova spazio sui media molto più facilmente rispetto ad un accordo. "Le guerre dell'acqua fanno notizia, gli accordi di cooperazione no", dichiarò a margine del meeting Arunabha Ghosh, idrologo, coautore del Rapporto per lo sviluppo umano del 2006 sul tema della gestione dell'acqua. Un altro esperto, il prof. Asit K. Biswas, intervistato dall'IPS dichiarò che le guerre dell'acqua "Non hanno assolutamente senso, perché non ci saranno - almeno non per i prossimi 100 anni". Biswas spiegò che la vera causa delle carenze idriche nel mondo non è tanto la scarsità della risorsa quanto la sua cattiva gestione.
Con l'augurio che sia il primo passo che porti i governi a considerare l'acqua come "patrimonio dell'umanità", da gestire assieme attraverso logiche solidali e di mutuo sostegno, lontane da qualsiasi interesse economico o politico. La condivisione delle risorse può essere una strada verso la pace perché obbliga tutti a lavorare insieme, creando una naturale interdipendenza tra le nazioni.
L'acqua c'è: basterebbe cooperare. Un esempio? Israele e Giordania: dagli anni Settanta i due paesi collaborano alla gestione del fiume Giordano con reciproco vantaggio, dando vita ad un sodalizio che non si è interrotto neppure in tempo di guerra. E che ha rappresentato la base di partenza verso la cooperazione in altri settori, in particolare quello dei trasporti. Collaborare conviene a tutti. Perché costruire è sempre meglio che distruggere.

 
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La Nestlè Vuole Controllare L'Acqua Nel Mondo

Post n°220 pubblicato il 22 Aprile 2013 da kookkai
 

Il controllo dei cannoni può essere un tema caldo, ma per quanto riguarda il controllo delle acque? Commenti recenti del CEO della Nestlé Peter Brabeck implicano che l'acqua del mondo arriverà presto sotto il controllo di multinazionali come la sua. Brabeck incredibilmente dichiara che l'acqua non è un diritto umano, ma deve essere gestito da uomini d'affari ed organi di governo. Vuole controllare l'acqua, privatizzandola come re del pianeta.
Vedi la sorprendente intervista qui:

Il controllo acqua è già abbastanza in auge negli Stati Uniti.

Tutto questo significa che i futuri piani di Brabeck includono il monitoraggio ed il controllo della quantità di acqua che la gente usa. Un giorno, città e paesi saranno costretti dal diritto internazionale a doversi limitare, per ogni famiglia, una certa quantità di acqua. Le persone dovranno ottenere i permessi per scavare pozzi e pagheranno multe per la raccolta di acqua piovana. Leggi come queste sono già in moto negli Stati Uniti. Per saperne di più qui: http://www.naturalnews.com/029286_rainwater_collection_water.html

Il CEO di Nestlé pensa tutta l'acqua dovrebbe avere un prezzo.

Nell'intervista, Brabeck sostiene che la sua azienda è la più grande società alimentare del mondo, con oltre $ 65 miliardi di profitto ogni anno. Egli sostiene con orgoglio che milioni di persone dipendono da lui e la sua compagnia. Forse egli crede di essere un dio?

Egli chiama l'acqua una "dieta" che ha bisogno di un valore assegnato. Chi controlla il prezzo dell'acqua? Brabeck basa i suoi progetti di sostenibilità sul fatto che un terzo della popolazione del mondo dovrà affrontare la scarsità d'acqua entro 15-20 anni. Brabeck crede di poter salvare il pianeta dalla scarsità di cibo e di acqua nei prossimi anni con il controllo del prezzo dell'acqua,
Con la minaccia di future carenze d'acqua, è necessario regolare tutti gli esseri umani sulla loro libertà naturale di acqua, come suggerisce Brabeck?
Cosa potrebbe accadere se controlli internazionali fossero posti su fonti d'acqua come regola da pochi eletti dittatori sopra la fornitura della stessa?, ne abbiamo già una pallida idea alla luce degli scompensi dovuti all'era industrializzata del capitalismo sfrenato e delle sue leggi insulse e ferree.
Può un popolo libero e civile trovare modi migliori per risparmiare e rispettare l'acqua con la propria libertà, piuttosto che permettere a multinazionali di controllarla?, certo senza alcun bisogno di deus ex machina che dir si voglia della Nestlè.

Il capo della Nestle applaude l'agricoltura OGM e critica le pratiche biologiche

Mettere una persona come Brabeck nel controllo dell'acqua creerebbe un monopolio tirannico su qualcosa che è stato pensato per essere libero. Se le multinazionali potessero mettere un lucchetto sul rubinetto dell'acqua, allora potrebbero comandare anche le aziende agricole che ricevono acqua, e le multinazionali come la Nestlè potrebbe proteggere l'agricoltura OGM piuttosto che quella biologica.
Infatti, in questa intervista, Brabeck ha detto il cibo biologico "Non è il migliore" e ha continuato dicendo che il cibo geneticamente modificato è perfettamente sicuro e non causa nessuna malattia. E' un irresponsabile pazzoide.
Con questa filosofia, l'economia di Brabeck avrebbe tagliato l'agricoltura biologica dalla fornitura di acqua e lasciato gli alimenti geneticamente modificati a regnare sul mondo esclusivamente per un discorso di profitto.

Dobbiamo lavorare insieme per preservare il nostro diritto sull'acqua

Le persone libere ovunque devono lavorare insieme per preservare il loro diritto naturale all'acqua. Se uno vuole scavare nella sua proprietà e prelevare l'acqua di falda, così sia, basta solo responsabilità per un razionale sfruttamento. Se vogliono raccogliere l'acqua piovana per sostenere il proprio giardino, allora così sia.
Se si vuole purificare la propria acqua con filtri a carbone sarà meglio poterlo fare.
E' il momento di rifiutare l'industria dell'acqua in bottiglia che è solo un lavaggio del cervello delle persone per abituarle al prezzo dell'acqua controllata?
Gli esseri umani possono sostenersi e lavorare insieme e gestire la propria acqua, questo è il momento di adottare una decrescita felice.
Gli avidi amministratori delegati aziendali non sono la risposta. A loro carico c'è solo il profitto.
L'acqua deve rimanere pura, gratuita e disponibile come un diritto di tutti.
La petizione per fermare la Nestlè che vuol dominare fornitura di acqua nel mondo andate nel sito qui sotto: http://stopnestlewaters.org/about

Fonti per questo articolo:


http://americanlivewire.com

http://www.marketwatch.com

http://www.sodahead.com

http://kat5dotpostfix.wordpress.com

 
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Le Ultime Tecnologie Per L'Acqua Potabile

Post n°219 pubblicato il 13 Aprile 2013 da kookkai
 

La sfida dell'acqua pulita

Una delle maggiori sfide per molti paesi in via di sviluppo è trovare buone fonti di acqua pulita per aiutare la popolazione mondiale in crescita. E' molto comune per le persone fare chilometri ogni giorno per trovare qualcosa che per molti di noi nei paesi civilizzati è facile come aprire un rubinetto. Gli scienziati hanno applicato la tecnologia in modo innovativo per trovare modi per disinfettare l'acqua che sono relativamente poco costosi, facili da usare ed affidabili. Alcune di queste applicazioni includono bucce di banane, compresse speciali e nanotecnologie.

Bucce di banana nei depuratori d'acqua?

Alcuni materiali costosi sono spesso utilizzati per purificare l'acqua in tutto il mondo, e alcuni degli elementi che sono usati sono pericolosi quando rilasciati nell'ambiente. Gli scienziati stanno sperimentando molte cose diverse per trovare un'alternativa migliore. Le bucce di banana tritate sono state utilizzate con successo come riempitivo in depuratori d'acqua in Brasile. Esse rimuovono i metalli, come piombo da torrenti e altri corsi d'acqua inquinati dalle attività estrattive e le altre industrie, e non richiedono nulla di speciale per funzionare al meglio.

Compresse per acqua potabile pulita

Altri scienziati hanno sviluppato compresse di filtraggio speciali che possono essere utilizzate in luoghi dove è difficile avere acqua potabile pulita, come ad esempio in alcune parti dell'Africa.
Fabbriche sono state costruite in paesi in cui saranno utilizzati, per poter offrire anche posti di lavoro per le persone che vi abitano.
Le compresse sono realizzati in ceramica e rivestite con metalli come argento o rame. Esse possono essere messe all'interno di un contenitore che contiene acqua inquinata, e quando l'acqua contaminata viene a contatto nel contenitore con la compressa, viene trasformata in acqua pulita e potabile.

Le nanotecnologie ed i filtri per l'acqua

Piccoli tubi in carbonio, chiamata nanotubi, molti miliardi di volte più sottile di un capello, sono in fase di sviluppo in India, nuova tecnologia per l'utilizzo in filtri per l'acqua.
Questi nanotubi sono abbastanza piccoli e le molecole d'acqua scivoleranno attraverso di loro, mentre le molecole più pesanti e più grandi di metallo, parassiti, e di altri rifiuti non passeranno.
Il carbonio è economico e facile da trasportare, anche se i nanotubi sono molto piccoli, e gli scienziati ritengono di essere di più facile ed utile uso della maggior parte dei filtri che utilizzano altri tipi di materiali.

La scienza dell'acqua potabile pulita

La scarsità di acqua potabile è un problema che viene affrontato in giro per il mondo in via di sviluppo, ed è aggravata da inquinamento e riscaldamento globale.
Le piante e gli animali, compresi gli esseri umani, hanno bisogno di acqua per sopravvivere, ma sta diventando sempre più difficile da trovarne abbastanza per una popolazione che cresce costantemente.
Le nuove tecnologie, comprese quelle con bucce di banana, compresse d'acqua, e nanotecnologie, aiutano a pulire gli inquinanti, i parassiti ed i rifiuti chimici, ma è sempre responsabilità dell'uomo avere cura sempre maggiore delle sue riserve di acqua dolce, perché sicuramente la scarsità porterà solo a guerre fratricide.

 
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Il maggior responsabile dell'inquinamento terrestre

Post n°218 pubblicato il 10 Aprile 2013 da kookkai
 

Il Rapporto Italia Eurispes spiega come l'attuale sistema agroindustriale italiano consumi più energia di quanta ne riesca a produrre, e mette in luce come le emissioni provenienti da questo settore in Italia sia pari a 104 gigatonnellate di CO2, cioè il 18,8% del totale nazionale.

Gianluca Felicetti, presidente LAV, e Franco Bergamaschi, co-fondatore dell'Erbolario: «Se adottassimo sia nella ristorazione privata, sia in quella collettiva un menù completamente vegetale un giorno alla settimana, realizzeremmo un importante abbattimento delle emissioni di gas serra e dell'impiego delle risorse idriche».

Infatti ogni pasto tutto vegetale permette di risparmiare 1.656 grammi di emissioni equivalenti di CO2 e acqua pari a 32 docce rispetto a un menù con carne».

Insomma, se facciamo due conti, il risparmio in termini di emissioni di uno stile di vita Vegan è enorme: un anno di Mercoledì a base Vegan, dal punto di vista individuale, significherebbe che ciascuno di noi risparmierebbe l'equivalente del consumo di una lampadina accesa ininterrottamente per 277 giorni. Se tutti gli italiani adottassero il mercoledì Vegan, in un anno risparmieremmo acqua pari a oltre 3 milioni di piscine olimpioniche ed emissioni di CO2 pari a 180.822 giri intorno all'Italia percorsi con un Suv. Oltre alle vite di decine di milioni di animali.

Ma al di là dell'anidride carbonica, la dieta vegetale è per l'individuo molto più salutare di quella onnivora. Statistiche rivelano come i vegetariani vivano più a lungo degli onnivori.

L'oncologo Umberto Veronesi, vegetariano convinto e sostenitore dell'alimentazione vegetariana, spiega che il 30% dei tumori è dovuto a un'alimentazione troppo ricca di grassi saturi, quelli di origine animale. Al contrario frutta e verdura sono scrigni di preziose sostanze che consentono di neutralizzare gli agenti cancerogeni, di "diluirne" la formazione e di ridurre la proliferazione delle cellule malate. Insomma ci dicono "mangiate vegetariano e salverete voi stessi e il Pianeta".

Al Vertice ONU ‘Rio +20' sui cambiamenti climatici e green economy, la Lega Anti Vivisezione ha presentato un Dossier ‘I costi reali del ciclo di produzione della carne' al Ministro dell'Ambiente Clini.

Il ciclo della produzione di carne, infatti, sarebbe secondo la LAV responsabile dello sfruttamento del 30% delle terre emerse del pianeta e del 70 % delle terre disponibili, diventando una significativa parte in causa rispetto ai cambiamenti climatici e all'impatto negativo sugli equilibri ambientali.

Ponendo all'attenzione dei ministro Clini questo dossier, quindi, l'associazione ha chiesto ai Paesi riuniti al summit mondiale Rio +20 di adottare politiche di sostituzione delle proteine animali a favore di quelle vegetali e di eliminare i sussidi lungo tutta la filiera zootecnica.

Da tempo in effetti diversi studi internazionali evidenziano le conseguenze negative del ciclo di produzione di carne in termini di acidificazione delle terre, inquinamento ed eutrofizzazione delle acque, cambiamento climatico, cancerogenicità, sfruttamento delle risorse naturali, utilizzo di energie non rinnovabili, inquinamento atmosferico.

Per fare un esempio concreto ed immediato in relazione allo sfruttamento delle risorse naturali e all'inquinamento, basti considerare che per la produzione di un chilo di carne di manzo occorrono 10 chili di mangimi e 15.500 litri di acqua comportando l'emissione di una quota di anidride carbonica paragonabile a quella prodotta da un automobile che percorra 250 km.

Insomma, si tratta di un sistema che, tenuto anche conto del crescente fabbisogno di carne proveniente da Paesi emergenti, non può più soddisfare tutti senza drammatiche ripercussione sul pianeta.

La controproposta fornita dalla LAV è pertanto quella di andare nella direzione di un ciclo alimentare sostenibile sotto il profilo ambientale oltre che su quello etico e della salute.

 
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